capitolo 9

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⚠️violenza⚠️


La campanella del pranzo suona e tutti iniziano a fare gli zaini. Tranne Felix, che è impegnato, perso nei suoi pensieri. Da quella mattina non riesce a smettere di pensare a Chan, al modo in cui si è arrabbiato perché si è fatto un amico.

Tornando con lo sguardo alla lavagna, per prestare di nuovo attenzione alla lezione, nota che se ne sono già andati tutti, anche l'insegnante. Gli occhi di Felix si spalancano nel vedere l'orologio sopra il tabellone, sono passate due ore in quelli che sembrano due minuti.

Affrettandosi a mettere via le sue cose, Felix si getta lo zaino in spalla per andarsene. Girando la maniglia della porta, quasi va a sbatterci contro. Prova a darle qualche altro colpo, ma la porta continua a non aprirsi.

È allora che Felix capisce di essere stato chiuso dentro. Rovistando nelle tasche, tira fuori il telefono e compone il numero di Chan. Non vuole dovergli chiedere aiuto, ma non ha nessun altro a cui rivolgersi in questo momento.

Mentre ascolta i segnali acustici della chiamata, prega che Chan lo abbia perdonato per il suo cattivo comportamento. I segnali acustici continuano e nessuno risponde, mentre Felix inizia ad andare nel panico. I suoi respiri diventano pesanti, le sue gambe tremano, il suo corpo diventa leggero. Le pareti intorno a lui si stringono sempre di più, tutto si avvicina. Felix si sente come se fosse intrappolato. No, è intrappolato. Intrappolato e solo.

Prima ancora di accorgersene, cade a terra, con tutta l'energia prosciugata dal suo corpo, ma c'è una voce, la voce di Chan, che ha risposto al telefono. Felix non riesce a rispondergli, ma solo a dire con voce rotta "Aiutami". Prima di chiudere gli occhi, spaventato e incapace di restare sveglio.

Al suo risveglio, Felix sente una mano che gli accarezza i capelli come faceva sempre sua madre, dalla sommità del capo fino alla nuca. Le sue dita sollevano delicatamente le estremità dei suoi capelli, per poi farle ricadere e sfiorare la testa.

Gli occhi di Felix si aprono di scatto per vedere la persona seduta accanto a lui. Indossa dei jeans azzurri con dei fiori ricamati e un top di seta rosso sopra. Voltandosi per vedere il suo viso, Felix non riesce crederci, è sua madre. Sta sorridendo così intensamente che Felix ha voglia di sorridere a sua volta, ma i suoi occhi mostrano dolore e tristezza, ha pianto.

Osservando la stanza, Felix riconosce la sua vecchia stanza. Non è cambiato molto, sembra la stessa di prima che facesse le valigie per trasferirsi in Corea.

"Come ti senti, piccolo?" La voce dolce di sua mamma è come una serenata alle sue orecchie.

"Stanco." Felix emette un suono leggero.

"Vado a prepararti la cena. Tu resta qui a riposarti." Con queste parole, si alza lentamente ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta dietro di sé.

La porta è di fronte a Felix, a sinistra del letto. Ha fatto appendere uno specchio sul retro di questa, così che avrebbe potuto controllare il suo outfit prima di uscire, o per momenti come questo, per essere in grado di vedere i segni lasciati sulla sua pelle. Con la porta ora chiusa, Felix può vederli; gli occhi neri e gonfi, il sangue secco dal naso e dalle labbra e chi sa quali altri lividi si nascondono sotto le coperte.

In attesa che sua madre finisca di cucinare, Felix decide di riposarsi ancora un po' e chiude gli occhi. All'improvviso la porta della camera da letto si spalanca, lo specchio rimbalza contro il legno, e sulla soglia c'è lo stesso ubriaco arrabbiato di sempre.

"Cazzo, svegliati, piccola merda!" La sua voce ruggisce, mentre la bottiglia che aveva in mano si schianta contro il fondo del letto di Felix. Questo si sposta ulteriormente nel letto, mentre suo padre si avvicina a lui.

"SVEGLIATI!" Urla di nuovo, ma c'è qualcosa di diverso nella sua voce.

Presto si inginocchia accanto al suo letto, mentre lo scuote e gli urla di svegliarsi. Felix ha paura, non sa cosa sta succedendo a suo padre, non si è mai comportato in questo modo e Felix è sdraiato, ma sveglio, quindi perché sta urlando?

"Per favore, svegliati, Felix!" Quella di suo padre non è la voce che sente, è qualcun altro che Felix conosce, ma non riesce a ricordare chi.

"Mi dispiace, Felix." Dice l'altro, mentre alza la mano e la fa volare sulla sua guancia.

Annaspando come un pesce fuor d'acqua, Felix si tira seduto e si ritrova a scuola, la porta di fronte una volta chiusa a chiave ora spalancata.

"Stai bene, ora." Un paio di braccia si avvolgono intorno alle spalle di Felix, chiunque sia ha la stessa voce del suo sogno. "Dai, usciamo di qui, Chan è preoccupato a morte per te." La persona sta di fronte a Felix, allungando le mani verso di lui.

Felix le afferra, rimettendosi in piedi sulle sue gambe. Barcollando un po', va a sbattere contro il petto dell'altro, facendosi un po' male per via dei muscoli dell'altro.

"Mi disp-" Felix alza lo sguardo per scusarsi, e vede Changbin che lo sostiene. "Perché sei qui?" Si allontana da lui, scuotendosi la polvere di dosso.

"Chan è fuori dal campus, quindi ha chiamato me e Jisung per cercare di trovarti. Avresti dovuto sentire la sua voce. Non sono sorpreso che fosse così spaventato, quando ti ho trovato eri svenuto e ti ho persino dovuto schiaffeggiare per svegliarti." Felix sta faticando a tenere il passo con lui, mentre parla velocemente, sembrando ancora spaventato.

"Dovremmo andare da Chan?" Felix fa un grande sorriso, che aiuta Changbin a calmarsi leggermente.

"È una buona idea." Changbin tiene la porta aperta per Felix, per poi chiuderla dietro di loro. Lo osserva attentamente mentre cammina, assicurandosi che non cada o si ferisca. Chan non gliela farebbe passare liscia se succedesse qualcosa a Felix.

Quest'ultimo si sente un po' nervoso mentre percorrono i corridoi, sia perché percepisce gli occhi di Changbin che ogni tanto lo guardano, sia per lo strano sogno che ha appena fatto. Com'è possibile che, qualunque cosa accada, ogni volta che Felix chiude gli occhi viene sempre riportato a casa, in un mondo diviso dall'amore e dal dolore?

Back Off! • hyunbinlix / italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora