Right as rain

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Sono nella melma. Muovo passi pesanti per cercare di raggiungere la terra ferma, ma sprofondo sempre di più. Sopra di me frecce argentate volano nella battaglia tra Legolas e un nemico senza volto.

Dall'alto della sponda i miei amici mi guardano affondare, senza battere ciglio, ed io vado giù, sempre di più.

C'è solo buio intorno a me e la melma si trasforma presto in acqua. Non so cosa stia succedendo, dove mi trovi o cosa stia facendo.

Sono completamente persa.

La superficie è ora ghiacciata, non mi lascia nessuna via di fuga. E io affondo, affondo sempre di più, arrivando quasi sul fondale. Non sembra che mi serva respirare, ma l'oscurità diviene man mano più avvolgente e il freddo inizia a stordirmi.

Poi la vedo. Giù, giù sul fondo un puntino che luccica e s'ingigantisce man mano che mi abbandono al buio.

È una maschera, e diviene il mio unico motivo di vita. Inizio ad accettare la situazione, a nuotare verso il mio destino, ma ora l'acqua si oppone e mi ributta fuori.















Quando mi risveglio, ricordo ben poco del sogno fatto. La maschera è l'immagine che domina la mia mente mentre mi preparo e per tutto il tragitto che faccio andando a scuola.

Ed anche oggi sono salva! Da quando è scoppiato quel putiferio per essere scesa alla fermata sbagliata, cerco sempre di stare più che attenta a non sbagliare nuovamente. Come dice il detto, errare è umano, perseverare è diabolico.

La maschera.

Eccola che ritorna ad inondare i miei pensieri, la vigliacca senza spiegazione. Ma i miei sogni potrebbero essere più vaghi di così? Altro che premonizioni, come li chiamano i miei amici! Se la pizia di Apollo avesse avuto precognizioni così poco chiare il lavoro le sarebbe diventato snervante in molto poco tempo ed avrebbe iniziato a dare profezie a caso. Cosa che probabilmente faceva comunque, ma la versione del mito mi piace di più.

Il punto è che in ogni caso non sono una pizia e se anche lo fossi i miei sogni nell'ultimo periodo mi urtano non poco.

Tutti dominati sempre, perennemente, da alcuni giorni da questa luccicante cosa sul fondale di un lago. Gaia si è offesa dicendo che il mare sarebbe meglio, ma mica li domino io i sogni.

E poi stanotte la bomba. Una maschera.

Qualcuno mi sta mentendo o sono io a mentire? Non sono sincera con me stessa? E su cosa? O è semplicemente un'idea che potrei usare per il travestimento di Carnevale?

Sirena d'ombra con maschera bianca. O un avvincino! Anche se questi sono più da film horror, un buon costume per Halloween; inoltre, credo che il risultato mi farebbe assomigliare molto poco alle creature potteriane e anche troppo ad un polipo.

Ah! Ora vorrei avere ancora la curiositas di scoprire cosa sia quel puntino luccicante sul fondale, piuttosto che saperlo senza avere la minima idea del suo significato.

Arrivo a scuola mezza addormentata, con il solito formicolio allo stomaco che accompagna tutte le mie mattine da una settimana a questa parte. È il tempo trascorso dall'ultima volta che ho visto Stranger... o, per meglio dire, Stanley.

Non ha proprio la faccia da Stanley, ma che posso dire io che non gliel'ho nemmeno mai vista tutta?

Ok, così suona male, ma il concetto è quello.

Ad ogni modo, alla fine sabato pomeriggio è stato uno spasso. Ci siamo divertiti tutti moltissimo e i miei due amici hanno trovato qualunque scusa per allontanarsi ed entrare nei locali più disparati, sostenendo che noi non dovessimo perdere tempo con loro al chiuso ma invece respirare la bella aria fresca di Verona. Intanto avrebbero soddisfatto i loro <capricci> di vedere le ultime uscite in libreria, tutti i gusti di svariate gelaterie e negozi di moda che sono abbastanza sicura non interessassero a nessuno dei due; sono entrati addirittura nel museo di Castelvecchio, e ci hanno cacciato dicendo che <noi giovani non dobbiamo interessarci di tutto questo vecchiume>. Stanley, però, venendo a sapere del museo si è interessato ed ha voluto entrare comunque. Un patito di storia dell'arte come noi? Immagino che non lo saprò mai.

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