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CONSIGLIO PER I LETTORI, NELLA VISIONE DI QUESTO CAPITOLO METTETEVI COME SOTTOFONDO "LOW MIST" DI LUDOVICO EINAUDI. BASTA CHE RIPRODUCIATE IL VIDEO CHE VI HO MESSO QUI SOPRA.

E SPECIFICO CHE QUESTI POV NON APPARTERRANNO PER FORZA AI PRIMI CAP DEL PROSSIMO.

CIAU!











Tom's Pov




"Credo che... è meglio... break it. Finire tutto". Tiro a fatica fuori queste parole, la testa che mi scoppia mentre cerco di far coincidere le due lingue nei miei pensieri.

Come potrebbe stare con me ora che... ora che sto così? Lo faccio per il suo bene.

"Cosa... cos'hai appena detto? Ma...". Sento la sorpresa nella sua voce, che si trasforma presto in delusione. Continuo a restare girato, e so di essere un vero e proprio codardo in questo momento, ma non posso fare altro.

Eppure, non so se ringraziare o maledire il fatto che non la possa vedere in volto. Mi viene in mente che non ricordo cosa indossa, non ricordo nemmeno cosa indossa. Il panico mi assale, come un vecchio compare pieno di rimpianti mai risolti.

"Rompiamo". Ripeto, cercando di sembrare il più calmo possibile, il pugno che si chiude sul manico della brocca d'acqua mentre la poggio sul tavolo.

Un vestito marrone. Ecco cosa indossava, nel frammento d'immagine sommerso dalle lacrime, che ho visto subito prima di girarmi. Come ho potuto dimenticarlo, quando è stato tutto ciò che ho potuto vedere oggi di lei?

"Io... io farò finta che tu non abbia detto niente. Per me sarà come se non l'avessi nemmeno pensato, ok?". Riesco a sentire i suoi movimenti, pur non vedendoli; so che starà scuotendo più volte la testa, e mi starà lanciando tante di quelle occhiatacce da ferirmi, se potesse.

Ti voglio. Tanto. Qui con me.

"Mary...".

"Ti sembra la soluzione? Un'opzione? Perché, perché dovremmo? Io sto bene così, tu stai bene così, no?". Posso immaginare il volto che pian piano arrossisce di rabbia, fino a sembrare un piccolo vulcano attivo e rabbioso.

"No. Non stiamo bene. It doesn't work. Tu devi continuare con la tua vita e... io ho la mia". Aggiungo, sfacciatamente consapevole dell'enorme bugia appena detta. Ed è proprio su questa che lei si focalizza.

"La tua vita?". Chiede, e non so perché colgo un migliaio di sottintesi in quella frase, ma non riesco a leggere tra le righe e continuo per la mia strada.

"Yes".

"Oh, capisco". In un attimo, con quelle due parole, comprendo che mi sta già lasciando andare. Davvero crede a stupidaggini del genere?

Uso la rabbia che la sua ultima risposta ha innescato per poter avere la forza necessaria per ribattere.

"Of course you understand. Dobbiamo andare avanti. Certo, è stata una bella... avventura, but now it's over". Addirittura io mi sento offeso da ciò che ho appena detto.

Reagisci! Lotta! Un urlo disperato, che cerco di far uscire dalle mie corde vocali, mentre lo trattengo al contempo con tutta la forza che ho in corpo.

Scusa, è quello che vorrei dirle.

Non andartene, è quello che non le dico.

"Io... devo andare. Mi chiamano". Prima che possa aggiungere altro sento la porta della stanza chiudersi; è un attimo, e già me ne pento. Ma lei? Come può essere così insicura su ciò che provo?

Dopo tutto quello che abbiamo passato, poi... le dico che voglio rompere per il suo bene e quella, testarda, lotta con tutte le sue forze per farmi cambiare idea. Ma se insinuo che mi sono scocciato di questa relazione, allora abbandona subito la nave. So che non ha senso arrabbiarsi per una cosa che ho ottenuto e volevo ottenere ma... ironicamente, è stata lei a farmi del male, più di quanto non lo senta già. Eppure mi sembrava di averglielo dimostrato più volte, tutto l'amore che provo per lei.

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