Princess don't cray

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Sono in fondo al lago. È buio, non c'è più la luce brillante della maschera a guidarmi. Non c'è niente.

Due mani sbucano all'improvviso e stringono le mie, iniziando a trascinarmi. Vorrei gridare, ma poi guardo il pallido bagliore che emanano le due figure. Legolas e Stark. Di loro mi fido. Perché non dovrei? Sono personaggi fantastici, sono eroi.

Iniziamo a risalire e il peso che sentivo fino a poco fa va via via dissolvendosi. Arriva la luce. Una volta emersi, continuiamo a salire finché non camminiamo sulla superficie dell'acqua. Il fragore di una battaglia mi spinge a girare la testa, ma Legolas cambia subito posizione per tenermela ferma. Mentre camminiamo, ci sono altri rumori che mi distraggono.

Una bambina che ride, musica da break dance, e molti altri suoni. Ho un grande bisogno di girarmi a guardare e provo ad opporre resistenza, ma Tony inizia ad aiutare il compare. Li guardo, e improvvisamente ho paura. Non sono i miei eroi; sono semplici attori.

Ci stiamo avvicinando ad una fonte di calore, ho sempre più caldo e inizio a scuotermi. Voglio andarmene. Ma continuano a spingermi mentre i loro volti colano come cera, deformandosi; è una scena orribile, che mi da l'impulso di gridare, ma non ci riesco.

Sono finti. Niente di tutto questo è vero. Questo pensiero, invece di confortarmi, m'incute ancora più timore.

Arriviamo ad una fiamma viva, che continua ad ingrandirsi; solo guardandola meglio noto che al suo interno c'è una persona, e subito dopo vengo spinta nel fuoco. Ho caldo, troppo caldo, ma non mi sto ferendo.

Guardo la figura davanti a me, un'ombra con una maschera. Le mie mani si alzano verso di essa e la toccano, scottandosi, ma non sembra importarmi. No.

Inizio a tirarla verso di me. Non lo fare. Ci metto più forza, non vuole scoprire i segreti che cela. È sbagliato. Un ultimo strappo la fa venire finalmente via, ma non c'è niente sotto. L'ombra diventa cenere che sporca le mie mani e la fiamma si spegne; in quel momento iniziano i festeggiamenti. Coriandoli filanti, musica altissima, palloncini. Legolas e Tony che fanno un ballo osceno, altri attori con il viso di cera sciolta che festeggiano in modo... strano.

Ma non c'è niente di divertente. È solo caos.

Quando mi risveglio mi fa male la testa. Mi succede sempre, dopo aver pianto. Mi rigiro nel letto, trovando mia sorella sul bilico dall'altro lato, con entrambe le braccia che penzolano fuori. Sta addirittura sbavando, e non posso fare a meno di ridere.

Ieri sera mi ha supportato moltissimo. Credo che sia in queste situazioni che si vede l'affetto che c'è tra di noi. Mi ha retto il gioco con mamma, con la quale ho usato la scusa di avere un po' di mal di pancia per aver mangiato del cibo scaduto qualche giorno prima; così, mi sono potuta chiudere in camera per il resto della serata. Poi, dopo che sono andati tutti a dormire e mamma mi ha passato una medicina leggera da prendere solo nel caso in cui fossi peggiorata durante la notte, è sgattaiolata da me.

Abbiamo parlato di tutto e di niente. Di ogni piccola sciocchezza ci sia potuta passare per la testa. Evitando ovviamente l'argomento LUI.

Tabù assoluto.

E così entrambe ci siamo rese conto di quanto poco siamo state vicine negli ultimi tempi. Nonostante la pandemia globale e le relative quarantene, o dovrei dire proprio per queste, è passato molto tempo da una chiacchierata del genere.

Mi ha rivelato le sue paure, con la scuola, la squadra e i ragazzi. Un professore l'ha presa di mira. Ha avuto una cotta, ma le è passata abbastanza in fretta. Non riesce a fare per bene una mossa strana di pallavolo e non vuole che le altre la prendano in giro per questo. Si blocca durante le interrogazioni, ha dei momenti in cui non riesce a ricordare proprio nulla e le ci vuole qualche minuto prima di riprendersi, e a volte questo le fa saltare la risposta di una domanda, facendole abbassare il voto. Le sue amiche hanno già una fila di ex, lei a malapena riesce a parlare con i ragazzi.

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