I'm Missing You

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"Ehilà Italy girl. England speak here!". Tom mi saluta dallo schermo del telefono e, dopo aver abbassato la mascherina, inizia a fare delle strane smorfie giocose con la bocca. Durante il volo non è riuscito a chiudere occhio e ha potuto giocare ben poco al cellulare così, appena sceso, mi ha subito chiamato tutto annoiato; più tempo passo con lui, più scopro il suo animo da eterno Peter Pan.

Appena abbassata la mascherina, un uomo in nero al suo fianco subito si fa più vicino per nasconderlo agli occhi degli altri; riesco a vedere dallo schermo metà della sua espressione corrucciata.

Ecco cosa vuol dire essere amica di un attore famoso: avere la costante sensazione di star partecipando a situazioni surreali, tanto che sembra più di prender parte al set di un film che vivere normalmente.

Scoppio a ridere alla sua smorfia ora scocciata, mezza nascosta dal braccio della guardia proteso all'indietro e pronto a proteggere Tom. Come se comportamenti del genere non provocassero ancor più curiosità agli occhi degli altri. La guardia sembra essere della stessa opinione, perché gli mette un braccio intorno alle spalle e fa finta di scherzare mentre gli rialza velocemente la mascherina.

"Finish playing? She really believes this, then!". Tom lo spinge di lato ed io finisco per avere un primo piano del collo della guardia mentre battibeccano.

"Oh, no. It's my turn to drive you crazy, ok? Who didn't warn anyone and suddenly disappeared? Eh?!". Neanche io vorrei essere oggetto di uno sguardo tanto truce; checché dica Gaia sulle mie occhiatacce "mortali", quelle della guardia sono molto più d'effetto. Tutto un altro livello. Se mai lo conoscerò di persona dovrò farmi insegnare qualche trucchetto.

Scalcio un sassolino per terra mente cammino e aspetto che i due pseudo adulti sullo schermo abbiano finito di battibeccare.

Nelle ultime tre settimane sono cambiate un bel po' di cose, una dopo l'altra e più di una volta; sembrano essere passati mesi più che giorni.

Dopo il tentativo di rapina ho passato il fine settimana rinchiusa in casa, la mia paura superiore a quella di mamma una volta venuta a sapere dell'accaduto. Ho saltato scuola sia lunedì che martedì mentre cercavo di riprendermi e pian piano sono riuscita a riordinare i pensieri nella testa e tranquillizzarmi; di sicuro la paura dei vicoli meno frequentati, quando cammino da sola, non mi è ancora passata del tutto, ma direi che sto un po' meglio.

E devo ringraziare Sonia per questo.

Gaia, Mig e Sara sono stati i primi e gli unici a scoprirlo; in parte non ho potuto fare a meno di dirglielo, anche perché erano preoccupati per il mio comportamento sempre sull'attenti dei primi giorni al mio rientro a scuola. Comunque mi sono stati d'aiuto: ho potuto sfogarmi con loro come non ho fatto con mia madre, ad esempio, per non farla preoccupare maggiormente. Poi, però, regola del tabù.

Meno ne parliamo prima sparirà dai miei ricordi.

Proprio per questo ho cercato di lasciare all'oscuro tutti gli altri, compreso Tom. Non avrei saputo cosa aspettarmi nel dare una notizia del genere né volevo saperlo, quindi silenzio stampa.

Una cosa che si è risolta abbastanza in fretta è stato il mio contatto con le forze dell'ordine; loro stessi mi hanno detto di sporgere una denuncia solo per aggressione, visto che la rapina non è effettivamente avvenuta grazie a quella donna, ma premettendo di poter fare ben poco. Nessuna descrizione accurata, voce camuffata, vestiti ordinari: insomma, un fantasma.

Trasparente e sfuggevole proprio come la donna; non l'ho più vista. Ha completato la sua buona azione quotidiana ed è scomparsa prima ancora che i poliziotti avessero il tempo per chiederle di fornire una testimonianza. Un attimo prima mi stava confortando, l'attimo dopo se n'era già andata senza una parola di saluto e senza permettermi di ringraziarla.

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