Mad World

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Il palazzo in fiamme continua a bruciare ed io guardo sgomenta tra le fiamme il mio uomo volare su, sempre più su, tra le note della canzone di Modugno che sbeffeggiano la mia preoccupazione. Con crescente orrore vedo ricadere il mio amato pesantemente a terra, proprio di fronte al palazzo in cui mi trovo; vorrei andare da lui, ma le fiamme sono troppo alte e non ho il coraggio di avvicinarmi. Sono rinchiusa nella mia gabbia di fumo e paura, ma non m'importa altro se non vedere come sta. Una caduta del genere ucciderebbe chiunque, ma non lui. Non con l'esoscheletro a proteggerlo.

Quando finalmente lo vedo muoversi e alzarsi a fatica, ritorno a respirare. Non mi ero nemmeno resa conto di aver trattenuto il fiato così a lungo. La sua maschera guarda verso di me, subito prima di essere tolta e rivelare il suo volto. Sento un accenno di sorpresa a vedere chi celava. Non è Tony... ma non stavo aspettando lui. Non è nemmeno Peter. Ed era lui che stavo aspettando. No. Il... è il ragazzo... è quello del corso che ho frequentato l'anno scorso. Quello di cinematografia. Improvvisamente mi sento rilassata. Che pensieri facevo, è ovvio che è lui; è il mio ragazzo. Si spoglia dell'armatura, rivelando un tatuaggio che credevo di aver rimosso dai miei ricordi. Ma, di nuovo, perché sorprendersi? Ovvio che lo ricordi: è un corpo che conosco così bene.

Corre verso di me, e io mi domando perché abbia tolto l'Armor se deve salvarmi, ma lui non ci pensa un attimo e si fionda tra le fiamme, mi prende per mano e iniziamo a correre. All'interno del palazzo in fiamme, addentrandoci sempre di più.

Insieme, ridiamo euforici mentre il suo volto continua a cambiare e trasformarsi. Ma io sono tranquilla, so che è lui. All'improvviso ci gettiamo per terra e iniziamo a camminare a carponi, in un silenzio spezzato dai nostri risolini. Sento qualcuno che scrive nella stanza accanto, e so, so che è la mia professoressa che corregge i compiti. So che sta usando la penna rossa per ricoprire tutto il mio compito. La mano stretta alla mia scompare e io mi alzo in piedi con un salto, entro nell'aula e faccio delle smorfie alla docente. Vengo trascinata via dai miei amici, che mi rimproverano e ridono dicendo che dovrò affrontare la Grande Punizione. Quindi si gettano in un tombino fuori dall'aula e mi trascinano con sé, conducendomi in un buio infinito.

Rido.








Un mese dopo...


Non so ancora quale università scegliere, ma credo che prima o poi, a prescindere dagli studi, dovrò seguire uno di quei corsi di psicologia sui sogni. Perché so che la mia me intelligente sta cercando di mandarmi dei messaggi attraverso queste storie contorte che sogno di notte, ma la me di fuori non ha una mente così avanzata da comprendere appieno!

Insomma, perché devo crearmi ogni notte film mentali che mi metteranno in crisi il giorno dopo? Questo in particolare. Negli ultimi tempi l'ho sognato spesso, con molte varianti ma lo stesso punto in comune: sinceramente, ripensandoci sembravo pazza anche ai miei occhi! Ma che te ridi Mary della mia testa? Sei per caso il Joker? No! Allora smettila di fare la matta nei miei sogni!

Fantastico. Oggi sono irritabile persino con me stessa. Quando si dice, svegliarsi con un carattere buckiano.

Poggio la cartella sulle scalinate e mi getto di peso a sedere. Sembrerò Winnie The Pooh, ma... Oh, che rabbia!

Non so nemmeno esattamente perché.

So solo che questo sogno mi da molto fastidio. Molto, molto fastidio.

Vedo Raffaele arrivare, al mio contrario illuminato da una radiosa aurea di felicità. Pffff.

"Ehilà, ragazza mia". Mi saluta, tutto gioioso.

PFFFFF.

"Stai praticamente saltellando. Non si saltella in quel modo. Sembri un generatore di gioia ininterrotta". Bofonchio in risposta.

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