Crazy for you

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Sono sfinita, ho bisogno di una lunga doccia di due ore. L'allenatore oggi era scalmanato: abbiamo fatto più di quattro serie di scatti, e solo dopo qualche minuto di pausa ci ha messo a fare la speed ladder.

Credo di non aver mai odiato una scala in vita mia quanto poco fa, mentre il forte sole non faceva che aumentare il mio tormento.

"Su con la vita, ragazza!". Filippo sbatte la spalla contro la mia, che s'infiamma di nuovo.

"Brutto...!". Spingo via il suo braccio tatuato e sudato; è cambiato molto da quando l'ho incontrato quella fatidica sera. Di certo non il suo modo di trattarmi, visto che mi vede ancora come una piccola bambina inetta, però ho scoperto molte cose sul suo conto.

Da quando è entrato a far parte della squadra, tutto sorpreso perché una ragazzetta come me faceva un gioco del genere, abbastanza faticoso e difficile, il nostro rapporto si è in qualche modo evoluto.

Una sorta di amicizia, anche se a volte ha iniziato a comportarsi come un fratello maggiore solo perché ha tre anni più di me. Uomo arrogante.

"Ah ah, le parolacce non dovrebbero far parte del vocabolario di una signorina". Mi fa lui, muovendo il dito davanti la mia faccia prima che io possa effettivamente imprecare.

"Se avessi le forze per fare altro oltre che tornare a casa, ti ucciderei".

"Certo, certo. Però metti un attimo da parte la Vedova Nera che è in te e dimmi che cosa potrebbe far piacere ad una ragazza per un anniversario". Inizia a camminare all'indietro per guardarmi in faccia. Bene, lo farò finire contro un palo se riesco.

"Seriamente? Stai cercando di capire cosa regalarle quando la data X è domani ed è già pomeriggio?".

"Sono il vecchio cliché del ragazzo delle sorprese all'ultimo minuto, che ci posso fare?".

"Io direi più ultimo secondo, ma fai te". Alzo gli occhi al cielo.

"Allora? Mi dai una mano, mi dai una mano, mi dai una ma-".

"Continuerai a fare così finché l'autobus non arriva, vero?".

"Vedo che il tuo cervello non ha perso completamente la poca materia grigia che ha. Dunque, mi aiuti?".

Do un'occhiata all'orologio, rendendomi conto di avere ancora dieci minuti, più il tempo della corsa del bus visto che il mio gravoso destino ha deciso che dovessi vivere nello stesso quartiere di questo tipo. Sono più i momenti che non lo sopporto che gli altri, ormai.

Nah, forse lo sopporto solo per la sua storia... o almeno la parte che so io.

Per il momento, so solo che la sua ragazza è rimasta incinta e ora vive con lei e un bellissimo bambino pacioccoso. Dalle poche cose che ho captato nelle sue frasi, nessuno dei due sembra essere rimasto in buoni rapporti con la famiglia, ma non lo direi con certezza. Questo è il poco che mi ha raccontato lui e ho visto una foto della ragazza con in braccio il bambino.

Quello che davvero mi ha conquistata, anche se non lo ammetterò mai, è come il suo volto si illumini ogni volta che ne parla. Per quanto possa fare il difficile e l'arrogante pieno di sé, e sembri egoista e... insomma, ci siamo capiti; comunque, nasconde un po' di tenerezza sotto quel grande tatuaggio. Forse è per questo che, dalla più completa diffidenza che ho provato all'inizio, sono passata a parlare con lui e tornare insieme verso casa; inoltre, è uno dei più piccoli della squadra, quindi era destino che legassi più con lui, pur essendo appena un novellino.

Gli altri sembrano stare su un altro pianeta, dall'altezza della loro veneranda età di quasi trent'anni, quindi avere finalmente un compagno con cui chiacchierare è, devo dire, confortante.

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