Trouble

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"Sei serio? Sono due mesi!". Ho tanta voglia di colpire questo ragazzo con il quaderno, ma cerco di calmarmi.

"Non ci posso fare niente! Mica è un interruttore che accendi e spegni!". Fa lui alzando le mani in segno di resa. Te la do io la resa, te la do.

"E allora? Davvero hai messo tutta la creatività nei primi capitoli? E noi poveri lettori?".

"Tu povera lettrice. Sei l'unica che lo legge". Borbotta in risposta. Respiri profondi. Respiri profondi, Mary.

"È comunque un grande affronto al mio orgoglio di lettrice".

"Ti stai dimenticando una cosa fondamentale... a chi importa del tuo orgoglio?". Vuole davvero che gli tiri qualcosa dietro? Ho l'astuccio chiuso e pronto, a portata di mano.

"Wooo". Fa Ema dai posti dietro e Raf gli batte il cinque.

"Voglio solo sapere cosa succede ai due!".

"E hai detto niente- incrocia le braccia- Ragazzina, una storia è tutta nella suspence".

"Finalmente lui sa, della sua famiglia e del controllo che hanno sulla città. Sa tutto! Degli autori e di ogni altra cosa. E tu che fai? Ti fermi?! C'è Alexander che pensa ad un modo per gestire la situazione, appellandosi al suo Dio sadico, il sentimento di non si sa cosa che trapela dagli occhi guardando lei e poi... boom?! Vuoto totale?! Niente di niente?!".

"Grazie per il recap, ma non mi serve a molto. La storia la conosco abbastanza bene".

"E allora dammi un finale!".

"Mia piccola principessina, non sono che a metà della storia. Un finale non c'è neanche nella mia testa, per ora. Avrai il finale di questa vicenda, invece, appena sarà possibile. Impara l'arte della pazienza".

"Sei serio? Vuoi dirmi che neanche tu sai come andrà? Ma sei l'autore! Tipo il cattivo lì dentro! E poi, pazienza un corno! E sono sicura che anche tua sorella la principessina ti avrebbe mandato a quel paese in una situazione del genere". Sbuffo, incrociando a mia volta le braccia al petto.

"Perché? Gliel'hai insegnato tu?".

"Wooo". Ricomincia il nostro compagno e io vengo assalita da una grande voglia di lanciare qualcosa contro anche a lui. Non so da dove venga tutto questo sentimento nel veder lanciare oggetti, oggi. So solo che mi sembra la cosa giusta da fare, ma dopo quattro anni di classico terrò duro per non farmi cacciare da scuola. Sono più importanti quattro anni di pianti e tormenti sui libri che vedere la faccia di Raf o Ema dopo avergli tirato qualcosa dietro.

Convincitene.

"Ema, non hai altro da fare? Che ne so, non interessarti ai discorsi degli altri?".

Boom.

Colpito, affondato.

"Nah, siete abbastanza interessanti. Continuate pure". Ci fa cenno con la mano di andare avanti e Raf gli da uno scappellotto in testa.

Agh.

"Torna a dormire, vai". Raf gli spinge la testa dietro e quello si rimette la musica nelle orecchie. Il professore è di nuovo in ritardo.

Sarà ancora al bar come l'ultima volta oppure starà facendo un'importante chiamata come la volta prima? Chi lo sa. A volte nemmeno la vicepreside, per quanto lo rincorra per riportargli alla mente il giusto orario scolastico, non riesce a trovarlo. Se è una di quelle volte o se l'incubo pascaliano è solo ritardato, lo sapremo tra qualche minuto.

Intanto, io ho un obiettivo da raggiungere.

Dritti alla meta, conquista la preda!

"Un piccolo indizio... solo uno, please!". ***

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