Due rubini ✅

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Correvo, correvo tanto...
Dovevo scappare, avevo origliato qualcosa che non avrei dovuto sentire.
Tremavo, le forze mi stavano abbandonato, ma dovevo correre, non avevo il tempo di essere debole.

Sfortunatamente inciampai su un ramo e caddi.
Mi sentivo sorvegliata, controllata... sapevo che cosa mi stesse osservando, sentivo i suoi passi, le sue zampe poggiavano sul terreno con una tale pesantezza, che per un momento pensai di aver a che fare con un elefante.

Sentivo il suo respiro caldo sulla mia testa, ma non avevo il coraggio di alzarla.
Sapevo di essere accerchiata, guardavo a destra e a sinistra, si vedevano solo i loro occhi brillare nell' oscurità...

Ad un certo punto li sentì ringhiare, ma ciò che mi fece alzare di poco la testa fu un ringhio potente, profondo, forte.
Gli uccelli stavano scappando.
Come avrei voluto essere una di loro,per poter scappare via anche io da questo casino.
Non ero pronta a morire...

Ed ecco un altro ringhio che mi fece alzare completamente il capo.
Ciò che vidi mi tolse il fiato...
Due rubini mi scrutavano nella penombra.
Sembrava quasi che mi volessero leggere l'anima.
La cosa più strana era che non mi mettevano a disagio, anzi mi infondevano un senso di...sicurezza.

Ciò che mi tolse il fiato fu osservare il portatore di quegli occhi.
Di fronte a me si ergeva un lupo di 2 metri o più, nero come il carbone.
Riusciva a mimetizzarsi col buio della notte.
Solo i suoi occhi rossi come il sangue riuscivano a brillare nell'oscurità.

Non riuscivo a non guardarlo, non avevo mai visto un lupo di quella portata.
Avrei voluto affondare le mie mani nel suo manto all'apparenza sofficissimo.
Avrei voluto osservarlo da vicino.
Non provavo alcun tipo di paura nei suoi confronti.
Il suo sguardo non era cattivo o feroce.
Osai pensare che fosse dolce e premuroso.

Mi guardava negli occhi senza ringhiare o mettersi in posizione d' attacco.
Stava lì di fronte a me.
Occhi negli occhi, come se volesse capire...me.

Il nostro contatto visivo fu interrotto da un ringhio più basso.
Un lupo alla mia destra, di cui potei vedere solo gli occhi azzurri, si stava avvicinando a me a passo lento, come se volesse studiarmi.
Ciò, che vidi nei suoi occhi ,mi fece tremare le gambe.
Nei suoi occhi leggevo solo la voglia di uccidermi.

Misi la testa fra le gambe come forma di protezione,pronta a dir addio alla mia vita.
Non ero pronta a morire.
Però si sa, la morte è l'unica certezza di cui non puoi mai sapere come o quando avverrà.

Aspettai, ma non accadde nulla.
Tremavo come una foglia.
Avevo paura di alzare lo sguardo per poter vedere quanti di loro fossero pronti ad attaccarmi.
Passò qualche secondo, a me parvero delle ore, ma non accadde nulla.
Sentì solo un tonfo e un ringhio basso lontano da me.

"Alza il capo" sentì una voce nella mia testa.
Sentire quella voce bassa e forte mi fece venire i brividi sulla schiena.
"Perfetto ora sono pure pazza" pensai
<Non sei pazza> ora la voce non era più nella mia testa, veniva dall'esterno, e sapevo a chi appartenesse, l'avrei potuta distinguere fra mille.
E tutti i ricordi di quella giornata affiorarono nella mia mente...


La mattina precedente:

<MAMMA!!> gridai scendendo le scale di casa mia, cercando di non inciampare e fare la conoscenza col pavimento.
Anche se io e il pavimento eravamo amici, dato che cadevo ogni volta.
<Dimmi Luna e non gridare!> disse mia madre, con voce irritata, uscendo dalla cucina.
"Come sempre, dopotutto..."  pensai alzando gli occhi al cielo.
Vi presento Alice, mia madre: una donna di 46 anni, capelli a caschetto, di un castano chiaro, occhi verdi alta 1,62m. Tutti dicevano che ero la sua fotocopia spiccicata, beh può darsi, ma preferivo pensare il contrario...
Ah, mi presento: sono Luna, ho 22 anni, 23 a luglio, nella vita faccio la "pecora nera" della famiglia.
Ho lasciato l'università e adesso vago solo con la mia fantasia.
Il mio sogno sarebbe viaggiare per il mondo..
"Beh che volete farci, sono perennemente indecisa..."
Sono alta 1,60m, ho gli occhi di un marrone banalissimo, i capelli castani, per quanto riguarda il mio fisico, non sono né in carne e né magra, sono giusta...almeno per me; ero arrivata ad avere un buon rapporto con il mio corpo, avevo passato anni ad odiarlo.
Troppa cellulite, troppe smagliature, troppo di tutto, ma la realtà è che la società ci può controllare si, ma siamo noi a dover decidere come e cosa vogliamo essere, indipendentemente dal pensiero degli altri; alla fine tutti ti giudicheranno sempre e su qualsiasi argomento, infischiandosene dei tuoi sentimenti.
Quindi,prima impariamo a fregarcene e prima la nostra vita prenderà una piega diversa.

Eternamente miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora