Il piccolo Josh

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Luna's POV
Erano passati 15 giorni da quando Christine aveva cercato di avvelenarmi.
Il giorno dopo dicemmo a Michael, Nastia, Sun, Kyle e Cole che avevamo intenzione di sposarci, ovviamente Sun e Nastia fecero le feste come due bambine.
Avevano già deciso tutto:
Il mio vestito, l'allestimento, gli invitati, i testimoni e la data, di cui mi opposi.
Volevano che ci sposassimo il mese prossimo, ovvero il 25 maggio, ma non me la sentivo, avevo una bruttissima sensazione.
Non so spiegarlo a parole, ma era qualcosa che opprimeva il mio sterno e mi lasciava senza fiato.
Non parlai di nessuno delle mie sensazioni, perché potevano essere solo stupide paranoie o solo, sapete, ansia prima del matrimonio.

Christine aveva parlato con Aiden dei piani di Ingrid, ma ovviamene quei cavernicoli avevano deciso di tenere noi ragazze all'oscuro di quello di cui erano venuti a conoscenza.
"Brutti buzzurri!" Dissi addentando un pezzo di pizza  al tonno, la mia preferita!
In quelle due settimane ero impazzita per il tonno, ne avevo sempre voglia. Ero persa nei miei pensieri quando sentì qualcuno dirmi nell'orecchio
"Chi sono i buzzurri?",saltai dalla sedia e mi girai lentamente, pronta ad uccidere chiunque mi avesse fatto perdere 10 anni di salute.
Avevo una mano sul cuore e cercano di calmarlo, girata del tutto vidi chi era stato a parlare: Josh.
Quel piccoletto era la mia ombra ormai, non mi lasciava mai sola.

"Piccoletto" gli dissi scherzandolo e scompigliandogli i capelli "mi hai fatto prendere un infarto"
"Luna che cos'è un buzzurro?" Chiese cercando di sedersi sullo sgabello, troppo alto per un bambino della sua età, così mentre glielo spiegavo lo aiutai a mettersi seduto
"Sono gli uomini che tengono noi donne all'oscuro di tutto" gli dissi, anche se il significato era completamente diverso, ma in quel momento dissi la prima cosa che mi venne in mente.

"Gli uomini sono stupidi" disse lui convinto e addentando un pezzo di torta al cioccolato, lo guardai alzando un sopracciglio "ma tu sarai un uomo da grande" si girò con l' espressione più buffa che avessi mai visto in un bambino.
Aveva gonfiato le guance, ormai sporche di cioccolata, e mi guardava contrariato , col dito dito che muoveva in senso di negazione "io sarò l'uomo, non un uomo" disse soddisfatto.
Beh il suo discorso non faceva una piega, ma era troppo adorabile per contraddirlo.
Poi mi venne in mente la domanda che mi stava torturando da quando lo avevo incontrato 3 settimane fa.
Mio Dio erano già passato meno di un mese da quando ero qui.
"Josh?"
Lui si girò a guardarmi, ingoiando l'ultimo boccone, aveva la faccia tutta sporca.
Presi un tovagliolo e iniziai a pulirlo "come fai a conoscermi?" Gli chiesi
Lui abbassò la testa, sembrava che si stesse trattenendo dal piangere, mi si stava spezzando il cuore.

"Josh!" Scesi dallo sgabello,  e mi misi in ginocchio per essere alla sua altezza.
Gli appoggiai una mano sulla guancia e gli asciugai una lacrima, aveva i suoi dolci occhioni neri colmi "che cosa succede piccolo? Parla con me" lo abbracciai e pianse a singhiozzoni
"Tu hai cercato di salvare la mia mamma" disse fra le lacrime, non capivo di cosa stesse parlando, così mi allontanai e lo guardai di nuovo.
"Andiamo nella mia stanza, ok?" Lui annuì e lo presi in braccio.

Andammo nella stanza mia e di Aiden e ci sdraiammo sul letto, si strinse a me, e io ricambiai il suo abbraccio.
Smise di piangere e pensai si fosse addormentato, ma si allontanò da me e mi guardò "tu hai cercato di salvare la mia mamma" disse con la sua vocina, bassa, distrutta dallo sforzo.
"È successo 2 mesi fa...e-eri dal signor Carl... io e mamma eravamo nel bosco. E-e..." ricominciò a piangere.
Io mi alzai appoggiando la mia schiena alla tastiera del letto e lo abbracciai, appoggiandolo sulle mie gambe "ssh Josh, ci sono io con te"
"U-un cacciatore c-ci ha attaccato e-e ha cercato di prendere me, m-ma mamma mi ha p-protetta e Lui le ha sparato"
E ora ricordavo tutto:

Ero dal signor Carl, era pomeriggio inoltrato, stavo cucinando qualcosa per Carl che era andato a pesca e all'improvviso sentì uno sparo, proprio a qualche metro di distanza dalla casa.
Corsi a vedere cosa fosse successo e trovai, in una pozza di sangue, una lupa, la quale respirava a mala pena.
Mi abbassai a vederla, lei ululò dal dolore e cercò di alzarsi, quando ci provò cadde con un tonfo profondo, non distoglieva lo sguardo da un punto fisso.
Poi vidi dove puntava il suo sguardo, dietro di me c'era un cacciatore che puntava il fucile su un cucciolo di lupo.
Mi alzai subito e in silenzio presi un bastone, era pensate anche per me, ma non so con quale forza lo tirai dietro alla testa del cacciatore.
E lui cadde stordito, e gli tirai un altro colpo e svenne.
La prima cosa che feci fu prendere il cucciolo, era davvero spaventato, aveva negli occhi il terrore puro.
Cercò di sfuggire dalla mia presa ululando, e mi ricordai della lupa.
Corsi subito da lei con in braccio il cucciolo, lo lasciai per terra e mi caricai la lupa sulle spalle.
Corsi nella casa di Carl con dietro il piccolino, entrai in casa e cercai qualcosa per curarla, per mia fortuna entrò nemmeno dopo un minuto di tempo Carl, che appena vide me sporca di sangue e poi la lupa, capì tutto.
Mi disse di tornare a casa, e che ci avrebbe pensato lui.
Io volevo rimanere lì, ma lui insistette e disse che parlando stavamo solo sprecando del tempo, alla fine acconsentì e uscì dalla casa, pronta a tornare nella mia.
Ma proprio fuori dalla porta c'era il cucciolo che ululava per richiamare la mamma, lo presi in braccio e lo coccolai, fino a quando non si addormentò e poi lo portai dentro la casa di Carl, per appoggiarlo sul divano.
Intanto Carl aveva chiamato qualcuno, che pensavo fosse un veterinario, e senza disturbarlo me ne andai.
Mi ero sempre domandata se fosse riuscito a salvare la lupa, avevo chiesto più volte a Carl, ma lui aveva sempre sviato l'argomento, e ora avevo il piccolo cucciolo stretto fra le braccia.

Eternamente miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora