La vera identità

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<Perché c'è un ritratto di Muriel?!>

"Tanto tempo fa la Dea Luna e la Dea Sole generarono due eredi.
Tra le due Dee non scorreva buon sangue.
La dea del Sole era invidiosa della bellezza della Dea Luna, mentre lei amava con tutto il cuore l'altra Dea.

La Dea Sole, Muriel, partorì una bambina, Ρόζα (Rosa), la cui beltà non era certo motivo di invidia, ma la sua gentilezza eclissava gli Dei.
Per questo motivo diventò la sacerdotessa della Dea madre.

La Dea Luna generò un maschio, Αλέξανδρος (Alexander), la cui forza e coraggio erano pari a pochi Dei.
Era nato sotto la Luna Blu, questo voleva dire che era stato benedetto dalla forza dei lupi.
Sin da piccolo aveva dimostrato di essere attaccato a quei animali, e loro lo seguivano dappertutto.
Così la Dea Luna lo nominò protettore dei Lupi.

Tutti acclamavano la Dea Luna e suo figlio e l'invidia di Muriel crebbe sempre di più.
Soprattutto quando Alexander uccise uno dei suoi amanti.
Così decise di attuare la vendetta per colui che non meritava l'amore.
Lui che conosceva solo l'amore della madre, avrebbe conosciuto il dolore dell'amore.
L'avrebbe fatto innamorare e poi gli avrebbe tolto tutto.

Sapeva anche chi sfruttare per quello scopo: sua figlia.
Rosa non aveva mai conosciuto l'amore, nemmeno quello di sua madre, che non l'aveva mai amata.
Era nata per sbaglio e viveva nel timore di qualche ripercussione nei suoi confronti.
Quando la madre le disse il piano, lei avrebbe voluto rifiutarsi con tutta se stessa, ma la madre la minacciò.
O avrebbe fatto innamorare quell'uomo o le avrebbe tolto la vita.
Avrebbe voluto opporsi, ma aveva paura, perché sua madre non mentiva quasi mai.

La Dea Luna venne a sapere dei piani della sua nemesi, ma rimase in silenzio.
Conosceva suo figlio, e sapeva che non si sarebbe fatto abindolare così facilmente.

Ma si sbagliava.

Rosa e Alexander si incontrarono nella foresta di Fenmarel Mestarine.
Un Dio clemente, che aveva sempre sostenuto e aiutato Rosa, andando contro sua sorella.
Quell'incontro fu davvero un caso.
Rosa era andata a raccogliere gli Epimedium, mentre lui era di ronda per controllare che i cacciatori di Muriel non toccassero i suoi lupi.
Non si erano accorti della presenza dell'altro, perché la foresta era silenziosa, ma quando Rosa fece rumore, Alexander non ci pensò due volta a scoccare la sua freccia dorata.
Per qualche millimetro la freccia non le si conficcò al centro del petto, fortunatamente la sfiorò soltanto, ma la ferì ugualmente.

Quando ella cadde a terra lui la soccorse subito.
Era davvero mortificato.
Non aveva mai commesso un simile errore, di solito era sempre preciso e non scoccava frecce così a caso.
<Mi dispiace davvero> disse guardandola negli occhi, e fu in quel momento che capì di non avere scampo.

Lei gli aveva rapito la mente e stregato il cuore.

<Non si preoccupi, è tutta colpa mia...non avrei dovuto comparire così all'improvviso> cercò di smorzare la tensione Rosa, anche se era tutta dolorante.

<Come vi chiamate?> chiese lui, lei lo guardò e lo vide per la prima volta.
Aveva una bellezza che non aveva paragoni.
Gli occhi neri erano come il cielo notturno che lei tanto amava.
I capelli scuri erano legati dietro la nuca, la pelle ambrata luccicava col la luce lunare.
Sentì qualcosa muoversi nel petto, qualcosa che non aveva mai provato prima e ne fu terrorizzata ed incantata.

<Rosa...> sussurò persa ed egli le sorrise.
Era il sorriso più bello che lei avesse mai visto.

E fu l'inizio della maledizione.

Eternamente miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora