Ibridi

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Aiden' s POV
Erano passati due giorni da quando Luna era stata rapita. Due giorni in cui avevo dormito poco e niente, perché appena dormivo sognavo una vita che un tempo era stata mia.
Luna era sempre la protagonista dei miei sogni, fra noi due non c'era un rapporto idilliaco, era sempre freddo e distaccato.
Ora sapevo qual era il mio vero nome "Amos", un tempo ero stato Amos... era l'unica cosa che sapevo, c'erano ancora pezzi della mia vita, che erano oscuri alla mia mente.
Ma li avrei scoperti e Luna sarebbe tornata da me.

Erano due giorni in cui quasi nessuno mi rivolgeva la parola, Nastia l'aveva con me in un modo spropositato. Avevo ricevuto uno schiaffo da parte sua il giorno precedente, quando le avevo comunicato che lei, Caleb e Josh sarebbero dovuti andare dai suoi genitori... avevo messo in salvo gran parte del mio branco, la cosa che la fece imbestialire fu quando venne a conoscenza del fatto che, nel caso Luna non fosse stata rapita, sarebbe dovuta rimanere nella casa branco, ad adempiere ai suoi compiti di Luna.
Qualcuno potrebbe pensare che era una cosa egoistica da parte mia, dato che lei era in dolce attesa, sarebbe rimasto con lei qualche lupo, ed era nel mirino di Ingrid...beh, mettetevi nei miei panni, ero un Alpha, il mio compito era quello di proteggere il mio branco, ad ogni costo.

Amavo Luna, ma il branco veniva prima di tutti; forse era stato un bene che l'avessero rapita. Sapevo per certo che non l'aveva rapita Ingrid e nemmeno Jasper, non sapevo il motivo, ma in cuor mio sapevo che era al sicuro...forse lontana da me lo sarebbe stata ancora di più.
Il fuoco dell' Alpha bruciava in me e mi appannava ogni ragionamento sensato...non riuscivo più a distinguere ciò che era giusto da ciò che in realtà non lo era.
Avevo acquistato l'antipatia di molte persone, fra i quali anche Jonathan, Christine e anche Aaron.
Jonathan non mi parlava e né guardava, lui l'aveva amata, lo sapevo dall'inizio, ma alla fine si era rassegnato e ora considerava Luna come sua sorella; Aaron, invece, mi odiava perché aveva capito che avrei rischiato anche la vita di mia figlia, per il branco e Christine aveva dato voce, a quei pensieri taciti degli altri.
"Sei solo un egoista del cazzo, non posso credere che avrei messo a repentaglio la vita di Luna, per l'attrazione verso un uomo schifoso come te...hai saputo camuffare il vero te fino ad ora, spero che Luna non torni mai da te"...queste erano state le sue parole, che erano state un pugnale nel mio cuore.
Analizzandomi, era come se in me convivessero due Aiden, esattamente come in Cole, ma a differenza mia lui non aveva mai permesso a qualche ragazza di avvicinarsi a lui...mentre io ero stato solo un egoista del cazzo.
Se Luna fosse tornata da me, avrei dovuto chiederle perdono in ginocchio.

"È quasi l'alba..." disse Kyle freddamente nella mia testa. Ah, si anche Kyle mi voleva picchiare a sangue, solo Cole sembrava tollerarmi in quel momento.
Eravamo nei campi di Rocky Mountain, le sentinelle ci avevano avvertiti che alcuni giganti di ghiaccio, dei cacciatori ed Ingrid erano lì.
Il branco di Jasper distava qualche chilometro più in là, ma ci avrei messo la mano sul fuoco, lui sarebbe venuto per me.
Eravamo in tantissimi, quasi centomila uomini, fra licantropi, giganti di fuoco, elfi, vampiri, fate... Eravamo in vantaggio numerico rispetto a loro, ma rimaneva un' incognita, colui che aveva aiutato i giganti di ghiaccio a nascondersi.
Era una minaccia? Non lo sapevamo, il Consiglio non aveva idea di chi potesse nascondersi dietro a quella battaglia.
A parer loro doveva essere qualcuno di molto potente, che in qualche era passata, era stato un capo.

Il Consiglio era dalla nostra parte, non tutti erano scesi in battaglia per combattere, alcuni erano troppo vecchi e non avrebbero sopportato una battaglia, sarebbero caduti.
In compenso ci avevano mandato i loro guerrieri migliori; confidavo in loro, avremmo vinto, sentivo già il sangue di Jasper colare dalla mia bocca. Non vedevo l'ora di poter staccare la testa a quella piaga, e liberare per sempre il loro branco.
Sua sorella avrebbe combattuto con lui, non l'avrei toccata, avevo incaricato la mia guerriera migliore per farlo.
"Stanno arrivando!" Ululò Cassio nelle nostre menti. I tamburi batterono forti nelle nostre orecchie, era la canzone che suonò quando mio nonno combatté contro di loro.
La musica che sentì prima di morire, ma non sarebbe stata la canzone della nostra morte.

Eternamente miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora