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2010- HARRY

"Papà!!!" chiamai urlando dalla tromba delle scale, ma non mi rispose. Dov'era finito?

La casa di mio padre ad Holmes Chapel, nella contea del Chesire, era molto più grande rispetto a quella dovevo vivevo con mia madre.

I miei genitori si erano separati quando avevo 7 anni, e da allora avevo sempre diviso i miei fine settimana con mio padre da quelli con mia madre. Non mi era mai pesato in realtà: facevo cose diverse con loro anche prima che si separassero. Mio padre mi portava in bicicletta e mia madre mi preparava i biscotti.

Le cose cambiarono quando mia sorella Gemma divenne abbastanza grande da decidere che i suoi week end erano da decidare alle amiche o al ragazzo di turno, e io, seppur più piccolo cominciai a volere le stesse cose. Mi sembrò quasi surruale il mio primo week end trascorso nel garage dei miei amici a guardarli ammaliato mentre suonavano i loro strumenti. Avevo già avuto esperienza sul palco quando ero più piccolo, e mi colpì l'idea che avrei potuto esibirmi affiancato da altri componenti. Mi piaceva l'idea del lavoro di squadra, come una famiglia.

Non passò molto tempo prima che convincessi mia madre a lasciarmi più libero e mio padre ad accettare che ero diventato troppo grande per le scampagnate in bicicletta. Dedicavo il mio tempo alla mia rock-band: io ero il cantante dei White Eskimo. Suonavamo per rappresentazione scolastiche e qualche volta ci era capitato di essere invitati ad eventi un po' più ufficiosi.

Penso di essermi innamorato in quel periodo della musica, del canto, del pubblico e della sensazione che si prova quando sei sul palco. Non riuscivo neppure ad immaginare che proporzioni avrebbe raggiunto se fossimo veramente riusciti a superare la temuta fase della casa dei giudici.

Prima di volare in Spagna però, verso la favolosa residenza di Simon Cowell, il giudice al quale era stata affidata la categoria gruppi, ci era stata concessa l'opportunità di passare del tempo insieme per conoscerci e per cominciare a preparare il brano che avremmo dovuto cantare per superare la fase.

La casa di mio padre sembrava la migliore opportunità quando ne avevamo parlato dato che tutti avevano in casa fratelli o sorelle e non avevano abbastanza spazio. La villa di papà invece poteva ospitarci tranquillamente dopo aver sistemato e pulito tutte le camere degli ospiti; cosa che avevamo fatto insieme nei giorni precedenti. Quando avevamo finito, ero totalmente imbrattato di sudore ed ero andato a farmi una doccia e preparmi per accogliere i ragazzi con cui facevo gruppo.

O per lo meno era quello che stavo tentando di fare quando il campanello aveva suonato. "Papà!!" gridai più forte. Niente. Non mi lasciò altra scelta che scendere le scale con i capelli ancora bagnati e i vestiti umidicci attaccati al corpo.

Aprii la porta con foga e mi ritrovai a fissare i due occhi azzurri che avevano stuzzicato per tutto il tempo il retro della mia mente.

"Ciao Harry" mi salutò Louis con un sorriso raggiante e lo sguardo che vagava dai miei capelli bagnati, ai miei occhi e alla mia bocca... ok. Forse me lo stavo immaginando.

Di rimando sorrisi anch'io: era inevitabile. "Ciao Louis...posso aiutarti con il borsone? " feci per allungare la mano per prenderglielo, ma quando le nostre dita si toccarono la allontanai. Lui non sembró notarlo, anzi continuava a sorridere e disse "Ce la faccio tranquillo, piuttosto vai ad aiutare Niall"

Niall? Allungai il collo per vedere la strada: gli altri tre ragazzi stavano scendendo dal grande SUV che li aveva accompagnati. Mi resi conto un minuto dopo che ero stato stupido a pensare che sarebbero venuti con le loro famiglie: eravamo ad XFactor adesso...o almeno tentavamo di entrarci.

Zayn e Liam trascinavano tranquillamente due piccoli trolley dietro di loro, Niall invece aveva qualche difficoltà ad usare le mani perché pretendeva di mangiare contemporaneamente un sandwich al tonno.

Alwaysinmyheart - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora