Alwaysinmyheart - Larry Stylinson

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Si parla di tempo in questa storia.

Di tempo che si dilata, si restringe e della sua importanza e degli attimi che vanno vissuti.

I primi capitoli sono delle battute brevi, battute scandite da incontri tra Harry e Louis.

Quanto più brevi sono gli incontri, quanto più brevi saranno i momenti, quanto più lungo sarà il tempo soggettivo che loro vivranno.

In poche parole, nei primi capitoli gli incontri di Louis ed  Harry sono brevi, per alcuni quasi insignificanti, ma come verrà spiegato a breve, l'importanza del tempo è data dal soggetto.

Più i momenti si allungano, più loro lo percepiscono velocemente, più i capitoli si allungano.

Buona lettura.

Quando un uomo siede vicino ad una ragazza carina per un'ora, sembra che sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa accesa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.

-Albert Einstein

Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.

-Stephen Hawking

Il tempo non esiste, il tempo è soggettivo. 

L'attimo si dilata in base all'osservatore.

Il tempo è interconnesso all'evento e al soggetto che lo vive.

Questa è la versione filosofica e la teoria scientifica di Albert Einstein.

La versione letteraria vuole che il tempo, per quanto misurabile matematicamente, sia inversamente proporzionale all'accellerare del battito cardiaco.

Più il cuore della persona batte più forte, più l'attimo diventa lungo.

Quando gli occhi di Harry Styles e Louis Tomlinson si incontrarono per la prima volta, il loro tempo soggettivo rallentò, fino a fermarsi.

E' quello l'attimo immortalato, da cui comincia tutto.

2010 - Manchester Central - HARRY

Non ero nervoso.

A dir la verità in confronto alle centinaia di ragazze e ragazzi che mi circondavano sembravo il più composto e rilassato,sebbene mi sudassero le mani.

C'era un ragazzino castano in fondo alla sala che si stropicciava la camicia a quadri e il cartellino col numero, come se volesse strapparseli. Lui sì che era nervoso.

Distolsi lo sguardo e mi concentrai sulla mano di mia madre sulla mia spalla.

"Sei teso, tesoro? Manca ancora molto al tuo turno."

Mia madre, Anne, era l'incarnazione della madre perfetta.

Era morbida come una mamma dovrebbe essere, dolce e gentile.

Aveva quel modo di coccolare i suoi figli, ormai adolescenti, senza metterli in imbarazzo.

Non mi accarezzava come se fosse ancora la mamma protettrice nei confronti del suo bambino; mi accarezzava come se fosse la mamma che accarezza il suo piccolo uomo, che sta accompagnando nella vita.