"I miei occhi ti guardavano come se tu fossi acqua da bere e io fossi un assetato nel deserto. E per quanto dovessimo negarlo con le parole Lou, il mondo se ne è sempre reso conto.
Harry"
2010 - LOUIS
Dovevo decisamente darmi una regolata.
Harry era più piccolo, era un ragazzino, era innocente e forse dal giorno seguente non ci saremmo più visti perchè saremmo stati esclusi dalla gara.
Quindi..maledizione, che cosa mi stava passando per la testa? Baciarlo mi sembrava già una cosa assurda, e col senno di poi mi rendevo conto che ero totalmente folle, ma toccarlo? Dove diamine volevo arrivare?
Mi terrorizzava il fatto che non sapessi controllarmi quando ero vicino a lui. Avevo voglia di abbracciarlo e stringerlo un secondo, poi di baciarlo e assaporare la sua lingua e il secondo dopo ancora, avevo voglia di respingerlo e scappare il più possibile lontano da lui. E forse se avessi potuto farlo, mi sarei dileguato nel cuore della notte senza avvisare nessuno.
Invece ero lì, in quell'hotel lontano da casa più di qualsiasi altro posto avessi mai visitato, con il ragazzino sedicenne che mi stava sconvolgendo la vita. Come faceva ad avermi stravolto nel giro di poco più di un mese ? Più ci pensavo, più mi sembrava assurdo, più volevo scappare e più il solo pensiero di allontanarmi da lui mi faceva impazzire.
Ero fuori dall'hotel, nel giardino interno, quello sul quale si affacciava la nostra stanza e fissavo lo schermo del telefono scalciando qualche sassolino. Avrei dovuto chiamare Hannah: non parlavo con lei al telefono da qualche giorno ormai, mi limitavo a inviarle messaggi avvisandola di quanto fossi stato impegnato. Sì, impegnato a tradirla, con un ragazzo. Sembrava una situazione ridicola solo a pensarci.
Avrei dovuto chiamarla e parlarle di quanto era carino l'hotel, della mia stanza con le tendine e le lenzuola intonate, delle prove che avrei dovuto fare con i ragazzi più tardi, del mio compagno di stanza molto gentile... avrei dovuto avere la voglia di farlo, ma la verità è che ero confuso e non riuscivo più a capire cosa volessi.
Stavo per premere il tasto di chiamata, ma il pollice si rifiutava di premere quel semplice tastino. Così chiamai l'unica persona al mondo la quale voce mi infondeva calma e serenità.
Mentre aspettavo che rispondesse agli squilli, mi resi conto con una punta di panico che la voce di Harry mi faceva esattamente lo stesso effetto.
"Tesoro" rispose mia madre con la voce dolce
"Ciao mamma" la salutai come un bambino di 9 anni "come va lì?"
"Tutto bene tesoro, manchi a tutti. La nonna non vede l'ora di vedere le registrazioni del programma. Manchi anche a Stan: ha chiamato oggi pomeriggio chiedendomi come potesse contattarti, ma gli ho detto che lo avresti fatto tu quando saresti stato pronto" Sapere che il mio migliore amico mi aveva cercato mi fece scaldare il cuore e un po' di preoccupazione evaporò."A te va tutto bene? come ti stai trovando?"
Le feci brevemente un riassunto delle ultime ore: l'atterraggio, l'hotel, la stanza, l'orario assurdo della cena e tralasciai il fatto che avevo praticamente quasi fatto una sega ad un ragazzino semi-nudo che era mio collega davanti ad uno specchio. Dovette avvertire qualcosa di strano nella mia voce, perchè mi chiese subito " Cosa c'è orsacchiotto* ? C'è qualcosa che non va?"
Arrossì nel buio quando mi appellò con il nomignolo che usava quando ero piccolo " No mamma...penso solo di essere un po' stanco e agitato. Non mi sembra vero di essere qui; è tutto così...ehm..nuovo per me." confessai, tentando di descrivere le mie sensazioni nel modo più neutro possibile.
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Alwaysinmyheart - Larry Stylinson
Fanfiction2010 - The X Factor - La vera storia di Harry Styles e Louis Tomlinson Il tempo non esiste, il tempo è soggettivo. L'attimo si dilata in base all'osservatore. Il tempo è interconnesso all'evento e al soggetto che lo vive. Questa è la versione fi...