Capitolo 36

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Cos'è peggio di avere una ragazza nei suoi periodi, in casa?

Avere una ragazza INCINTA, in casa.

Vivere con Andrea in questo periodo è più che altro barzelletta,ma ha anche i suoi 'contro'. Alcune volte la trovo mentre piange sul divano,senza un motivo. Altre volte ride mentre mangia. No,non è divertente. Molte delle volte mi inquieta.

Si avvicina Natale e tutte le feste dietro lui.

Oggi torna Valerio e Socia e hanno deciso di festeggiare da qualche parte con alcool.
"Hope,disturbo?"

Giulio mi vide concentrata a leggere,ma in realtà stavo solo fissando quelle pagine piene di parole,mentre ero assolta nei miei pensieri. "No,figurati. Dimmi",nonostante sia passata una settimana,la mia lingua è ancora dolorante ma ci sto prendendo l'abitudine.
"Senti,so cosa è successo con Valerio e hai tutte le ragioni del mondo. Perció... non so come dirtelo"

No,non capivo o forse non ci tenevo io a capire.
"Tutto d'un fiato Giù"
" Se vuoi magari non ci riuniamo nel vostro appartamento. Magari andiamo a casa mia."

Fra tanti posti, scelgono questo edificio? Si,l'hanno fatto seriamente.

Non potevo rovinare tutto,Andrea e Alison hanno comprato già la roba da mangiare e fra qualche ora dovrebbero arrivare tutti. Se l'avessi fatto passavo per l'egoista,per la pischella.

"Non preoccuparti Giulio,la cosa non mi tocca più di tanto".

Forse.

Andai in cucina per accettarmi che tutto sia apposto o se ci fosse il bisogno di una mano,ma nulla. Così uscii un po'.

Erano quasi le sei del pomeriggio, su Roma poggiava un fantastico tramonto dalle vivaci sfumature. Le strade erano affollate di ragazzi che ridevano,di bambini che giocavano e di coppie che si slinguazzavano dietro angoli di case che stanno per cedere. Decisi di prendere la macchina e recarmi nel posto preferito di Luca,in quella piccola parte di campagna. L'aria è pura e gradevole,non ci sono rumori,non ci sono persone,solo il vento che accarezza dolcemente l'erba e quel poco di sole che sensualmente si poggia sulle balle di fieno. Nella tasca del giubotto trovai uno spinello che presi giorni prima a Luca. L'odore del fumo entrò in circolo nelle vene e una sensazione di tranquillità accarezzò i miei pensieri. Inspirai il più che potevo ed espirai godendomi quel piacevole momento di solitudine. Vedevo il sole abbandonarmi lentamente minuto per minuto.
"Anche tu qui?"
Mi paralizzai, i miei muscoli erano tesi e i miei pensieri si spostarono sulla realtà. Non adesso,non lui, non qui.
"Se stai cercando di evitarmi, sappi che cederai"
Mi voltai verso di lui: era lì,poggiato sulla sua moto,con le braccia strette lungo il suo petto.
Non gli dedicai la mia attenzione e mi girai ad osservare il panorama che si presentava davanti i miei occhi,continuando a stordirmi con il fumo.
Sentii piccoli passi venire incontro a me; era vicino, fin troppo. Posò una mano sulla mia spalla e si sedette sull'erba secca.
I suoi occhi erano fermi su di me ma non avevo il coraggio di parlare, né di guardarlo così abbassai il volto.
"Non puoi far così. Ora non mi caghi ma stasera? Abbasserai lo sguardo tutte le volte che mi vedrai? Hope,non sei una bambina, reagisci"
I miei occhi lucidi si incrociarono con i suoi, profondi,misteriosi, accattivanti.
Prese il mio viso fra le mani e mi staccò lo spinello dalle labbra.
" Se ti vuoi rovinare, non farlo davanti i miei occhi, non mi fa stare bene"

"C-che vuoi?"
Cercai di rispondere in modo convincente, ma la mia voce tremava.
"Dire: Te, sarebbe troppo scontato"
"Ma muori"
"Bene,posso capire,qualcos altro?"
"Sei uno stronzo,schifoso,porco,perverso, sfigato,fallito"
"Ancora?"
"Sei stupido,non ragioni,non capisci un cazzo."
"Si?"
"Ti odio"
"E io ti amo, questo é un guaio, come la mettiamo?"
"Mettiamo che tu sparisci da qui e te ne vai a farti fottere"
"Oppure seguiamo il mio piano"
Mi bloccò di scatto i polsi e si avvicinò perivolosamente a me.
"Direi che ora va bene"
Prese il mio labbro inferiore fra i denti,per poi succhiarlo leggermente e con molta dolcezza. Non potevo prendere per il culo me stessa, questo ragazzo provoca in me cambiamenti in pochi secondi, non potevo negarmi che forse tutto questo lo desideravo e pensavo da giorni.
Presi il suo mento fra le mani e baciai Valerio con tutta la forza e passione che avevo. Era un bacio sincero, selvaggio. Un incontro fra lingue che non si toccano da tempo, di labbra che non si assaporavano da giorni, di pelle che non si sfiorava da parecchio. Ci gettammo a terra e continuammo a baciarci per minuti e minuti.

Bιg as τo seem ιnfιnιte || Ser Travis ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora