Dicono che ogni casa abbia un profumo proprio,ma non si riesce a distinguerlo quando quest'ultimo è della casa personale. Non nel mio caso,non quando manchi più di 10 anni da una casa dove sei cresciuta. La casa di nonna Carla profuma di camomilla. Il suo appartamento era due piani più su rispetto a quello di mia zia Serena. L'accoglienza è stata un misto fra lacrime di nonna Carla e sorrisi da parte di zii e cugini. La nonna,dopo la morte del nonno Salvatore,è diventata molto sensibile e ogni tanto le vengono attacchi di panico. Ogni volta che mi vede,le scappano le lacrime,come se fosse la prima volta. È una donna sui 65,molto giovanile e sempre alla moda; dal suo appartamento usciva un profumo di ragù che mi fece venire l'acquolina.
"E Danilo?",chiesi.Danilo è mio cugino. Ci siamo sempre trovati bene assieme; ha la mia stessa età e da piccoli eravamo molto affezzionati,stesso carattere e stesse passioni. Tipo un mio gemello,solo più alto e muscoloso.
"Danilo ormai ci sta poco a casa. Da quando ha conosciuto Clary non fa altro che stare con lei. Una poco di buono,tutta tette,culo moscio e smaliature. Si crede bella e ama sprecare i soldi di tuo cugino,non lui. Si è trovato un doppio lavoro. Pensa,l'ha minacciato di lasciarlo se non le comprava una borsa Gucci. In poche parole una PUTTAN..."
"Mamma!",mia cugina Rebecca,più piccola di me di qualche hanno,fermó zia sul più bello. Scoppiai a ridere,non l'avevo mai sentita così.
"Una puttana?",continuai.
"MACCHÉ! NA PUTTANAZZA!"Risi troppo,fino alle lacrime,fino a che la milza inizió a farmi male.
"Mh,devo intervenire io,ho capito"Le cene della nonna all'italiana mi erano mancate. Tutti quei piatti,che solo a vederli ingrassi di qualche chilo. Si era fatto tardi e decisi di andare a trovare Danilo.
Zio Aurelio mi accompagnó sotto il bar dove l'adorata coppietta passava le serate.
Il locale puzzava di lercio e di alcool; alla mia destra c'era il bancone dei panini,dove a servirli era una signora sui 60,con il trucco sbavato e un vestito corto come una maglia. Restai impalata sulla soglia dell'entrata; feci una smorfia di disgusto e mi feci spazio tra i camiomisti. La sala del bar era colma di giovani,probabilmente senza gusto per la scelta del locale. Passai tra i tavoli e finalmente vidi Danilo. Corsi da lui e mi infiltrai nella conversazione della sua amata.
"Ehy,ciao,come stai? Spero di non averti disrurbata ma sai sei abbastanza troia e cornuta. Il tuo ragazzo se la fa con me."Presi velocemente Danilo per la faccia e lo baciai,per poi trascinarlo fuori. Lui era abbastanza sconvolto,ma non capivo se per il bacio o per avermi vista lì,all'improvviso.
La ragazza corse,per quel che poteva con quel tacco 12,fuori,strillando come una gallina.
"Danilo? Danilo! Chi è questa sgualdrina?"
"Senti ochetta spennata,ritorna nel tuo stagno di merda",sputai acidamente. Mi avventai contro di lei ma la mano di Danilo mi bloccò il petto.
"Che schifo! Che modi! Danilo,senti. Sono disposta a perdonarti solo se lasci quella cosa lì e mi regali un nuovo paio di Carrera. Per colpa tua,mi son caduti a terra!" ,continuò con quella fottutissima voce stridula da cagna. Danilo si avvicinó a lei con passo sensuale,la prese dai fianchi e le strappò dalle mani le chiavi della sua moto. Io stavo esultando,quando mi baciò.
"Ciao Clary,stammi bene". Gli saltai sulle spalle e corremmo via gridando. Arrivati sotto una chiesa ci fermammo e ci sedemmo sui gradini.Da piccoli io e Danilo ci siamo iscritti ad un corso di recitazione e recitammo nel musical di Romeo e Giulietta. La prima cosa che ci insegnarono fu la scena del bacio. Ovviamente un bacio da recitazione,dove a toccare le mie labbra non furono quelle di Danilo,bensì il suo mento.Parlammo del più e del meno e lo convinsi di lasciare definitivamente Clary e di rifarsi una vita, magari con qualche sbronza in più e magari con me. A disturbarci fu un gruppo di ragazzi,forse fumati,che cantarono a squarciagola un motivetto molto orecchiabile.
<< La gente come noi pensa solo FUCK
e chi ci ascolta fa: What the FUCK
tu grida al cielo se cambiamo il Rap
ora hai capito perchè siamo qua.>>Davanti a me si piazzó Valerio.
"Devo parlarti",disse"NO!"
"Capisco che sei stata in America parecchi anni,cara. Ma la mia è un'affermazione."
"Non vedi? Sono impegnata,vai via"Mio cugino era abbastanza a disagio e si sentiva di troppo.
"beh,forse è meglio se vada... ciao Hope,ci vadiamo a casa",disse,per poi baciarmi la guancia e andarsene.Dopo che il suo corpo svanì tra le ombre dei palazzi freddi della città,Valerio si mise accanto a me,abbracciandomi.
Fui impassibile,non ricambiai tutto quell'affetto.
Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorrise.
"Cosa siamo?"
"Nulla.",mi risposi e mi alzai per andarmene.Da lontano sentii la sua voce.
"Questa risposta non vale!"Corse verso me per poi prendermi improvvisamente in braccio.
"Sei stronza,ma non ti lascio andare così"Mi portò su per le scalinate e mi poggiò con le spalle contro il campanile. Si avvicinò e poggió le mani sul mio bacino.
"Aspetta... aspetta",si allontanò e guardò l'orario.
"Sono le 23.59,abbi pazienta Cenerentola"Mi misi a ridere e d'un tratto le campane iniziarono a suonare.
"Ora ti bacieró per questi primi cinque minuti,poi andremo a casa", così furono i cinque minuti più belli di questa Cenerentola.
STAI LEGGENDO
Bιg as τo seem ιnfιnιte || Ser Travis ||
Fanfiction"CORRI DENTRO,SALVATI!" Prese dalla tasca una piccola pistola e la puntò contro l'aggressore. Erano arma contro arma,entrambi con le mani ben serrate e i pollici pronti a sparare. Lo sparo partì,sentii il colpo assordante ma non capii chi avesse col...