Capitolo 25

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Mi voltai. Era un signore su i cinquant'anni,abbastanza alto ed esile. Non aveva un aspetto affidabile,anzi,tutt'altro. Forse era colpa della sua folta barba,a tratti bianca,a tratti nera o forse la sua puzza di vino o quel viso che di cicatrici ne ha conosciute. Come non intuire che qualcosa non andrà male. Mancava poco al portone di casa,ma ero lì,immobile,a fissarlo mentre tremavo,fragile. Provo a correre,ma le sue grosse mani afferrano ferocemente la mia vita,trascinandomi dietro. Un panno mi bloccò il grido che uscì spontaneo dalla bocca. Non c'era nessuno che poté sentirmi. Un qualcosa di freddo si poggiò sulla schiena,quel qualcosa meglio definito come pistola. Ero paralizzata. Non so neanche cosa volesse da me.
"Sh,tranquilla. Stai buona,piccola troietta,non ti succederà nulla"
Iniziai silenziosamente a piangere. Una mano si poggió su una natica e me la strizzó fortemente.
"Ci divertiremo..."
D'istinto gli morsi il pollice (la mia arma segreta,dopo i pizzicotti e i graffi). Mi liberai e corsi,velocemente,senza guardare avanti,senza sapere dove fossi diretta. E urlai più forte che potevo,gridavo aiuto mentre sentivo i suoi passi pesanti venirmi contro. Da un garage uscì un ragazzo,allarmato.
Era Valerio. Mi venne incontro e urlò:
"CORRI DENTRO,SALVATI"
Prese dalla tasca una piccola pistola e la puntò contro l'aggressore. Erano arma contro arma,entrambi con le mani ben serrate e i pollici pronti a sparare. Lo sparo partì,sentii il colpo assordante ma non capii chi avesse colpito chi. Raw corse verso di me,abbracciandomi e coprendomi la visuale.

Bιg as τo seem ιnfιnιte || Ser Travis ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora