capitolo 9

2.5K 55 0
                                    

Era troppo volevo sparire, morire. In fondo anche a scuola mi reputavano un'errore.
M:" ma ti rendi conto di quante cazzate hai sparato?! Non è colpa sua se tua madre è morta-"
Io:" Mason sta zitto ha ragione Logan, io vado in camera." Dissi con tono quasi apatico.
Ero in camera a preparare le valige sarei uscita dalla finestra, ero al primo piano non ci sarebbero stati molti problemi a saltare, sentivo le voci di Mason e Logan urlare in salotto, ma davo importanza solo agli insulti che usava Logan per descrivermi.
****
Era da un'oretta che viaggiavo tra le strade di Los Angeles sotto gli occhi, curiosi, dei passanti. Con me non avevo soldi quindi non potevo permettermi di passare la notte in un' albergo, anche perchè sono troppo piccola e chiamerrebero sicuramente la polizia.
Lo so è da irresponsabili scappare di casa, ma dopo aver sentito tutte quelle cose per me era impossibile rimanere lì. In fondo non sarebbe dispiaciuto a nessuno, nemmeno a Daniel ormai mi aveva abbandonata e non rispondeva più ai miei messaggi o chiamate. Con me non avevo soldi a sufficienza nemmeno per comprare un pezzo di pane e avevo portato le valige, che iniziavano a pesare. Era estate e per mia fortuna di sera non faceva troppo freddo, era qualcosa di sopportabile.
Avevo percorso ormai 6 chilometri ed essendo abbastanza lontana da casa decisi di fermarmi in un parchetto, era mal messo e isolato, questo significava che non ci sarebbero state molte persone. Se tutto andava bene i miei "fratelli" non si sarebbero accorti della mia scoparza fino ad ora di cena, l'unica volta che Ryan era entrato in camera era stata per obbligarmi a cucinare il pranzo.
*******
Era passato un po' e iniziava a far buio, ormai oltre a me non c'era nessuno. Eravamo solo io, la natura, le poche macchine che passavano e le stelle che si iniziavo a intravedere. Le mie valige erano sopra una panchina ben illuminata, mentre io ero seduta su un altalena. " io non ho paura" continuavo a ripetermi nella testa, quando con la coda dell'occhio vidi una macchina fermarsi davanti all'entrata del parco sentì il mio sangue gelarsi.
Mi nascosi dietro un cespuglio, non pensando ai bagagli. In quel momento sperai molte cose, che non era un maniaco, uno stupratore o un semplice ladro che rubasse le uniche cose che avevo.
Arrivò anche una seconda macchina. I ragazzi in tutto erano dieci, ma non riuscivo a vederli in faccia, era troppo buio e io mi trovavo troppo distante da loro, per fortuna. Avevo un piano, non era molto intelligente, ma non avevo altra scelta. Appena si sarebbero distratti io sarei corsa via, calcolando la lontananza e il fatto che ero abbastanza veloce sarei riuscita a trovare un vicolo dove nascondermi prima che quei ragazzi mi notassero.
Uno di loro ha indicato le valige, da una parte ero felice che non mi avessero ancora trovato, ma dall'altra se prendevano le valige a me non rimaneva più niente. Le valige erano state caricate sulla macchina, ma i ragazzi si ostinavano a non voler andarsene. Il ragazzo che avevo a più o meno 30 metri si era girato dandomi le spalle così decisi di iniziare il mio piano. Appena uscì fuori, iniziando a correre verso dei vicoli, sentì una voce gridare di fermarmi, ma chi è il deficente che si fermerebbe in una situazione del genere? Probabilmente solo gli attori dei film horror che provano a fare gli eroi, ma alla fine falliscono e sappiamo tutti che vengono uccisi.
Avevo quasi raggiunto un vicolo, ma avevo 5 ragazzi dietro di me che continuavano a seguirmi, non bastava nascondermi. Continuavo a correre prendendo strade a caso, atraversando strade. Era rimasto solo un ragazzo, sarebbe stato semplice seminarlo. Il ragazzo si era girato per vedere se c'era qualcun'altro dietro di lui e io usai quel momento di distrazione per infilarmi nel primo vicolo che ho trovato, era abbastanza luminoso e riuscivo a vedere tutto quello che mi circondava.

i miei fratelli mi odianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora