capitolo 17

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il tempo era volato, la gara era andata benino dato che ero arrivata terza su venti partecipanti. Le giornate le avevo passate con Marck e se non stavo con lui stavo con Daniel e il mio migliore amico. Ora dovevamo tornare in America e lasciare di nuovo il mio ormai ex-fratellastro faceva molto male, ma almeno sta volta mi aveva promesso che ogni tanto mi avrebbe chiamato.

In aereo io e Marck eravamo seduti vicino al finestrino , mio fratello era perso nei suoi pensieri e fissava il vuoto, volevo chiedergli a cosa stava pensando, ma non trovai il coraggio. In questa settimana ci eravamo avvicinati, ma sentivo che non avevamo legato abbastanza e non potevo chiedergli cosa gli passava per la testa.

M:" Sam, quando torneremo a casa dobbiamo comportarci come se non fossimo mai stati insieme per una settimana. Fidati sarà meglio per entrambi" ammetto che ci rimasi male, molto. Non risposi, mi avrebbe visto troppo debole, in più non riuscivo a parlare avevo un nodo in gola che non me lo permetteva. Guardavo fuori dal finestrino con sguardo vuoto e assente, prima avevo sperato che una volta arrivata in quella casa, che per me poteva essere definita anche inferno, sarebbe cambiato tutto e che almeno per una volta avrei avuto un alleato lì dentro. "a quanto pare la fortuna non gira dalla mia parte" pensai sospirando. Non so quanto tempo sia passato, mi ero addormentata cullata dai miei pensieri, Marck mi aveva svegliato dicendo che eravamo arrivati e che Logan e Rayan ci stavano aspettando e quindi ci dovevamo sbrigare. Scesi dall'aereo e Marck si avvicinò agli altri due mentre io rimanevo a distanza di sicurezza.

R:" andiamo a casa, fra un po' arriva." non finisce la frase, ma si gratta il collo. Ovviamente avevo capito che era una specie di "messaggio segreto" e che ero l'unica che non aveva capito. Logan mi si avvicinò e mi prese il polso trascinandomi, malamente, verso l'uscita poi anche in macchina. Rayan, essendo l'unico maggiorenne e con la patente, guidava, Marck era seduto al sedile affianco al guidatore e Logan nei sedili posteriori affianco a me. La strada dall'aeroporto a casa non è moltissima, circa 20 minuti, in macchina nessuno fiatava e quello che doveva essere mio fratello mi punzecchiava, cercando di farmi arrabbiare o darmi fastidio, ma senza successo. L:" sai Sam, mi sei mancata un po'." fece una piccola pausa poi continuò con un sorriso stampato sul volto. " no scherzo mi è mancato farti male." subito dopo il suo sorriso si trasformò in una smorfia :" ma non è divertente se non reagisci quindi fa qualcosa!" lo guardai negli occhi per un po' di secondi poi tornai a guardare fuori dal finestrino, sentì Logan sbuffare e sussurrare un " che palle" per poi iniziare a parlare con gli altri 2. Vedevo Marck che ogni tanto mi guardava, ma non gli davo importanza. Quando finalmente arrivammo a casa presi le mie valige e mi precipitai in camera mia sperando di non infastidire i miei fratelli. Da quanto avevo capito oggi sarebbe venuto a casa un loro amico e questo significava che io non dovevo uscire dalla mia camera. Erano passati a mala pena 20 minuti, io ero distesa nel mio letto a non fare nulla mentre i miei fratelli stavano parlando con il loro "amico" in salotto. Dopo un po' non sentì più le loro voci, volevo scendere, ma non ero sicura del fatto che se ne fossero andati quindi decisi di scrivere a Marck. Lui mi rispose quasi subito, un semplice "no" era un no freddo e non capivo il perché mi rispondeva così, prima quando eravamo da soli mi trattava in modo quasi dolce mentre ora a malapena mi parlava. Dopo un'ora ferma in camera mia a giocare con il telefono o a leggere mi ero stancata quindi stavo escogitando un modo per uscire senza passare per la porta principale. Alla fine decisi di passare per la finestra dato che non era troppo alto, prima di uscire però decisi di scrivere un messaggio a Marck dove lo avvisavo di star uscendo. Una volta uscita dal cancello, con gli auricolari alle orecchie, iniziai a correre, non sapevo dove e quanto avrei corso l'unica cosa che sapevo è che dopo aver corso un po' mi sarei sentita bene e questo mi bastava. Da quando avevo iniziato, un po' di anni prima, a correre insieme al mio ormai ex-fratellastro ogni giorno quando potevo uscivo e a volte anche di nascosto. In quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era staccare da tutto e tutti e correre da sola, sentendo la mia musica preferita e il battito regolare del mio cuore.

i miei fratelli mi odianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora