[12] luce

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You:Mi piaci, Levi

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You:
Mi piaci, Levi.

Scrissi quel messaggio velocemente senza rileggerlo un'altra volta, me ne pentii subito.

Il primo passo per capire ció che provavo era parlarne con lui, o almeno, così pensai quando mandai quel messaggio senza esitazione.

Levi era la prima persona che mi faceva sentire davvero viva, speciale ed importante. Era lontano da me, eppure lo sentivo così vicino.

"Chi se ne importa?" pensai a voce alta, "Mal che vada abita lontano da me, non lo vedrei mai. Non starei male."

Poggiai il telefono sulla scrivania con una mano che tremava come una foglia.

Stavo ciondolando sul mio letto controllando il telefono ogni ventisette secondi in attesa di un suo messaggio. Era diventata un'ossessione che non riuscivo a gestire.

Suonó il telefono e mi sobbalzó lo stomaco.

Levi:
Anche tu mi piaci, T/N.
Posso chiamarti?
Ho bisogno di sentirti.

Era assurdo, inspiegabile, incontrollabile, straziante, pazzesco ed incredibile.

Dipendevo da lui.

Non volevo, non dovevo, ma dipendevo totalmente da lui. Sentivo che era tutto ciò che volevo, tutto quello di cui avevo bisogno.

You:
Si.

Sentí subito il telefono suonare e risposi al primo squillo.

Eravamo al telefono, ma c'era solo silenzio.

"Levi..." sussurrai.

"T/N, ciao."

"Cosa volevi dirmi?" chiesi cercando di fare la finta tonta.

"Voglio parlarti."

"Dimmi."

"Mi piaci così tanto."

A quest'età non si decide, succede. Non si programma, arriva e basta. Un po' come il sole dopo settimane di pioggia.

Quando piove si sa che prima o poi il sole tornerà a brillare, ma è proprio quando meno te l'aspetti che un raggio di luce entra dalla tua finestra illuminando tutto all'improvviso.

Levi era quel raggio di luce.

Lo aspettavo da così tanto tempo che mi sentivo confusa, non lo capivo, in effetti ci misi un po' a realizzare che quella luce esisteva, così calda e luminosa.

"T/N?" mi chiamó.

"Si, scusa."

"A cosa stai pensando?"

"A quanto sono stata fortunata ad averti conosciuto."

Succede proprio così, una mattina ti svegli e ti rendi conto che hai una persona così speciale al tuo fianco. Dentro di te piove da così tanto tempo che nemmeno ti ricordi com'era fatto il sole.

Per me era la prima volta però, che penetrava così forte nella mia stanza. La prima volta che avevo paura della potenza con cui si sarebbe potuto impadronire del mio mondo.

"Dio, quanto vorrei averti qui al mio fianco." lo sentì sussurrare con una voce roca.

Mi spaventó come tutto in quel momento prese colore, eppure sembrava così bello che mi fidai ciecamente di lui. Mi fidai e mi lasciai andare. Mi lasciai trasportare dai sentimenti che provavo.

"Levi, sento che ti desidero troppo." mi scappó dalla bocca.

Era bello, bellissimo, non capivo più. Tutti i miei pensieri andavano in una direzione, la mia vita prendeva finalmente un senso.

"Anch'io ti desidero."

Decisi di fidarmi di una persona che non ero io e che per giunta era lontano da me. Volevo dedicargli ogni secondo della mia vita, ogni pensiero, ogni parola, ogni carezza immaginaria.

"Che facciamo?" gli chiesi.

"Facciamo che al primo volo per Manchester lo prendo e vengo da te."

"Si... ho bisogno di te."

"Cristo, lo so T/N." mormoró a voce bassa, "anch'io ho bisogno di te."

Levi era così interessante.

Non era mai una certezza perché non potevo sapere cosa ogni mattina il suo carattere bipolare mi riservava, ma perfino le sue lamentele erano belle da ascoltare.

Avrei voluto le parole per spiegargli per bene tutto ciò che stavo provando, quanta ansia avevo di sentirlo e di confessargli i miei veri sentimenti.

"È inspiegabile quanto averti con me mi renda felice." mi disse Levi facendomi sorridere, "Ho davvero bisogno di te."

"Dobbiamo capire meglio questi sentimenti." cercai di tornare in me stessa.

"Hai ragione." sussurró, "però non scherzo quando dico che senza di te la mia vita non sarebbe più la stessa, e se lo dico un motivo c'è."

"Levi, cazzo, anche per me è lo stesso."

"Si? E allora dimmelo."

Il suo tono era provocatorio, così gli risposi allo stesso modo per dargli ciò che voleva, In qualche modo, sapeva sempre come avermi in pugno.

"Neanche la mia vita sarebbe la stessa senza di te." confessai.

"Proprio quello che volevo sentire."

Avevo bisogno di riflettere, di capire. Dovevo stare da sola con me stessa per comprendere meglio i sentimenti che provavo per Levi.

"Levi, devo davvero rifletterci sù."

"Lo so, tranquilla. Devo farlo anch'io." mi rassicuró con la sua dolce voce.

"Ci sentiamo dopo?"

"Okay."

"A dopo allora."

"T/N?" mi chiamó per non farmi chiudere.

"Si?" risposi.

"Grazie."

"Di cosa?" chiesi confusa.

"Di esserci."

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