[42] berlino

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Arrivammo a Berlino alle 22:50 di sera, dopo una lunga litigata per via dei messaggi di Jean

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Arrivammo a Berlino alle 22:50 di sera, dopo una lunga litigata per via dei messaggi di Jean.

Alla fine decisi di non rispondergli, ci avrei pensato dopo a cosa fare.

Avevo cose più importanti a cui pensare.

Levi mi aveva proposto di andare a vivere per un po' da lui, finché non avrebbe preso la decisione di accettare il lavoro proposto da Eren oppure no.

Non avevamo detto niente nè ad Erwin nè ad Hanji, doveva essere una sorpresa.

Il taxi ci scortó dall'aeroporto a casa di Levi.

"Abiti qui quindi?" gli chiesi scendendo dall'automobile.

Era una casa a solo, con un piccolo giardinetto davanti ben curato e pulito ed una stradina scoperta che portava alla porta d'ingresso, abbastanza spaziosa.

La casa era ben visibile anche dalla strada e lo spiazzo di ghiaia che si apriva alla sua destra poteva essere comodamente utilizzato come parcheggio per le automobili senza dar fastidio alla vivibilità dello spazio esterno.

"Si." rispose, ma poi si fermó di botto osservando il prato, "Che cazzo hanno combinato quei due? È sporchissimo qui!"

Beh, a me sembrava pulito.

"Sporchissimo?" chiesi confusa.

"Bisognava spazzolare l'erba per togliere sabbia e polvere accumulati qui! Dovevano usare l'aspirapolvere e anche una paletta, dopo aver raccolto tutto si doveva passare al lavaggio vero e proprio, a secco."

Forse era davvero più fissato con la pulizia di quello che pensavo.

"Oh giá hai ragione, si doveva fare così..." mentì e lui si voltó per guardarmi male, "Che sbadati Erwin ed Hanji, dovevano lavare con acqua..."

Non ero così brava a dire bugie.

Forzai un sorriso e lui aprii il portoncino per farmi entrare, mantenendo lo sguardo arrabbiato su di me.

"A secco." disse.

"Eh?"

"Lavare. A. Secco." ripetè.

"Ah...si..." sussurrai soffocando una risata, lui non esitó a continuare a guardarmi male, forse peggio di prima.

Mi stava facendo paura.

Entrai facendo una piccola corsa per evitare i suoi sguardi.

Dopo un paio di secondi vidi Levi accanto a me, di fronte la porta di ingresso, prendere delle chiavi e metterle dentro la serratura.

Poi mi guardó e mi fece segno di fare silenzio, poggiando l'indice sulle sue labbra, io annuii e lo seguii senza fare rumore.

Entrammo dentro la casa cercando di alleggerire i nostri passi il più possibile per fare una sorpresa ad Erwin ed Hanji.

Solo dopo ci rendemmo conto che non c'era nessuno in casa e che tutti i nostri sforzi erano stati vani.

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