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attenzione: il seguente capitolo potrebbe risultare disturbante per alcuni lettori, (violenza psicologica e fisica).

spazio autrice:attenzione: il seguente capitolo potrebbe risultare disturbante per alcuni lettori, (violenza psicologica e fisica)

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"Hai accettato, vero?" mi chiese Hanji al telefono, emozionata di sentire la notizia che mi aveva dato Armin.

"Si!"

"Sono felicissima per te! Finalmente avrai una seconda possibilità."

Sorrisi e appoggiai la mano sulla mia scrivania, prendendo la penna e scarabocchiando un foglio di carta bianco che avevo davanti agli occhi.

"Anche io, per fortuna Armin si è fatto perdonare bene." risposi.

"Eh giá, comunque, come stai?" domandò.

Una domanda che odiavo con tutto il mio cuore.

Ad essere sincera, non capivo neanche il senso di chiedere ad una persona come stava. Non lo sapeva già? Si capiva perfettamente dal tono di voce.

"Sto bene."

Stavo di merda, in realtà.

"E tu?" chiesi.

"T/N, non mentirmi...non stai bene." sussurrò.

La penna che stavo passando sul foglio bianco si fermò e la vidi tremare, per colpa della mia mano che non finiva di muoversi.

"È già passato un mese, non hai fatto progressi con la terapia?"

[FLASHBACK]

"Le pillole non l'hanno aiutata?"

"No dottore, anzi, peggiorano i miei attacchi di panico." risposi allo psicologo.

"Non so cosa dirle, ho provato di tutto..." sbuffò.

Un bravo terapeuta avrebbe dovuto starmi vicino ed aiutarmi, invece, quello mi faceva sentire come un peso.

"Forse è meglio se fermiamo la terapia." disse voltandosi verso di me.

"C-Cosa? Ma io ne ho bisogno!" urlai cercando di mantenere la calma, con le poche forze che mi restavano in corpo.

"Non sta facendo progressi, è meglio fermarci per un po' e vedere come va."

Firmò un foglio davanti ai suoi occhi e me lo passò.

"Non so cosa fare per aiutarla, signorina T/C."

[FINE FLASHBACK]

"No." dissi sinceramente, "Non mi ha aiutato affatto."

"Ne devi uscire per forza, non puoi stare così."

Mi facevo così tante domande nella mia testa.

I nostri programmi? Le nostre promesse?

Chissà cosa stava facendo in quel momento. Con chi era, a chi pensava, se aveva mangiato, quali erano i suoi programmi, se stava facendo un buon lavoro o no e se era entusiasta.

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