Capitolo 29 - Noall: Il Ragazzo Di Nome Jace

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Al suo risveglio Noall non trovò più Jace. Si era addormentato profondamente, come non gli succedeva da mesi, se non di più. Ma ora non c'era più Jace.
Si maledì per aver pensato di dover proteggere quello stupido ragazzino. Era andato via sconvolto e non era più tornato, l'isola non era posto per quelli come lui.
Noall scosse la testa per non pensarci. Ormai era fatta e lui non poteva fare nulla per cambiare le cose.
Dopo pochi minuti un'altra brutta sorpresa si rivelò davanti ai suoi occhi.
Connor. Quell'uomo era arrivato la sera precedente, probabilmente dalla stessa corrente marina che aveva portato lì Jace e si era stabilito nella capanna, dopo aver sconvolto il ragazzo.
Lo guardò dormire per alcuni istanti. Era alto e magro,con la pelle bianca come il latte e i capelli neri, né troppo lunghi né troppo corti. Portava una cucina bianca rovinata e a giudicare dalla posizione in cui giaceva doveva avere una ferita piuttosto grave alla gamba destra. Sembrava un veterano di battaglia.
Noall uscì dalla capanna per trovarsi immersi nel calore del sole. Come ogni mattina la nebbia copriva ogni altra parte dell'isola, così Noall non poté fare altro che continuare la creazione che aveva iniziato il giorno prima. Si trattava di un'arma, formata da quattro anelli metallici, ricavati dagli scarti della nave trovati a riva, uniti uno all'altro per formare un rozzo tirapugni. Uno per mano, ovviamente.
Mentre modellava il settimo anello, usando le mani come martelli e il ginocchio come piano d'appoggio, sentì Connor svegliarsi.
- buona mattina, straniero - esordì infatti dopo pochi minuti uscendo dalla capanna zoppicando.
Noall grugnì un saluto poco lusinghiero.
- come sei indisposto, per essere un ragazzino - disse Connor raccogliendo un bastone per appoggiarvisi e raggiungendolo - siamo destinati a vivere qui insieme per sempre, o finché non moriremo, dovremmo imparare ad andare d'accordo -
- hai fatto andare incontro alla morte Jace, dimmi perché non dovrei ucciderti ora - rispose Noall apatico.
- dubito che sia morto, se è sopravvissuto ad una lama in un occhio e al naufragio - rispose Connor - e poi ti ho fatto un favore. Ha tradito la sua vecchia compagna di viaggio, non vedo perché non dovrebbe fare lo stesso con te ora -
- ha tradito la principessa? -
- no, non lei, l'altra ragazza che li accompagnava, Reyla - Connor si sedette e iniziò a massaggiarsi la gamba.
- forse hai ragione, ma non gli hai concesso neanche il beneficio del dubbio - disse Noall - non hai neanche provato a nascondere il tuo odio -
- odio? - Connor ghignò - io non odio quel povero ragazzo. Ho pietà di lui. Si è cacciato in una situazione fuori dalla sua portata -
Noall non poteva che concordare ma... - eppure non ha esitato ad aiutare una sconosciuta. Non è qualcosa che si vede spesso, oggigiorno -
Connor, con grande sorpresa di Noall, annuì - devo dire che hai proprio ragione. È un ragazzo pieno di ideali e senso d'onore, non c'è dubbio. Non mi spiego perché abbia tradito quella ragazza, ma deve avere avuto le sue ragioni -
- ha protetto la principessa e per questo gli sono grato - disse Noall - e non voglio che muoia su quest'isola. Merita di meglio -
- nessuno merita di morire qui, ragazzo - disse Connor e facendo roteare il bastone.
- sapevi che era solo un contadino? - disse Noall quasi ridendo.
- un contadino molto speciale se è arrivato fin qui vivo - disse Connor alzando un sopracciglio.
Noall aprì la bocca per rispondere ma la nebbia improvvisamente esplose verso l'alto.
Una scia nera, velocissima, saettò nel cielo, innalzandosi sopra di loro in un arco e atterrando di fianco alla capanna, con così tanta violenza da fare cadere a pezzi la struttura.
Fu tutto così veloce che Noall non capì fino a quando la polvere alzata dal vento non si posò a terra.
Allora rimase senza parole. Davanti a lui si innalzava un drago, enorme e brutale.
Vide con la coda dell'occhio Connor immobile e bianco in volto dallo spavento.
Noall infilò nelle dita i tirapugni appena finiti e si scagliò in avanti senza esitare. Era un gesto inutile e disperato, ma non poteva fare altro.
Ma il drago non si mosse, lo fissò con gli occhi verdi così intensamente che Noall non poté fare altro che fermarsi a pochi passi da lui, incapace di resistere a tanta potenza in un solo sguardo. Era come cercare di aggredire un temporale, una forza della natura incontrastabile.
Ma il drago non lo uccise. Arricciò il labbro superiore mostrando le zanne e lo inondò con una folata di fumo bianco e caldo.
Quando riaquistó la vista Noall si trovò faccia a faccia con... Jace.
- per fortuna ti sei fermato - disse lui superandolo e dirigendosi verso la capanna crollata - ti avrebbe ucciso senza problemi -
Jace iniziò a spostare le assi e tirare fuori dalle macerie le bisacce con dentro le poche cose che erano riusciti a ritrovare o fabbricare nei giorni passati.
Noall guardò in silenzio prima lui, poi il drago. Lo fede parecchie volte, incredulo - tu... È un drago - disse poi con la bocca asciutta.
Il drago sbuffò di nuovo del fumo.
Jace ridacchiò - è un'osservazione acuta - disse alzandosi. Sembrava soddisfatto. Si diresse verso di lui e gli lanciò in mano una bisaccia - ma adesso non c'è tempo, dobbiamo andare -
Noall lo guardò dirigersi verso il drago, ancora troppo sorpreso e spaventato per muoversi - andare dove? -
Jace, che ormai era di fianco alla creatura, lo guardò come se avesse fatto una domanda assurda. Noall aveva l'impressione che invece fosse una domanda più che giustificata.
- a trovare e salvare May, ovviamente - rispose tranquillo.
Connor si alzò così in fretta che Noall dubitò che fosse veramente ferito alla gamba - tu... Vuoi volare con quel drago - deglutì così forte che Noall poté sentirlo distintamente da tre metri di distanza.
Jace annuì - ovviamente - iniziò a salire sulla groppa del drago,usando come appiglio le scaglie nere - e non andrò da solo -
Noall non poté fare a meno di notare come nella sua voce risuonasse una sicurezza e una fermezza assoluta, così penetrante da spingerlo a seguire le sue parole senza fare domande. Sembrava un'altra persona rispetto al Jace timido e pauroso del giorno prima.
- vuoi che venga con te? - chiese Noall guardando il drago dalla testa enorme alla punta della coda. La creatura ricambiò lo sguardo.
- sì, e lo farà anche Connor, per quanto sia tentato di lasciarlo qui - disse Jace, che aveva raggiunto la posizione giusta sulla groppa del drago - lui dice che può portarci tutti e tre e... Non traducerò questo, Ashes -
Il drago fece un ringhio, come se fosse stizzito.
- lui? - Connor fissò il drago - con lui non intendi... lui, vero? -
Jace e il drago piegarono la testa da una lato quasi contemporaneamente, confusi - certo che intendo lui - disse Jace indicando il drago - sì, è proprio un idiota, Ashes - aggiunse Jace scuotendo il capo.
- ma... -
- niente ma - Jace lo interruppe prima che potesse ancora lamentarsi o ribattere - o salite ora oppure rimanete qui, a voi la scelta. Non ho tempo da perdere
Ovviamente la scelta fu una sola. Noall non poteva rimanere un secondo di più su quell'isola e doveva trovare la principessa, ad ogni costo. Salì dietro a Jace, facendo attenzione a non fare male al drago.
Connor ci mise qualche secondo prima di decidere a salire anche lui.
Jace aveva uno sguardo così soddisfatto che Noall avrebbe voluto scendere solo per dargli sparire quell'espressione dal volto.
- si parte! - esclamò Jace - verso il cielo! -
Ashes salì verso il cielo a velocità vertiginosa, sbattendo freneticamente le ali.
Ci volle quasi un minuto prima che iniziasse a volare orizzontalmente e allora il movimento divenne molto più dolce e regolare.
Noall credette per un attimo di poter guardare giù, verso il suolo, ma non appena lanciò uno sguardo le vertigini lo assalirono immediatamente. Non soffriva normalmente per le grandi altezze, ma quella era un'enorme altezza, troppo persino per lui.
- non è fantastico? - chiese Jace urlando per sovrastare il rumore del vento.
Noall si limitò a fissarlo.
- fa freddo, è vero, ma il panorama è senza eguali - continuò Jace lasciando l'appiglio delle mani e alzandole al cielo.
Noall aveva solo freddo. Lassù l'aria era gelida.
Jace smise di parlare dopo qualche minuto per l'aria troppo forte.
Noall non sapeva da quanto stessero volando ma dopo un po' il drago iniziò ad abbassarsi sempre più velocemente, fino a quando, a pochi metri dal suolo, si lasciò cadere pesantemente a terra.
Noall, passato un momento di nausea, scese con un balzo da Ashes e si sedette con la schiena contro un albero.
Erano atterrati in una radura in mezzo al bosco. Un torrente scorreva ai limiti del prato, con i bordi ghiacciati. Le piante erano alte e offrivano un buon riparo dal cielo.
- è stato assurdo - disse Noall aspirando l'aria a pieni polmoni - non ci posso credere -
Jace, che era appena sceso dal drago, era invece estasiato - abbiamo fatto così tanta strada che quasi non ci credo -
- dove siamo? - chiese Noall.
- su un'isola, a nord, vicino alla "Terra tra i due mari". Così ha detto Ashes -
Noall rimase stupito. Sapeva che i draghi potevano coprire lunghe distanze in breve tempo, ma non credeva che fossero così veloci. Ora solo qualche centinaia di miglia per tornare a casa.
Ci aveva pensato mentre volavano e ora la cosa migliore da fare era riferire a sua madre ciò che era successo. Dare la caccia al demone era fuori discussione come tornare a cercare Miura e Lion. Era più probabile che fossero o uno o gli altri a trovare lui per primi.
- quindi è il momento di separarci - disse Noall alzandosi per affrontare Jace, che stava già accendendo un fuocherello.
Jace si voltò così in fretta da sparpagliare i rametti infuocati ovunque - non... Non dirai sul serio? -
Noall alzò le sopracciglia - si, lo sono invece -
Jace era così agitato che una fiammella nacque spontanea sul suo palmo e nel tentativo di spegnerla si diede inavvertitamente fuoco a un ciuffo di capelli.
- non puoi andartene - disse tamponandosi i capelli - o almeno prima devi sentire cosa ho da dirti -
Noall incrociò le braccia sul petto - ti ascolterò, ma solo perché ti devo un favore -
Jace annuì - certo, va bene - Dopo qualche istante di silenzio riprese - mentre volavo, stamattina, mi è venuta un'idea - disse enigmatico.
- un'idea? -
- sì, un'idea su come avremmo potuto proseguire una volta usciti da quel posto maledetto -
- noi? Non c'è nessun noi - disse Noall, ma venne fermato da un gesto di Jace.
- lo so, ma credo che la mia proposta ti interesserà - disse lui guardandolo negli occhi - Ashes mi ha spiegato cosa sta succedendo tra gli elfi, gli umani e... - indicò Noall - I cacciatori. Non ho capito molto delle motivazioni della guerra, ma ho capito cosa la sta tenendo in vita ancora oggi -
Noall allargò le braccia - quindi? -
- quindi ho deciso di fermare la guerra - disse Jace appoggiando una mano sull'elsa della spada che portava al fianco.
Noall rise. Non avrebbe voluto farlo per rispetto, ma non riuscì a trattenersi - tu vorresti fermare una guerra che dura da secoli? -
- e so anche come farlo - rispose Jace senza l'ombra di un sorriso sulle labbra - ma mi serve il tuo aiuto -
- il mio aiuto... Dovrei aiutarti a fermare una guerra secolare perché tu sapresti come fare? -
- prova a immaginare, Noall, prima di dirmi di no. Io sono un umano -
- forse... - sussurrò Noall senza farsi sentire.
- tu sei un cacciatore - proseguì Jace - e lui è un drago. Manca solo un elfo e saremo le quattro razze unite insieme -
- immaginiamo che io ti assecondi. L'idea di fermare la guerra collaborando tutti insieme non è sbagliata, ma noi non siamo amici e non abbiamo un elfo che ci aiuti e non lo avremo mai -
Jace aveva uno strano sguardo - vero, ma stiamo per salvare la principessa. l'importante è che possiamo fare qualcosa di grande, noi due insieme -
Noall era interdetto. Quel ragazzo conosciuto quando era in fin di vita ora gli stava offrendo di salvare il regno - ma tu chi diavolo sei? - era una domanda che voleva fargli da molto - sai usare la magia come un elfo, eppure sei umano. Possiedi un tatuaggio di Rena, ma di nuovo, sei umano. Parli con i draghi e voli con uno di loro. Non riesco a capire -
- sono solo un contadino - rispose Jace dopo un attimo - niente di più. Vengo da una piccola valle a sud, tra le montagne. Prima di qualche mese fa non sapevo neanche dell'esistenza di una guerra -
Ed ecco un'altra risposta senza significato - un contadino che fa amicizia con draghi e cacciatori -
- quindi siamo amici? - chiese Jace con una luce di speranza negli occhi - se è così vieni con me -
Noall aveva una strana voglia di colpirlo e allo stesso tempo ammirava quella sua infantile ingenuità. Lui l'aveva persa molto tempo prima - io non so neanche perché lo sto per dire - disse Noall stupendosi delle sue stesse parole - ma per adesso ti seguirò. Anzi, so perché. La principessa è in pericolo -
Jace esultò silenziosamente ma in modo piuttosto evidente. Sembrava che si stesse cimentando in una danza esotica di qualche tipo. - Ashes dice che probabilmente sono stati i cacciatori di taglie a prendere May e...- disse dopo qualche minuto preso per calmarsi.
Connor, che fino a quel momento era stato in silenzio e in disparte, si unì al discorso - allora sono morte -
Noall intanto acceso il fuoco - è una follia - disse annuendo, ma sapendo già che non sarebbe servito a nulla - se li attaccheremo moriremo -
Jace annuì per assecondarlo - vero, ma dobbiamo provarci -
- perché vuoi aiutarci? - chiese Noall senza pensarci dopo un po' di silenzio - non sono questioni che ti riguardano -
Jace si sedette contro l'albero di fronte a lui. Aveva delle ombre tristi sotto gli occhi - vedi, non lo sarebbero. Ma da quando sono partito dalla valle ho solo accumulato tanti rimorsi ed errori -
Noall si mise comodo. Aveva capito che stava per iniziare un racconto piuttosto lungo.
- volevo trovare Yur, all'inizio. Lei era la mia maestra e se n'era andata all'immprovviso. Ma poi ho deciso di aiutare anche una bambina e una ragazza che ho incontrato - Jace prese un bastoncino infuocato dal mucchio e lo fissò per alcuni istanti - ho fallito sia in uno che nell'altro. Per questo ora sono qui e voglio aiutare te, il drago e chiunque ne abbia bisogno. Sono stanco di sentirmi inutile -
Noall voleva quasi applaudire. Aveva un modo di parlare e ragionare molto diverso da quello di molti contadini, rudi e rozzi - è molto nobile, da parte tua. Ma se esageri non riuscirai ad aiutare nessuno -
- potrò, se ne avrò le capacità - Jace accese un fuoco azzurrino sul palmo della mano - devo solo trovare il coraggio -
- impressionante - si congratulò Noall - sembra che tu sia bravo con quella - indicò la magia.
Jace sorrise - può darsi. Da quando mi sono svegliato, sull'isola, mi sembra di riuscire facilmente ad usarla -
- come te la cavi con il combattimento con la spada? - chiese Noall - ne possiedi una bellissima ma non ti ho mai visto neanche sfoderarla -
- non è facile, non sono molto bravo - rispose Jace di getto - e quella spada non contribuisce certo a rendermi le cose più semplici -
Noall si sdraiò - può darsi che tu abbia qualche possibilità - disse per tranquillizzarlo più che altro - devi solo credere un po' di più in ciò che fai -
- è così che fai tu? -
Noall per poco non soffocò tra le risate - io? No, proprio no. Dico quelle cose ma sono il primo a non rispettarle -
- a me sembri uno che si fa rispettare dagli altri, invece -
Noall scosse la testa - c'è una differenza enorme tra farsi rispettare e farsi temere. Io sono più bravo nella seconda -
Così terminò la prima vera, seria conversazione che ebbero da quando si erano incontrati.
Non era passato molto da mezzogiorno ma entrambi erano così provati dai giorni precedenti che si addormentarono in pochissimo tempo. Connor li fissava in silenzio, appoggiato ad un albero. Rimaneva zitto e non era più loquace come sull'isola. Qualcosa lo turbava.

La Rosa Cremisi - Il Destino Di Un RegnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora