Un'ascia volò verso Noall, roteando sopra alle teste sgomente dei soldati in armatura.
Noall usò un carretto abbandonato come trampolino, si lanciò in aria, prese l'arma al volo e colpì alla testa un soldato. La lama pesante affondò nell'elmo e fracassò la testa.
Prima che si rompesse riuscì a uccidere altri tre soldati in rapida successione e un quarto con la punta del manico.
- Noall! - urlò Miura indicando alle sue spalle.
Noall si voltò di scatto giusto per evitare la spada diretta al ventre e colpire a mani aperte l'elmo del soldato, che cadde tenendosi la testa schiacciata dal metallo.
Noall si trovò un attimo in mezzo a un cerchio di nemici caduti e riprese fiato. Alla sua destra Miura combatteva contro due soldati contemporaneamente e Lion dalla parte opposta scagliava frecce sugli altri in arrivo. Era successo in fretta, erano stati attaccati in mezzo alla via principale della città, di sorpresa.
- muori! - urlò un ometto vestito da capitano lanciandogli addosso un coltello. Noall lo schivò facilmente e con uno scatto schiacciò il nemico contro un muro.
Raccolse da terra una lancia abbandonata e la scagliò con tutta la forza che aveva colpendo al petto uno degli uomini attorno a Miura. Lei si liberò dell'altro e a un segno di assenso di Noall chiamò Lion. Noall prese un enorme scudo che faceva da decorazione a un muro, era alto quasi quanto lui e insieme corsero lungo le strade, diretti all'uscita delle mura.
I pochi soldati che incontrarono si spostarono al passare di Noall o si schiantarono contro lo scudo che usava come ariete.
Raggiunsero il portone proprio mentre veniva chiuso. La pesante grata metallica stava scendendo lentamente, azionata dai due argani nelle torrette ai suoi lati.
Miura e Lion superarono Noall e si inginocchiarono a terra, con gli archi già tesi. Le frecce colpirono con precisione le due fenditure alla base degli argani. Noall aspettò il crollo della grata, ma non successe.
Solo uno dei due arnesi si fermò con un cigolio raschiante, l'altro continuò il suo lavoro anche se molto lentamente.
- correte! - gridò Noall andando per primo. La quantità di soldati che si stava raccogliendo a difesa della porta era troppa per loro. Ad un urlo del loro comandante formarono tre file di scudi per non farli passare, ma Noall non rallentò nemmeno.
Anzi, usò il poco ki residuo per accelerare e fortificare gambe e braccia. Lion e Miura, intuendo le sue intenzioni, si schierarono dietro di lui a stretta distanza, in fila.
L'impatto con i soldati fece tremare lo scudo, ma Noall non si fermò. Sfondò tutte e tre le file, facendo volare a terra diverso nemici, e passò oltre.
Solo allora si fermò e alzò lo scudo a difesa dei compagni che si intrufolarono con fatica nel poco spazio rimasto tra la grata e il terreno. Le urla dei soldati li accompagnarono insieme a una grandinata di frecce che si infransero sullo scudo.
- avanti Noall! - grifo Lion scagliano frecce a caso per distrarre i nemici.
Noall si accorse del poco spazio rimasto per passare e non perse altro tempo. Lanciò lo scudo sui soldati vicini e rotolò dall'altra parte, appena prima che le punte accuminate della grata si incastrassero nei buchi sul terreno.
Miura lo aiutò ad alzarsi - via, andiamo via! - urlò per sovrastare il rumore delle grida.
Lion finì le ultime frecce della faretra e di unì a loro. Non incontrarono altro che cittadini spaventati scendendo dall'altopiano che si fecero da parte al loro passaggio. Tutte le guardie erano state richiamate all'interno delle mura per fermarli. Corsero fino alla base della montagna e poi fuori, in mezzo ai campi coltivati, senza seguire le strade.
Tagliarono più in fretta che potevano verso il bosco, ma arrivati ai primi alberi dovettero fermarsi, senza più forze.
- dobbiamo... - ansimò Miura - dobbiamo andare a sud -
- la nostra roba è rimasta in città - disse Noall guardando le case in controluce.
- dimenticala, non possiamo più tornare lassù se vogliamo vivere - Lion era il più provato di tutti - era un po' che non combattevo così -
A Noall venne da sorridere - è stato divertente -
Lo guardarono storto - abbiamo idee diverse di divertimento, a quanto pare -
- andiamo - tagliò corto Noall camminando davanti - non ci vorrà molto per alzare quella grata, fra poco li avremo addosso -
- per fortuna perderanno tempo a cercarci verso nord prima di accorgersi che siamo andati nella direzione opposta - osservò Miura.
Noall era d'accordo. Esisteva solo un'entrata in città e quella era a nord. E soprattutto fuggire verso il cuore dell'impero non era ciò che le guardie si aspettavano da dei fuggitivi.
- verso il mare - disse Lion - anche se è ancora molto lontano -
Quella era l'unica informazione che in sei giorni erano riusciti a carpire in città. Nonostante dopo il primo giorno le loro ricerche non si erano fermate nessun'altro, a parte quello strano Lino, sembrava sapere qualcosa del demone. Oppure nessuno voleva parlarne.
Riuscirono ad aggirare la montagna proprio quando il corno in cima al campanile avvertì l'inizio della caccia. Fu un rumore basso, vibrante, ma così potente da riverberare fino alle ossa.
Affrettarono la camminata, senza correre. Avevano usato una notevole quantità di forze e ki per combattere e non potevano permettersi di spenderne altro.
Noall si sentiva pesante, la testa gli doleva e le braccia bruciavano per lo sforzo di aver portato quell'enorme scudo. In quel momento gli era sembrata una buona idea, ma non avrebbe mai immaginato che fosse formato da un'unica, spessa, lastra di metallo.
Si sciolse le membra durante il percorso, ma per il ki c'era poco da fare.
- cosa pensate che troveremo quando.. . Be, quando troveremo il demone - chiese Lion per spezzare il silenzio - ci ho pensato spesso ma non riesco a venirne a capo -
Noall invece un'idea se l'era fatta, ma non riusciva a spiegare a parole l'orrore che di era formato nella sua mente.
- deve essere uno di quei demoni fuori dalla norma, un Superiore - rispose Miura avendo un brivido - e non siamo preparati per affrontarlo -
Usavano il termine Superiore per indicare in modo generico tutti quei demoni che non rientravano in una categoria conosciuta, che erano in qualche modo unici. Ma poche persone erano sopravvissute ad uno scontro con uno di questi, anche tra i cacciatori.
- è sicuramente un Superiore - confermò Noall - il racconto di quell'uomo non lascia dubbi -
- allora stiamo andando incontro alla morte - Lion non sembrava molto contento - e anche in fretta direi -
Miura gli tirò una gomitata tra le costole - e non fare così, c'è la caveremo vedrai -
Lion borbottò qualcosa ma le parole furono soffocate dal gremito di dolore per il colpo.
Noall si fermò appena prima di superare un grosso tronco marcio, ormai senza più rami.
Miura gli finì contro la schiena - che fai, Noall? - chiese stizzita strofinandosi il naso rosso.
Noall le coprì la bocca con una mano. Aveva gli occhi spalancati e il fiato corto.
Indicò con un dito e Lion e Miura si sporsero per guardare.
In mezzo a una radura gli occhi di Noall si erano subito posati sull'enorme, mostruoso essere seduto su una roccia. Era alto piu di cinque metri, il corpo muscoloso coperto da alcuni pezzi di armatura aveva la pelle nera, sembrava pietra. Alcune crepe infuocate lo attraversavano dalla testa ai piedi, si illuminavano a ritmo con il respiro.
Una gigantesca spada giaceva accanto a lui sull'erba bruciacchiata. La cosa più orribile era il volto, incastrato tra due enormi corna ricurve e sopra un collo taurino, con occhietti piccoli e malevoli e la pelle tirata così tanto da far scorgere il teschio. La bocca munita di denti appuntiti e affilati era così larga, andava precisamente da orecchio a orecchio, che quando la apriva sembrava che la parte superiore si dovesse staccare da quella inferiore.
Stava mangiando un intero cervo, crudo. Il sangue gocciolava dalle fauci e le ossa scrocchiavano sotto alla morsa di quella mandibola spaventosa.
- ma che diavolo è quella cosa? - sussurrò Miura inorridita.
- è un abominio - disse Lion con gli occhi pieni di terrore - noi dovremmo ucciderlo? -
Noall era sicuro che fosse la loro preda. Perché fosse ancora lì e non più a sud era un mistero, ma non gli importava altro che ucciderlo. Ucciderlo e spargere il suo sangue sull'erba.
Ma Miura lo bloccò un attimo prima che potesse lanciarsi in battaglia - no - disse scuotendo la testa - non possiamo affrontarlo qui, siamo troppo svantaggiati -
Noall si liberò dalla presa, ma non si mosse. Miura aveva ragione - lasciamo che si allontani, forse ci porterà alla sua tana o qualcosa di simile -
Lion scosse la testa - è improbabile, continuerà a viaggiare -
- però è una settimana che si aggira qui intorno, se non di più - lo smentì Noall - almeno secondo il racconto di Lino -
Lion ci pensò un attimo, poi si arrese - e va bene, seguiamolo -
- ma se ci scopre siamo tutti quanti morti - puntualizzò Miura - non siamo e non saremo mai in grado di affrontarlo -
Si nascosero in una posizione più adatta, da dove si vedeva bene la radura da uno spiraglio tra due massi vicini, che offrivano un buon riparo.
Fecero a turno la guardia mentre gli altri riposavano. Il primo turno si offrì di farlo Lion, così Noall decise di sdraiarsi per riprendere le forze.
Ma non avrebbe mai pensato di addormentarsi.
Purtroppo fu così, e non fu un normale sogno. Se la maggior parte delle volte non era consapevole di star sognando quella volta invece lo era.
Si trovò improvvisamente sulle verdi pendici di un monte, circondato dalla sottile nebbia tipica dell'alba e da una pioggia di petali rossi di chissà quale pianta.
Alle sue spalle si ergeva una torre altissima, bianca e oro, ma in rovina. La punta era crollata ed era ormai un cumulo di macerie alla base, davanti all'enorme portonte alto più di trenta metri incastonato nelle mura crepare, decadenti. Uno dei battenti era socchiuso, ma dentro regnava la tenebra più totale.
La luce proveniva da dietro alla torre, così che quest'ultima sembrava un'ombra circondata da una corona solare.
Noall si guardò. Era vestito in modo elegante, con una tunica in pelle e cuio, un'armatura leggera in metallo luccicante e stivali pregiati e un mantello sulle spalle. Non era lui, questo era certo. O almeno non il lui reale. O forse lo era, perché era un suo sogno. Ma il sogno poteva fargli vedere quello che voleva. Però il sogno era suo, quindi era lui stesso che voleva farsi vedere quelle immagini e...
Smise di pensarci prima che la testa gli esplodesse. Non sarebbe riuscito a venirne a capo, questo era certo.
- Noall! - gridò una voce femminile alle sue spalle - che bello vederti! -
Una ragazza, accompagnata da un ragazzo, stava salendo le pendici del monte.
Quando si avvicinarono il ragazzo si fece avanti - amico mio, pensavamo fossi morto -
Lo abbracciò. Noall rimase immobile. Nonostante sapesse che nulla fosse reale sentiva una strana sensazione nel petto.
Osservò bene gli ultimi arrivati e notò una cosa. I loro volti sembravano a prima vista chiari, invece erano sfocati, come se qualcuno avesse cancellato i tratti principali con una gomma.
- tutto bene, Noall? - chiese la ragazza appoggiandogli una mano sulla spalla - sembri strano -
- più del solito, almeno - rise l'altro.
Noall si riscosse. Se doveva vivere quel sogno meglio viverlo, appunto - sto bene -
- allora puoi ancora parlare! - esclamò la ragazza - pensavo ti avessero tagliato la lingua! -
Il ragazzo sogghignò - allora, andiamo Noall? - chiese guardandolo - noi siamo pronti -
- per cosa? - chiese Noall.
La ragazza incrociò le braccia - ma se sei stato tu a chiamarci senza dire nulla! -
- sembrava importante, così siamo venuti subito - aggiunse il ragazzo.
- ma io... - Noall si fermò. Era ovvio che non sapesse di cosa parlassero.
- andiamo! - disse ancora la ragazza saltando agilmente sulle macerie della torre, seguita a ruota dall'altro - non dobbiamo perdere tempo -
Noall lì seguì più lentamente, a una buona distanza.
Saltellando da una roccia all'altra quei due raggiunsero in fretta il portone.
Qualcosa cambiò nell'aria. Un risucchio sibilante, come un respiro, provenne da dentro l'oscurità oltre la porta e scosse l'intera torre. Macerie caddero dall'alto, schiantandosi a terra.
Ma sembrava che l'unico ad accorgersene fosse lui. Noall cercò di chiamare i ragazzi, ma era come se la voce gli fosse stata rubata. Gridò a vuoto fino a quando la gola gli bruciò, senza ottenere risultato. Si mise a correre ma non si avvicinava di un passo. Anzi, sembrava di allontanarsi sempre più.
Qualcosa si mosse all'interno del portone, qualcosa di enorme. Un rombo di un passo, seguito da un altro. Ogni passo sembrava risuonare direttamente fin dentro Noall, vibrava nelle sue vertebre e faceva tremare il suo ki. La paura lo attanagliò con prepotenza, una paura che non provava da tanto tempo.
I due ragazzi lo chiamarono, urlando felici, ignari del pericolo che correvano.
Noall, con orrore, si accorse che i loro volti erano cambiati. Ora al posto di due sconosciuti davanti a lui c'erano Miura e Lion, sorridenti.
Noall fece ancora un passo, allungò una mano verso gli amici e... Un artiglio mostruoso uscì dalla fenditura del portone, luccicò alla luce del sole, scendendo inesorabile, squartando le carni di Miura e Lion.
Noall si trovò improvvisamente davanti ai due corpi, ormai senza vita, che gli caddero tra le braccia, ancora con il sangue gorgogliante sulle labbra.
È colpa tua sussurrò una voce maligna e profonda dall'oscurità è quello che succede quando qualcuno ti segue
Noall colpì il battente con un pugno - non sai di cosa parli! - gridò furioso. Ormai si era dimenticato di essere in un sogno - vieni fuori e affrontami! -
Una risata di scherno lo raggiunse io sono te, Noall. So tutto di noi, di come uccidiamo chiunque ci stia intorno, chiunque si affezioni a noi, proprio come abbiamo fatto con lui...
Noall si fermò impietrito. Cadde in ginocchio, con il ricordo doloroso ma troppo sfocato per distinguere i particolari di una persona che moriva davanti a lui, proprio in quello stesso posto, proprio come erano morti Miura e Lion. E ne vennero altri, decine, centinaia, migliaia.
Non puoi fare nulla per cambiarci, noi siamo fatti così... Sussurrò la voce.
Noall si voltò per andarsene, non voleva sentire altro. Ma quando si girò si trovò davanti un'altra torre, identica. E lo stesso valeva alla sua sinistra e a destra. Era come se fosse circondato da specchi che riflettevano la stessa immagine.
Non puoi fuggire, Noall. Io sono te, te l'ho già detto, e non si può scappare da sé stessi. Io sono la tua vera natura, il mostro che si nasconde in te, che tieni rinchiuso. Ma un giorno capirai che noi siamo una cosa sola, lo capirai...
Una nuvola nera e densa come la pece uscì dalle porti delle torri, strisciando sul terreno come tentacoli di un mostro enorme. Il buio regnò sovrano, tutto oscurato tranne che un piccolo puntino in lontananza.
Noall non sentiva nulla, né vedeva nulla. Era immerso in se stesso così in profondità da essersi quasi perso.
Ci rivedremo, Noall...
Fu l'ultima cosa che Noall sentì prima di svegliarsi in un bagno di sudore freddo.
- Noall, va tutto bene? - chiese la voce rassicurante di Miura. Noall si voltò di scatto verso di lei. La ragazza era seduta vicino allo spiraglio tra i massi e stava spiando il demone.
- quanto ho dormito? - chiese Noall tenendosi la testa tra le mani.
- qualche ora - rispose Miura sorridendo - sembrava ne avessi bisogno -
Noall farfugliò un "ne dubito" ma Miura non lo sentì.
Il ragazzo si alzò a sedere e cercò la bisaccia. La trovò poco lontano. Freneticamente, ancora con i postumi del sogno a tormentarlo, cercò le pastiglie. Ne aveva un disperato bisogno.
Ma la sua mano si strinse sul vuoto. Aveva dimenticato che erano scappati così in fretta da lasciare tutto in città, perfino la custodia in pelle con le pastiglie.
Noall tremò un momento al pensiero di non avere più quelle medicine. Le prendeva ormai da anni e non poteva smettere all'improvviso.
- stai cercando quella roba, vero? - chiese Miura scrutandolo - dovresti finire di prenderle, ti fanno male, Noall -
Noall, con il sudore che scendeva in piccole gocce lungo la fronte, si sedette davanti a lei - non c'è problema, le ho dimenticate in città -
Miura lo guardò intenerita - Noall... - sussurrò benevola - perché continui a farti del male? Non te lo meriti -
Noall sorrise ironico - non la penso come te -
- perché non ti vedi con i miei occhi - disse Miura posandogli una mano sulla spalla - sei il ragazzo con il cuore più buono che io conosca e credimi, lo so -
Noall rise - quando prendo le pastiglie faccio davvero questo effetto eh? - disse con occhi spalancati.
Miura scosse la testa - no, affatto. Quando prendi quelle cose mi fai paura - Noall smise di botto di ridere - è come se fossi posseduto da qualcun'altro - continuò Miura - non il mio allievo migliore, ne il mio giovane amico, ma un... Corpo senza sentimenti. Adesso, adesso ai miei occhi sei Noall, il vero Noall, per quanto tu stia soffrendo -
Noall rimase di sasso. Non pensava che qualcuno gli avrebbe mai detto una cosa simile. Le pastiglie a detta di chiunque l'avevano sempre reso migliore. O era quello che pensava lui.
-di cosa parlate, ragazzi? - chiese Lion alzandosi dal suo giaciglio - mi avete svegliato -
- del demone - rispose Miura - parlavamo di come il demone fosse pronto a partire - ritirando di scatto la mano ma lanciando uno sguardo pieno di compassione a Noall. Lui la ringraziò silenziosamente.
- finalmente - esclamò Lion - ci ha messo ore a mangiare -
- dobbiamo seguirlo da lontano, senza farci scoprire - disse Miura - non dobbiamo mai essere a favore del vento, non sappiamo se può fiutarci -
- e non ci possiamo avvicinare molto o ci individuerà attraverso il ki - aggiunse Noall preso dalla caccia - avvertici quando si mette in cammino -
Noall non sapeva perché Miura non avesse continuato il discorso con Lion, ma ne fu grato. La ragazza sapeva che per lui era un argomento delicato.
Attesero ancora qualche minuto prima del gesto di Miura, che li avvertì di partire.
Noall si mise in testa, seguito subito dopo da Lion. Avanzarono piegati, correndo quatti quatti da un cespuglio a un altro, da un tronco a una roccia, senza rimanere mai senza un riparo.
Non era difficile seguirlo, lasciava una scia di erba e rami bruciati dietro di sé. Camminava, tranquillo, con la spada appoggiata su una spalla. Sembrava in tutto e per tutto un umano se non fosse per le fattezze mostruose.
Fu una lunga, estenuante caccia. L'inseguimento continuò tutto il pomeriggio. Il demone non si fermò neanche quando l'oscurità scese padrona di ogni cosa. Di notte era certamente più facile individuarlo, sembrava una fiaccola in mezzo agli alberi, ma Noall aveva il sospetto che anche i soldati sulle loro tracce l'avrebbero visto.
Ma non successe nulla. Alle prime luci dell'alba ancora camminava e non sembrava intenzionato a fermarsi. Ogni tanto tirava fendenti con la spada, tagliando di netto qualche albero, ma quelli erano gli unici gesti che faceva oltre a mettere un passo dopo l'altro.
Noall iniziava a sentire i sintomi di stanchezza dovuti al lungo inseguimento. Era vero che il demone non scappava come molti altri facevano, ma non per questi era lento. Ogni suo passo valeva qualche metro e questo obbligava i tre cacciatori a correre da un riparo all'altro senza sosta, con la schiena piegata, controllando ogni passo per non fare rumore.
Avevano deciso di non parlare neanche tra di loro, erano comunque tutti e tre capaci di capire le intenzioni degli altri senza bisogno di dirle ad alta voce.
Le cose si fecero ancora più difficili quando la pianura si trasformò gradualmente in un'aspra salita scivolosa. La vegetazione cambiò a poco a poco, diventando sempre più rada, con alberi grossi ma distanziati uno dall'altro e un sottobosco così basso da non offrire più alcun riparo.
Si erano allontanati ormai abbastanza dalla città per essere al sicuro dai soldati dell'impero, ma questo non rallegrò Noall neanche un poco.
- fermiamoci - disse Miura dopo un'altra ora - se continuiamo così ci scoprirà di sicuro -
- ma lo perderemo se ci fermiamo ora - protestò Noall
- non per forza - Lion indicò le trace bruciate a terra - lo seguiremo ancora, ma da lontano -
Noall si arrese davanti al fatto che quella fosse l'idea migliore e si lasciò cadere sul morbido strato di aghi di pino che ricopriva il terreno - dove siamo? - chiese a Lion che teneva in mano una mappa da quando erano partiti all'inseguimento.
Lui indicò un punto sulla carta - più o meno qui, sul monte Treur, a sud della pianura di Struger e poco a nord del forte abbandonato di Tier'luk.
Miura osservò da sopra la spalla del ragazzo - potremmo attaccarlo proprio lì - disse con una luce feroce negli occhi - se riuscissimo a precederlo sono sicura che sia diretto in quel luogo -
Noall era d'accordo - è il posto più sensato dove fermarsi, nessuno potrebbe vederlo tra quelle mura -
Lion richiuse la mappa - e allora cosa stiamo aspettando? Andiamo a tendere un'imboscata a un demone, cacciatori -
Riuscirono a precedere il demone. Corsero su per le pendici sempre più ripide e spoglie aiutandosi con il ki, senza fermarsi se non per controllare se il demone fosse vicino, ma non lo scorsero neanche una sola volta.
Quando la foresta si interruppe completamente e iniziò la tipica distesa di bassa erba e muschio tipica dell'alta montagna finalmente, in lontananza, Noall scorse le rovine del forte, arrampicate sulla cima.
Le indicò a Miura e Lion, che sorrisero soddisfatti.
Ci arrivarono così vicini, così tanto che Noall già pregustava l'emozione di una bella imboscata, quando un'enorme ombra oscurò il sole sopra di lui.
Noall alzò lo sguardo al cielo e quello che successe dopo fu come al rallentatore.
Il demone stava scendendo su di lui con la spada tesa, pronto per schiacciarlo.
Noall rotolò di lato. Il colpo comunque sbalzò tutti e tre in aria per la forza dell'impatto.
Il primo a rimettersi in piedi fu Noall, che si mise in posizione, pronto a combattere.
Il demone alzò gli occhietti malevoli e li puntò nei suoi. Un sorriso rivoltante si aprì sulla sua bocca. Poi partì alla carica, ringhiando ferocemente.
Noall schivò un colpo e un altro, tutti e due dall'alto. Ognuno dei fendenti aveva la forza per tagliarlo in due all'istante e senza fatica.
Il ragazzo continuò a schivare senza riuscire a contrattaccare neanche una volta. Nonostante la spada enorme il demone la maneggiava come se passasse meno di niente, senza perdere l'equilibrio neanche una volta.
Una freccia volò dritta verso la testa del demone, ma si infranse sulla dura pelle senza procurare alcun danno.
Noall sentì Lion imprecare mentre continuava a scagliare frecce, sempre più precise, verso le crepe infuocate.
Miura invece si lanciò nello scontro corpo a corpo con due asce in mano.
Il demone parò i primi colpi della ragazza, ma lasciò la schiena scoperta e Noall ne approfittò per colpirlo più forte che poteva con un pugno carico di ki.
Il demone barcollò appena e fece una giravolta tagliando l'aria con la spada.
Miura lo colpì ad una gamba e Noall all'altra con una raffica di pugni. Cadde in ginocchio.
Il demone grugnì arrabbiato ma Noall gli soffocò la voce con un montante al mento che lo fece barcollare indietro.
Lion esultò da dietro, anche se era poco di aiuto. Le frecce rudimentali fatte di rametti e punta in pietra non erano molto letali.
Ma il loro trionfo fu solo temporaneo. Infatti Noall venne improvvisamente colpito da una membrana che esplose dalla schiena del demone.
Volò per diversi metri e rotolò a terra, rialzandosi prontamente solo per vedere quel mostro che mutava. Due immense ali uncinate erano spuntate dalle scapole della creatura, che adesso si ergeva in tutta la sua altezza, con la spada in una mano e l'altra tesa in avanti.
Una vampata di fuoco fuoriuscì dal palmo incandescente, diretta verso Miura, che la evitò per un soffio.
Ma non fu l'unica. Ora il demone combatteva come una furia, sputando fuoco e colpendo con la spada, anch'essa in fiamme.
Noall si lanciò di nuovo nella battaglia in aiuto a Miura, ma non riuscì a fare molto. Era quasi impossibile avvicinarsi più di qualche metro, il calore era insopportabile e la spada non migliorava la situazione.
Più di una volta Noall, mentre schivava, pensò di morire, ma per fortuna riuscì ogni volta a non farsi né tagliare né bruciare vivo.
Cambiarono approccio di combattimento, con Noall che distraeva il nemico davanti, Miura che dava supporto con la sua magia della nebbia e Lion che cercava di colpire agli occhi con le frecce.
Noall ora riusciva a tenere il passo della battaglia, carico di ki. Ogni volta che il demone cercava di colpirlo con le fiamme la nebbia di Miura lo confodeva facendogli sbagliare bersaglio e quando invece usava la spada Noall riusciva a schivare o parare l'arma con le braccia rinforzate quanto il ferro più resistente.
Ma ancora la situazione non si sbloccava. Continuarono a scambiarsi colpi, lui è il demone, in precaria stabilità. Noall sapeva che non potevano continuare così a lungo e allo stesso tempo sapeva anche che non era in grado di colpire mortalmente il nemico.
Quando anche le ali del demone iniziarono a settare come affilate lame Noall iniziò a perdere terreno, spinto a forza verso il forte dalla furia del demone.
Un'ala lo colpì di striscio alla guancia, procurandogli un lungo taglio sanguinante. Anche la spada lo sfiorò una volta, strappandogli la manica ma non raggiungendo la pelle.
Noall ormai si trovava a pochi metri di distanza dal muro del forte. Se si faceva chiudere all'angolo sarebbe morto.
Miura si lanciò in un disperato attacco.
- no! - Noall gridò ma invano. Il demone, velocissimo, colpì la ragazza con un calcio. Lion riuscì a prenderla al volo prima che cadesse, ma in quel modo abbandonò l'arma.
Il demone sorrise e girò le spalle a Noall. A grandi passi si diresse verso i suoi amici, pregustando già la loro facile morte.
Noall si ritrovò come nel sogno, gli sembrava che stessero accadendo le stesse cose. Lui fermo a guardare Miura e Lion che morivano, senza poter far nulla per salvarli.
Ma ora non si trovavano in un sogno.
Noall corse verso il demone con un grido di battaglia. Lui si voltò e cercò di colpirlo con la spada, ma Noall, preso da una forza incontenibile, deviò la lama con un colpo del braccio e senza lasciare il tempo al nemico di alzarla di nuovo spezzò un dito ricurvo stretto sull'impugnatura. Il demone ringhiò di dolore, ma non lasciò la spada.
Anzi, la alzò con Noall ancora appeso e lanciò in alto il ragazzo, sopra la sua testa.
Noall volteggiò in aria e colpì la testa del demone con un possente calcio, gridando furiosamente.
Il demone cadde a terra con un gran tonfo.
Noall atterrò poco più in là, in ginocchio.
Il demone cercò di rialzarsi e di colpire Lion, che faceva da scudo con il suo corpo a Miura, ma Noall lo raggiunse per primo. Strappò la spada dalle mani del demone e guardandolo negli occhi, sfruttando lo slancio dategli dalla corsa, lo infilzò al ventre con la sua stessa arma.
Poi, preso dalla furia, lo colpì al volto ripetutamente, nonostante il sangue che colava dalle nocche doloranti. Continuò a colpirlo anche quando il demone gli tirò un pugno gigantesco all'addome. Noall non lo sentì nemmeno, era preso da una foga distruttiva che non lasciava spazio ad altro.
Lentamente il demone perse le forze sotto agli insistenti colpi e cadde riverso in una pozza di sangue nero, fumante.
Noall stesso era ricoperto di quel liquido vischioso e bollente.
Si fermò allo al richiamo di Lion.
Il ragazzo era piegato su Miura, che si lamentava a gran voce.
Noall smise di infierire sul demone e si avvicinò ai compagni - come sta? - chiese con la voce impastata dal sangue.
Lion scosse la testa - non bene, ha una brutta ferita alla tempia -
Miura emise un verso strozzato tenendosi la pancia con le mani insanguinate - è solo un taglietto - grugnì con un filo di voce - non dovete preoccuparvi -
Lion le mise una mano sula fronte, sopra alla ferita - esce molto sangue, ma non la ucciderà - disse speranzoso.
Noall poco convinto si inginocchiò e spostò le mani della ragazza nonostante i suoi lamenti di protesta.
- diavolo - sussurrò alzandogli la maglia. Un grosso livido purpureo si allargava sulle costole. Ne aveva almeno cinque o sei rotte e altre incrinate dal brutto colpo subito.
Lion imprecò - dobbiamo portarla da qualche altra parte, non possiamo rimanere qui -
- dobbiamo curarla, sì - Noall si alzò in piedi - io raccolgo le cose che ci sono rimaste, tu rimani con lei, Lion -
Lion lo lasciò fare. Noall si accinse a raccogliere le poche bende e vestiti che trovò sparsi nel punto del primo attacco del demone, dove una grossa crepa tagliava il terreno dove la spada di era abbattuta con forza.
Purtroppo trovò ben poco. Era stato tutto bruciato dalle fiamme o strappato dai colpi vaganti del demone.
Tornò da Lion di corsa e gli porse le bende.
Lion le prese e con precisione avvolse la testa di Miura in una fasciatura superficiale. Non avevamo nulla per pulire la ferita ma...
Un rumore spaventoso giunse alle loro spalle. Noall e Lion si votarono increduli solo per vedere la testa del demone che si alzava. Stava guarendo ad una velocità impressionante, con un fumo nero e denso che lo avvolgeva.
Noall prese Miura in braccio e spinse Lion con forza
- andiamo via - disse iniziando a correre - via! - gridò quando Lion non di mosse.
L'amico si riscosse e lo seguì. Noall lanciò un'occhiata alle sue spalle e vide il demone strapparsi la spada dal petto e guardarli con gli occhi socchiusi, crudeli, pieni di rabbia.
Avrebbe avuto la sua vendetta, questo era certo.
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La Rosa Cremisi - Il Destino Di Un Regno
FantasyDurante una guerra che perdura da secoli, con il nemico sempre più potente, sempre più vicino, le ormai uniche delle cinque razze in grado di opporsi all'impero sono gli elfi e gli umani, ultimi superstiti dell'antica resistenza, di un regno ormai p...