Noall era rimasto affascinato e sorpreso dalle parole del compagno. Jace era sembrato sicuro di sé quando aveva detto, appoggiato alla sua spada come un cavaliere, che avrebbero vinto.
Era stato così convincente che anche Noall si era sentito ispirato, per più o meno cinque minuti.
Poi lo sconforto era tornato a fare padrone della sua mente, che riconosceva essere debole. Non prendeva più le erbe per tenere a bada le emozioni da troppo tempo e questo creava una confusione nei pensieri che lo metteva in difficoltà.
Ancora non sapeva perché stesse seguendo Jace nella sua avventura quando avrebbe potuto bennissimo lasciarlo indietro e tornare sano e salvo a casa. Certo, c'era la principessa e le motivazioni di Jace erano più che giuste e da un certo punto di vista anche molto nobili e altruiste, ma proprio per questo lui non avrebbe dovuto seguirlo. Non era un paladino della giustizia che salva principesse in pericolo.
Non era mai stato un altruista, neanche nei confronti dei suoi cari e degli amici. Poteva dare la colpa alle erbe ma dentro di sé sentiva che in parte era colpa sua, del suo modo di essere e di pensare.
Era sempre venuto prima lui di tutto, neanche il bene del regno era più importante.
Ma adesso si trovava in compagnia di uno sconosciuto, pronto ad assaltare un avamposto inespugnabile per liberare non una bambina che conosceva appena. Era assurdo.
Forse esagerava nel continuare a definire Jace un estraneo e si rendeva anche conto di essere un po' freddo nei suoi confronti, ma non voleva aprirsi più del dovuto con qualcuno così prossimo alla morte come lo era lui. Jace era malato, ma oltretutto era anche completamente pazzo, sarebbe morto per uno o per l'altro motivo.
Così la mattina dopo, quando Noall si svegliò, decise di osservare l'allenamento di Jace per comprendere di più su di lui. Si diceva che vedere un uomo combattere svelava più di quanto non si potesse dire a parole. Per quel motivo i compagni di guerra erano sempre così legati.
Nonostante lo avesse aiutato a migliorare Noall sapeva di aver fatto ben poco. Jace imparava in fretta e ormai era arrivato al punto di sviluppare un suo stile, in questo Noall non poteva intromettersi più di tanto. Così negli ultimi giorni, oltre a qualche consiglio, non aveva più fatto nulla.
Sapeva che Jace si svegliava ogni mattina all'alba per allenarsi, e lo faceva da quando era partito dalla valle, da quanto diceva. Ma Noall non lo aveva mai visto impugnare una spada.
Lo trovò poco distante da dove avevano dormito. Si stava allenando tra quattro massi che formavano a grandi linee un'arena quadrata.
All'inizio Noall osservò con disinteresse i fendenti e i colpi di Jace, senza capire che stile stesse sviluppando. Sembrava muoversi completamente alla rinfusa, senza avere davvero le idee chiare su cosa fare. Il sole rifletteva i colpi imprecisi della lama di Jace, che roteava da una parte e dall'altra senza mai colpire nulla, solo vuota aria.
Solo dopo diversi minuti Noall si accorse che quello a cui stava assistendo era solo una continua ripetizione di colpi. Era stato lui a dirgli che ripetendo un'azione più volte quella diventava quasi un movimento spontaneo del corpo.
- forse così stai esagerando - disse annoiato dopo mezz'ora - dovresti variare un po' -
Jace si fermò nel mezzo di un fendente. Abbassò la spada - molto divertente - aveva la voce rotta dalla fatica - ma non è per il tuo divertimento che lo faccio, dovresti saperlo -
Noall alzò le mani - non lo dicevo per me, ma più che altro per te. Se ti annoi diventa difficile continuare con un allenamento -
- se mi annoiassi sarebbe un problema - ribattè Jace - ma non mi annoio affatto -
Noall si arrese e lasciò cadere l'argomento - ora vieni a spiegarmi come intendi entrare nella torre, è ora che anch'io sappia il tuo grande piano -
Jace si asciugò la fronte dal sudore con una manica, poi mise le mani sui fianchi - non ho un piano, non ancora -
- me lo aspettavo... - sussurrò Connor con un mezzo sorriso arrivando alle spalle di Noall.
- non è come pensate. Dobbiamo solo avere qualche informazione in più sulla fortezza - si corresse Jace - poi penseremo al modo migliore per entrare -
- non so quante storie di eroi e leggende tu abbia sentito, ma questa è la realtà - disse Noall secco - non si risolve tutto solo stando ad osservare. Si deve agire e in fretta -
Jace non sembrava per niente colpito da quella sfuriata - io mi fido del mio istinto - disse senza scomporsi - oggi ci avvicineremo alla torre, cercheremo di capire quali sono i turni di guardia, quanto sono sicura le mura, quali armi sono a loro disposizione, il numero dei soldati. Poi agiremo di conseguenza -
Noall prese una profonda boccata d'aria per calmarsi. Jace riusciva a irritarlo, era certo - faremo come vuoi... Ma non credere che sarà semplice -
Connor scosse la testa - per quanto mi piacerebbe venire con voi, e non mi piacerebbe affatto, devo ancora riposare. Rimarrò qui a tenere al sicuro... Be, me stesso prima di tutto -
Jace annuì e raccolse le poche cose che possedeva, tutto rinchiuso in uno zaino fatiscente, e gli fece segno di seguirlo.
Noall, anche se ancora riluttante, non si fece pregare ulteriormente. Ormai erano arrivati fin lì, tanto valeva vedere come sarebbe andata a finire - cerca di non andare troppo lontano - Noall ammonì Connor con uno sguardo sprezzante. Lui alzò le mani in segno di resa.
Era sembrata vicina, la torre. Ma sia Jace che Noall non avevano tenuto conto delle dimensioni colossali della struttura che avevano distorto le distanze, facendola sembrare molto più vicina di quanto non fosse in realtà.
Ci volle più di mezza giornata per raggiungerla e più si avvicinavano più le mura e la torre assumevano le loro vere, enormi dimensioni.
Spuntavano tra le fronde degli alberi, come un faro di disperazione.
Noall seguiva a poca distanza Jace, che era molto, troppo, silenzioso. Erano giorni che si comportava in modo strano, più del solito.
Forse era colpa della pressione che aveva addosso, parte della quale era merito di Noall, o forse semplicemente era paura. Ma Noall non poteva saperlo. Leggere cosa passava per la mente di Jace era impossibile.
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La Rosa Cremisi - Il Destino Di Un Regno
FantasyDurante una guerra che perdura da secoli, con il nemico sempre più potente, sempre più vicino, le ormai uniche delle cinque razze in grado di opporsi all'impero sono gli elfi e gli umani, ultimi superstiti dell'antica resistenza, di un regno ormai p...