Capitolo 39 - Jace: Scoperte

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Una fiammata rovente sfiorò i capelli di Jace mentre rotolava di lato per non farsi colpire. Allo stesso tempo alzò Even'hell, bloccando un fendente dall'alto e con uno schiocco di dita creò un'onda d'urto che fece barcollare indietro l'altro aggressore.
Era iniziato tutto qualche minuto prima. Anzi, qualche giorno prima. Durante la prima notte da quando avevano lasciato la baita, dopo il suo turno di guardia, era toccato a Miura. E Jace, non riuscendo ad addormentarsi, l'aveva vista lasciare il loro piccolo accampamento per inoltrarsi nel fitto del bosco.
Ovviamente l'aveva seguita. E cosa aveva scoperto? Che qualcuno li stava seguendo. E che Miura lo sapeva e lo conosceva. Una figura incappucciata, un uomo a giudicare dalla stazza. Così aveva rimuginato durante tutto il tragitto sul da farsi. Infatti sembrava che Lion non fosse a conoscenza del loro nuovo compagno invisibile e anche Reyla e Noall erano ignari. Appena aveva potuto quindi aveva allontanato Noall e Reyla, per tenerli al sicuro. Non era riuscito a fare la stessa cosa con Lion, ma d'altronde ci aveva pensato Miura un momento dopo, colpendolo alla tempia con il pomolo della spada.
Prima che Jace potesse chiedere spiegazioni l'uomo misterioso era apparso dal nulla ed era cominciata la battaglia, a cui, con orrore di Jace, si era aggiunto anche il Demone, comparso dalla boscaglia.
- Leris? - sentì la voce di Reyla attraverso l'inferno di fiamme.
- ciao Reyla - la salutò lui senza abbassare la spada.
Jace rimase un attimo impietrito - tu lo conosci? - chiese mentre teneva la punta di Even'hell puntata verso lui e Miura.
- cosa sta succedendo? - chiese allo stesso momento Noall - Miura, perché combatti contro Jace? E perché a fianco di un elfo? -
Lei non rispose subito. Jace vide la sua mano tremare per un istante - non sarebbe dovuto succedere - disse semplicemente.
- se questo ragazzino non avesse rovinato tutto adesso voi due non sareste neanche qui e tutto andrebbe come previsto - continuò Leris con uno scintillio negli occhi.
Ma il Demone sembrava non voler più attendere. Si lanciò con slancio all'attacco di Noall, che fu obbligato a difendersi. E in un istante il vortice della battaglia riprese, violento più di prima.
I primi minuti furono di confusione, ma poi l'andamento si stabilizzò.
Reyla e Noall, che sembravano ancora scossi, affrontarono il Demone. Jace invece fronteggiò Miura e Leris, sapendo dai racconti degli amici che erano stati i loro maestri. Non voleva che il peso di combattere contro un amico ricadesse sulle spalle di quei due. Avevano già passato troppe difficili situazioni.
Ma non aveva tenuto conto delle abilità dei due avversari. Sembravano una persona sola mentre scambiavano fendenti, rotolavano uno sulla schiena dell'altro per evitare i colpi di Jace e, senza neanche parlarsi, sbraca che si uno sapesse in anticipo cosa avrebbe fatto l'altro.
Dopo poco Jace si rese conto che se prima era riuscito a resistere era stato solo grazie al demone, che con il suo modo confusionario di distruggere tutto aveva impedito a Miura e Leris di organizzarsi in modo da ucciderlo.
Proprio per questo, dopo una schivata particolarmente fortunata di Jace, lo scambio di colpi di interrotto da una fiammata, che passò tra lui e i suoi avversari. Miura barcollò e Leris fu pronto a sorreggerla, ma per farlo lasciarono entrambi cadere le armi, rese anche roventi dal calore troppo forte.
Jace si trovò davanti all'occasione di terminare la battaglia, lì e subito. Poteva calare un unico affondo e traffigerli entrambi a morte.
Ma qualcosa nel modo in cui lo guardarono lo fermò a un passo dal farlo, con la spada alzata, pronta a colpire.
Sentì l'urlo del demone, forse di dolore, o più probabilmente di rabbia, e comprese qualcosa che gli era sfuggito fin da quando aveva creduto al tradimento di Miura.
Ma non ebbe il tempo di provare la sua teoria. Una spada di fuoco si abbatté a pochi centimetri da lui. Jace fece l'unica cosa che gli venne in mente. Prima di essere colpito dall'onda d'urto e dal fuoco si lanciò verso Miura e Leris, che, per qualche motivo, avevano approfittato del momento per lanciare un incantesimo e stavano svanendo in uno scintillio azzurrino. Ma non abbastanza in fretta.
Gli occhi spaventati dei suoi avversari furono l'ultima cosa che Jace vide, insieme al distinto suono della voce di Reyla che urlava qualcosa e al ruggito del demone, questa volta di dolore.
Poi fu il buio.

La Rosa Cremisi - Il Destino Di Un RegnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora