Capitolo 37 - Noall: Il Trio, Parte 3

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Noall era stupito da come qualcuno potesse dimenarsi come un pesce. Non credeva fosse possibile eseguire certi gesti incoerenti e esagerati senza rompersi qualche osso.
- basta, Jace, sono io - disse dopo ancora alcuni istanti
- ora ti metto giù -
Jace, che Noall teneva appeso a mezzo metro da terra, smise di cercare di liberarsi.
Lentamente si voltò, con le braccia abbandonate lungo i fianchi e un'espressione a metà tra l'offeso e l'imbarazzo - perché? - chiese.
Noall lo aveva visto combattere dalla finestra dello studio, ecco perché.
- perché stavi cercando di uccidere due membri della mia famiglia, probabilmente - rispose Noall lasciando la presa.
Jace cadde a terra goffamente, del tutto contrario a come aveva combattuto fino a un momento prima, quando sembrava avesse un demone dentro di sé, circondato dal fuoco azzurrino.
- cosa sta succedendo? - chiese Reyla arrivando proprio in quel momento - perché hai sfondato la finestra e sei saltato giù? -
Noall guardò in alto la vetrata rotta da cui era appena uscito - era la via più veloce, ovviamente - rispose. Aveva visto Jace in pericolo e aveva scelto il metodo più facile per raggiungerlo.
- più veloce... - Reyla sembrava quasi stupita, ma non in senso buono.
Un colpo di tosse interruppe la loro conversazione.
I due figuri incappucciati di stavano rialzando.
Noall era certo che si trattassero di due cacciatori come lui. Nessun'altro poteva entrare nella tenuta Hunter se non invitato.
- tu... - sussurrò uno di loro.
Noall riconobbe la voce sottile - Miura e... Lion? - chiese stupefatto.
Loro si tirarono giù i cappucci - non posso dire di essere contento di vederti, Noall. Il tuo... Amico mi ha riempito di lividi - disse Lion con una smorfia.
Miura sembrava ammutolita - tu... Sei caduto - disse quasi balbettando.
Si riferiva all Cicatrice, ovviamente.
Noall era comunque troppo stupito di vederli ancora vivi. Il Demone non era riuscito a ucciderlo solo perché era appunto caduto, fuori dalla sua portata. Aveva sperato a lungo di rivederli, ma era più che altro una consolazione per non sentirsi in colpa - voi siete scappati dal demone, come era ovvio - disse mentre un largo sorriso gli si apriva sul volto.
- oh, tu che mostri dei sentimenti? - disse ironico Lion - dopo tutto quello che abbiamo passato è la cosa più strana che ho visto fin'ora -
Ma non appena Noall fece un passo avanti i sorrisi sui volti dei due ritrovati amici sparirono.
Miura raccolse la spada e Lion cercò di raggiungere a carponi l'arco.
Noall cercò con lo sguardo ciò che li aveva messi in allarme, preoccupato. Per un momento non riuscì a capire cosa li avesse spaventati tanto, ma alla fine gli occhi gli caddero su Reyla, in piedi proprio dietro di lui, immobile.
- cosa ci fa un'elfa qui, Noall? - chiese Miura minacciosa.
Noall era stato preso alla sprovvista e non seppe rispondere sul momento. Dopotutto lui stesso aveva ancora molti dubbi sul perché stesse viaggiando insieme a lei.
Ma Jace, intuendo il pericolo, si contrappose tra Miura e Reyla, che si guardavano con così tanto astio che era quasi possibile vederlo a occhi nudi - non è una nemica - disse Jace banalmente.
Miura non accennò a spostarsi di un passo - detto da te, ragazzino, non è confortante -
Noall, riprendendosi, alzò le mani in aria per attirare l'attenzione - Miura, Lion, non dovete preoccuparvi. Reyla, Jace, vi presento i miei precedenti compagni di caccia -
Quattro paia di occhi si fissarono su di lui - Noall, stai parlando di un'elfa - disse Lion.
- hanno cercato di uccidermi - disse allo stesso tempo Jace.
Reyla, fino a quel momento in silenzio, abbassò le spade che aveva sfoderato - sono cacciatori, Noall. Non capiranno che non sono una minaccia per loro -
- io l'ho capito, lo faranno anche loro - rispose Noall afferrando sia Jace che Miura per un braccio - posate le armi, avanti -
Jace fu il primo ad obbedire, seguito da Lion e dopo alcuni istanti di tensione anche da Miura.
Noall tirò un sospiro di sollievo. Per quanto fossero potenti Lion e Miura avrebbero avuto filo da torcere anche solo contro Reyla, figuriamoci se si aggiungeva anche Jace, per quanto fosse ancora alle prime armi.
Dopo pochi secondi di imbarazzante silenzio Jace tese, lentamente, una mano - è un piacere conoscervi, e mi spiace per... prima - non sembrava molto convinto di ciò che diceva, ma almeno tentò di sforzarsi.
Noall aspettò la reazione degli altri tre. Per fortuna abbassarono lentamente le armi, senza però smettere di tenersi d'occhio.
Noall lasciò andare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento - bene, allora nessuno ucciderà nessuno, intesi? -
Nessuno confermò o negò, ma finalmente si divisero. Reyla si avvicinò a Jace e, come si aspettava Noall, rimase accanto a lui per tutta la sera, fino a quando non si sedettero tutti intorno al camino della stanza principale della tenuta. Noall al centro, alla sua sinistra Miura e Lion su un divano, Jace e Reyla su una poltrona a destra, con l'elfa appolaiata sul bracciolo.
- raccontaci come sei arrivato qui, Noall - disse Miura dopo un po' con un sorriso tirato.
Le fiamme latenti delle braci nel camino formavano strane ombre sul viso del ragazzo, mentre raccontava la storia. Lui stesso, mentre parlava, si accorse di quanto fosse assurdo quello che gli era accaduto dopo essere caduto nella Cicatrice.
Era riuscito a uscire da uno dei luoghi in cui i più coraggiosi guerrieri erano rimasti intrappolati. Aveva volato su un drago, per farlo, probabilmente il primo uomo, il secondo dopo Jace, a volare nell'arco di secoli. Poi la decisione arbitraria di seguire quel ragazzo che gli sembrava tanto debole quanto spaurito, ma che in poco tempo aveva escogitato un piano per far evadere la sua amica elfa da una delle prigioni più pericolose dell'impero. E ci erano riusciti, dopo un'avventura che ancora gli faceva venire i brividi dall'emozione. E Jace aveva fatto esplodere la prigione con un incantesimo.
- esplodere? - chiese Lion - non è possibile -
- un incantesimo simile avrebbe bisogno di troppa energia magica, sarebbe morto chiunque -
Noall era arrivato alla stessa conclusione e da come Reyla rimaneva in silenzio e lo fissava anche lei doveva pensarla allo stesso modo.
Jace sorrise - non ho fatto esplodere la torre -
- eppure il fuoco che abbiamo visto era vero - Noall non gli credeva.
- era vero, ma non sono stato io a crearlo, almeno non tutto - il sorriso di Jace si trasformò in qualcosa di un po'... Inquietante - la maggior parte del lavoro l'ha fatta Ashes -
- Ashes? - che Miura.
- il drago - rispose Noall.
- ebbene, mentre combatteva contro il demone ha sparso ovunque, in cielo, polvere di fenice che ho trovato in fondo alla Cicatrice -
- e quando hai dato fuoco con quell'incantesimo anche la polvere si è infuocata - Reyla battè il pugno sulla mano aperta - ma non capisco perché tu l'abbia fatto, la polvere di fenice poteva servire per guarire le tue ferite, anche se non sapevi che saresti stato torturato -
- sei stato torturato nella torre dei dimenticati? - chiese Miura rivolgendosi per la prima volta direttamente a Jace.
Noall e Jace si scambiarono un'occhiata - in effetti è così - disse Noall - ma è qui che anch'io avevo perso il filo, prima di sentire il resto del piano -
- Avevo previsto che mi avrebbero torturato, anzi, l'ho fatto di proposito - disse Jace - era l'unico modo per un umano insignificante come me per farsi mandare alle fosse, dove eri intrappolata tu, Reyla -
Lei per poco non cadde dal posto - ma potevi diventare un dimenticato! -
- a te cosa sarebbe importato, elfa? - chiese sprezzante Lion. Perfino Miura lo guardò con un po' di rabbia.
- non poteva diventare un dimenticato, ma doveva fare attenzione al dolore fisico che poteva comunque fargli perdere la ragione - disse Noall - così mi sono fuso alla sua ombra, per poter entrare senza essere visto e sostenerlo mentre veniva torturato, impedendogli di smarrire la sua anima, e allo stesso tempo potevo correre da un'ombra all'altra per scoprire dove erano rinchiusi i prigionieri elfici -
- non è stato facile - per un momento il viso di Jace si oscurò - ma in fondo abbiamo raggiunto l'obbiettivo -
- è lì che ti sei fatto questa? - chiese Reyla passando un dito sulla ferita, ormai solo una lina di pelle bianca, che partiva dalla tempia di Jace per attraversare l'occhio e terminare sulla guancia. Noall credeva che desse un aspetto più minaccioso e allo stesso tempo potente a Jace, come un ricordo di ciò che era riuscito a fare.
- sì, poco dopo essere uscito dalla stanza delle torture una guardia la incisa con un coltello rovente -
Reyla ritirò la mano - io ho pensato che fossi stato tu a farmi imprigionare, ti devo delle scuse -
Noall e Jace rimasero entrambi immobili, con la stessa espressione di sgomento. Reyla che si scusava. Anche se Noall la conosceva da poco sapeva per certo che era un evento più unico che raro.
- anch'io mi devo scusare per come ti ho abbandonata ai soldati -
- è incredibile - disse Miura - vi siete incontrati per caso, come nemici, e ora ognuno di voi deve qualcosa all'altro, siete legati da un filo invisibile, raro da trovare in tre ragazzi di tre razze diverse -
Sembrava sorpresa e allo stesso tempo in qualche modo felice. Noall ne fu contento, perché nonostante non l'avrebbe mai ammesso, era importante la sua opinione.
- quello che trovo assurdo è il fatto che ancora viaggiate insieme - disse Lion facendosi attento - perché dopo la fuga dalla prigione non vi siete separati e perché ora siete qui? -
- è semplice - disse Noall, stupendosi di quanto credesse in quelle parole - fermeremo la guerra imminente -
Lion aprì e chiuse la bocca più volte senza emettere un suono, come un pesce fior d'acqua - voi... Cosa? -
- fermeremo la guerra tra i nostri popoli - ripeté Reyla incrociando le braccia sul petto.
A dirlo così apertamente sembrava strano.
- voi fermerete la guerra... - Miura scosse la testa - sono d'accordo che, forse, voi tre abbiate trovato qualcosa che vi accomuna, ma la guerra è... Inevitabile, ormai -
Jace stava in silenzio, come faceva molto spesso ormai.
- non siamo sicuri che funzionerà, ma almeno ci proveremo - disse Noall cercando di spiegare - siamo convinti che, vedendoci insieme, la guerra sarà fermata -
- parli come se foste una cosa sola, voi tre - disse Lion infervorato - ma non è così! L'unica cosa che riuscirete a ottenere è farvi uccidere, o peggio -
Noall sapeva che nessuno avrebbe capito. Anche lui aveva avuto i suoi ragionevoli dubbi, ma adesso non era più tempo per esitare, era tempo di agire.
- Jace sa come fare - disse Reyla in quel momento, togliendogli le parole di bocca.
- tu sapresti come fare a fermare un conflitto che dura da secoli? - Miura aveva uno sguardo irriverente mentre parlava con Jace - ci hanno provato in molti, senza riuscirci -
Jace, fino a quel momento perfettamente calmo e composto, sorrise - ne sono certo, ma sono ancora più sicuro della buona riuscita del mio piano. So poco della politica del regno o degli elfi, ma sono sicuro che davanti a quello che presenteremo non potranno fare altro che ammettere che la guerra non sarà più necessaria -
La discussione non terminò, anzi, andò avanti tutta la notte, sempre più animata e, in qualche modo, costruttiva. Ad un certo punto, anche se probabilmente fu solo Noall ad accorgersene, perfino Reyla fu presa in considerazione e nessuno sembrava più fare caso all'origine degli altri nella stanza. E Noall lo trovò magnifico.

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