Reyla era seduta su un tronco nodoso, marciscente, con del muschio verde scuro che cresceva imperterrito, coprendolo come un tappeto soffice. Osservava l'andatura incerta e scattante di una formica nera e rossa. Prima un movimento di qua, poi un piccolo ripensamento. Muoveva le antenne ma alla fine continuava a girare a vuoto, senza trovare una meta apparente.
Reyla si ritrovava nella creaturina. Non sapeva cosa stesse facendo, perché lo stesse facendo.
Un movimento attirò la sua attenzione. Una formica rossa, grossa, con due tenaglie scattanti, si avvicinò all'altra. Sembrava in corso una guerra di sguardi tra le due formìche, come se nessuno volesse iniziare a combattere.
Quella nera, dopo qualche istante, cercò la fuga. Fu un attimo e si ritrovò tagliata in due dall'altra, molto più veloce e probabilmente molto più cattiva.
- è affascinante la natura, non credi? -
Reyla si distrasse dalle formiche - è crudele e insensata - rispose guardando negli occhi l'elfo - non credo si possa trovare del bello in questo, Leris -
Lui incrociò le braccia - forse è crudele come dici, ma non insensata. Mai - disse con un sorriso - solo i deboli periscono all'ombra dei potenti, come è giusto che sia -
Reyla fece una smorfia, non le era mai piaciuto quel pensiero - dov'è la regina? - chiese alzandosi.
- vi la attende con il resto del gruppo - Leris le offrì il braccio - ti accompagno -
Reyla si fece portare quasi di peso. Aveva ancora male alla gamba dove era stata ferita e la stanchezza dei giorni passati non accennava a passare. Era come se un macigno le fosse rotolato sopra più e più volte.
Si fece trascinare fino alla piccola radura dove avevano piantato le tende, loro rimasti nella retroguardia dell'esercito in fuga. Erano in pochi, appena una cinquantina, ma tra di loro si potevano trovare i migliori arcieri e fanti di tutto il popolo. Leris ne era un esempio, e la regina ovviamente anche.
Si avvicinarono alle bianche tende a punta, con Leris che continuava a parlare della fuga e di come avrebbero dovuto sterminare gli umani, chiamati da lui traditori. Reyla cercava di non ascoltarlo e di concentrarsi su qualsiasi cosa che non fosse la sua voce. Aveva ancora impressa nella testa l'immagine di lui che alzava la spada insanguinata, estraendola dal corpo inerme di... non voleva neanche pensare al suo nome.
- mia signora, ho trovato Eremya - disse Leris scuotendola dai suoi pensieri.
Reyla rimase immobile a fissare il mantello che ricadeva ordinato sulle spalle della donna seduta davanti al fuoco. I capelli argentati tenuti insieme da nastri di erba intrecciata risplendevano alla luce del sole.
- ti ringrazio, Leris - disse lei con un tono di voce cristallino, calmo come l'acqua ma forte e potente come una montagna - parlarti sta diventando difficile negli ultimi tempi, Reyla -
- sono tempi difficili... - rispose Reyla appoggiandosi più saldamente al braccio di Leris.
- indubbiamente - la regina lanciò un rametto nel fuoco, che scoppiettò ardendo più forte - come è sempre più difficile avere fiducia nei propri alleati -
- io non ho mai... - cercò di dire Reyla, ma la regina alzò un braccio per fermarla.
- so che la tua lealtà è incrollabile, Eremya - Reyla trasalì a sentirsi chiamare così da lei - è la tua volontà che è stata messa alla prova nel tuo viaggio. La tua tempra - per qualche istante tacque - si arriva in un momento nella vita in cui si deve prendere una decisione, se seguire la ragione o il sentimento -
Reyla sapeva dove voleva arrivare - posso assicurare che non ho mai messo nulla davanti alla fedeltà al mio popolo e a voi -
- non... - la regina scandì bene la parola - non mentire. La tua fedeltà è stata messa alla prova e, come mi aspettavo, non è crollata. Hai compiuto il tuo dovere, ma non dire di non aver vacillato -
Si alzò in piedi. Reyla sentiva la gola secca e gli occhi lucidi.
La regina di voltò verso di lei. Sul viso dai lineamenti spigolosi, che rasentavano la perfezione, si poteva scorgere la vaga traccia di un fievole sorriso. Gli occhi verdi erano inondati di tranquillità.
Reyla rimase confusa. Non era quello il suo ricordo, anzi. Nella sua testa era sempre stata la regina fredda e spietata.
- hai reso un enorme favore alla nostra causa portandola qui - disse indicando una gabbia di rami di quercia intrecciati, coperti di simboli in lingua antica.
Reyla strizzò gli occhi per vedere all'interno delle sbarre, nella penombra delle chiome degli alberi.
Per qualche istante non riconobbe la creatura accucciata all'interno, in posizione fetale. Ma quando un raggio di luce passò attraverso le fronde scosse dal vento, in un solo istante, vide il riflesso rosso fuoco dei suoi capelli.
- May?... - Reyla si staccò da Leris e fece qualche passo in quella direzione, ma cadde a terra con un gemito.
Una mano piccola e delicata la afferrò e la rimise in piedi con una forza che non si addiceva all'apparenza - no, non May - il cuore di Reyla si fermò per un istante - ma Marline, l'ultimogenita della famiglia De Rehis, la dinastia più antica dei Re degli umani -
Reyla boccheggiò per qualche istante in cerca di qualcosa da dire, ma la sua mente galoppava ormai senza sosta. Sapeva benissimo chi era May, ma come fosse arrivata fin lì...
- è un vantaggio enorme sul nostro nemico - disse Leris
Reyla deglutì con forza e guardò la regina, che stava sorridendo, un sorriso che però non le trasmetteva felicità.
- sono così fiera di te, Reyla - disse con la voce che vibrava - finalmente ti sei dimostrata degna del titolo che porti, Eremya. La cacciatrice di ombre - Reyla sussultò nel sentire quel soprannome.
Gli occhi della regina scintillarono - mia figlia -
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La Rosa Cremisi - Il Destino Di Un Regno
FantasyDurante una guerra che perdura da secoli, con il nemico sempre più potente, sempre più vicino, le ormai uniche delle cinque razze in grado di opporsi all'impero sono gli elfi e gli umani, ultimi superstiti dell'antica resistenza, di un regno ormai p...