Ti troverò

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Erano le cinque del pomeriggio e il sole era ormai tramontato, Sirius e Peter erano in sala comune a giocare una noiosa partita a scacchi, aspettando che James si palesasse. L'avevano controllato ad intervalli regolari sulla Mappa del Malandrino, per assicurarsi che non si mettesse nei guai da solo, ma ormai era da un bel po' che stava seduto nel cortile interno sotto la torre ovest.
-Scacco matto- disse la voce allegra di Peter e Sirius grugnì.
-Basta con gli scacchi Peter, mi sto annoiando- disse Sirius appoggiandosi sullo schienale della poltrona, notando Lily Evans, poco più in là che li guardava. Sirius la salutò con la mano e Lily si alzò dal tavolo dov'era con Mary per raggiungerli.
-Sapete per caso dov'è James?- chiese con indifferenza, non voleva far trasparire il suo pentimento.
-James? James chi?- chiese Sirius guardando Peter, fingendo di non sapere a chi si riferisse e Lily incrociò le braccia guardandolo con sufficienza.
-Penso intenda James Potter...- disse Peter debolmente.
-Per me intende James Sutton, quello di Tassorosso- disse Sirius guardando Peter con finta perplessità, ma Peter sembrava veramente non capire di chi stesse parlando.
-Allora volete dirmi dov'è o no?- chiese lei che cominciava ad innervosirsi.
-Nel cortile interno sotto la torre Ovest- disse Sirius sbrigativo.
-Grazie- rispose lei uscendo dalla Sala Comune.

James era andato lì a guardare il tramonto, aveva passato tutte quelle ore a vagare per il castello cercando di convincersi che doveva farsi passare dalla testa Lily, doveva lasciar stare una volta per tutte quella faccenda. Si era ripetuto più e più volte "Non devi pensare a Lily, non devi pensare a Lily" ma era risultato inutile. Si era detto che mancavano pochi mesi alla fine della scuola e poi, all'Accademia auror, avrebbe conosciuto qualche altra ragazza magari, ma poi si ricordò che anche Lily voleva diventare un auror. Sarebbero diventati entrambi auror e sarebbero stati nello stesso Dipartimento per sempre. La sua vita sarebbe stata segnata da Lily Evans, che lui lo volesse o no. Come si poteva dimenticare una persona che si vedeva tutti i giorni? Non sarebbe stato facile, per niente, forse addirittura impossibile. Provarci con Lily era iniziato come un gioco, per il semplice motivo che lei lo aveva rifiutato una volta e a lui la cosa non era andata giù, ma ormai era sicuro che fosse totalmente e perdutamente innamorato di lei e che, un amore così, non sarebbe mai scomparso del tutto. Stava ancora rimuginando su questo, quando con la coda dell'occhio vide l'inconfondibile figura di Lily Evans arrivare verso di lui e sedersi accanto a lui nella panchina in pietra. James non si mosse, rimanendo con i gomiti appoggiati alle ginocchia e con lo sguardo dritto davanti a sé, a fissare il grosso albero al centro del cortile chiuso.
-Ti do fastidio?- gli chiese lei debolmente e lui scosse la testa, rimanendo fermo nella sua posizione. -È tanto che sei qui?- chiese piano.
-Un po'- disse lui debolmente e Lily annuì, sentendosi un peso sullo stomaco.
-Ti stavo aspettando in sala comune...- disse lei piano.
-Mi hai detto di non seguirti- rispose James in tono neutro e Lily prese un respiro.
-Lo so- disse incerta. -Ma volevo chiederti scusa- disse e James alzò la testa per la prima volta, guardandola sorpresa.
-Perché dovresti scusarti?- chiese confuso.
-Perché ti ho urlato contro e non dovevo- disse lei senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Non è la prima volta che lo fai e non ti sei mai scusata, perché dovresti farlo ora?- chiese sinceramente confuso.
-Perché le altre volte te lo meritavi- disse lanciandogli un'occhiata di sufficienza e James sorrise appena, appoggiandosi allo schienale della panchina. -E poi perché questa volta ho paura di averti ferito...- disse abbassando la voce.
-Sto bene, non ti preoccupare- disse lui in tono neutro, guardando davanti a sé.
-Il fatto è...- disse lei prendendo un respiro. -Non mi piace ammettere di aver sbagliato per così tanti anni, ma non voglio essere neanche una di quelle persone che non ammette i propri errori e fa finta che non esistano- disse senza guardarlo, mentre James la guardava perplesso. -Quindi, forse, ho sbagliato a pensare che oggi, e dico solo oggi, tu abbia fatto il bambino- disse facendolo sorridere.
-Solo oggi?- chiese divertito.
-Sì, le altre volte avevo ragione- disse con un lieve sorriso che James ricambiò.
-Sì, lo ammetto, delle volte sono stato un po' un coglione- disse lui passandosi una mano tra i capelli.
-Delle volte?- chiese lei in tono ironico.
-Ora non pretendere troppo da me, Evans- disse facendola ridere appena. -Però ho capito, mi ero solo montato la testa pensando che potessimo uscire insieme- disse torturandosi le mani, tornando a guardare dritto davanti a sé.
-Che ti sei montato la testa è vero e non è una novità- disse lei in tono leggero e James accennò solo un sorriso di circostanza. -Ma in realtà oggi non hai fatto niente di così sbagliato, Severus sapeva di provocare una tua reazione contro di lui, sapeva che io mi sarei arrabbiata con te e che così avrebbe sabotato tutto- gli spiegò lei e James la scrutò, pensando che lo stesse prendendo in giro.
-Mocciosus può essere così intelligente?- chiese alzando un sopracciglio.
-Non è intelligenza, è astuzia- spiegò lei e lui tornò a guardare davanti a sé. Calò un silenzio teso, in cui nessuno dei due sapeva cosa dire. -Il punto è che Severus sa che non mi piace perdere e la guerra con te va avanti da troppo perché io possa lasciarti vincere- disse lei abbassando lo sguardo.
-Guerra tra noi? Ma che stai dicendo?- chiese lui confuso.
-La guerra in cui tu ci provi con me per darmi fastidio e io ti odio- spiegò lei ma James parve ancora più confuso.
-Pensi che io ci stessi provando con te solo per infastidirti?- chiese lui.
-E perché altrimenti?- ribatté lei.
-Perché mi piaci!- disse lui con ovvietà. Lily fece per aprire la bocca ma poi la richiuse, incapace di non dire nulla. -Perché io volevo davvero uscire con te- continuò James, sentendosi in imbarazzo dal suo silenzio. Lily prese un respiro e buttò la testa all'indietro.
-Se uscissimo insieme, se ci frequentassimo, sarebbe come ammettere pubblicamente che mi sono sbagliata per sette anni- disse senza guardarlo.
-È questo che ti preoccupa? Quello che penserebbero gli altri?- le chiese leggermente infastidito.
-Beh... sì. L'hai vista la faccia di Sev? Era deluso da me...- disse debolmente, come se stesse parlando da sola più che con James.
-Senti Lily, con tutto il rispetto, ma non mi sembra che il parere di... Piton debba avere ancora il privilegio di essere tenuto in considerazione- disse sforzandosi di mantenere un tono diplomatico.
-Era il mio migliore amico...- disse lei debolmente.
-Infatti, era, prima di unirsi ai Mangiamorte e trattarti senza alcun rispetto- disse con tono ovvio e Lily fece una smorfia, sempre senza guardarlo. -Poi, sinceramente, perché dovrebbe fregarti di quello che pensa la gente?- chiese lui alzando le spalle e lei lo squadrò.
-Tu, James Potter, che si sistema in continuazione i capelli e va in giro come se fosse il re di Hogwarts, mi stai dicendo che non dovrei tener conto del parere degli altri?- gli chiese lei con una faccia poco convinta, incrociando il suo sguardo.
-Esatto- disse passandosi una mano fra i capelli. -In realtà io faccio tutte queste cose perché me ne frego di quello che dicono di me, non mi interessa se gli altri pensano che io sia solo un buono a nulla, vanitoso e che se la tira, i miei amici non lo pensano così ed è questo che mi interessa- disse serio e Lily arricciò le labbra, guardando davanti a sé.
-Forse hai ragione- disse piano e James sorrise.
-Ho ragione?- chiese divertito.
-Non lo ripeterò- lo avvertì lei, ma lui sorrise comunque. -In realtà non sono stata male l'ultima volta che siamo usciti...- disse a bassa voce.
-Nemmeno io- disse James ingoiando la saliva a fatica, si sentiva la bocca secca, sentiva la tensione tra di loro salire. Lily si girò a guardarlo e James si perse per qualche secondo nei suoi occhi verdi. La tensione era palpabile e Lily sporse appena il viso verso di lui, in modo che rimasero a distanza di pochi centimetri l'uno dall'altro. Lily schiuse appena le labbra e lo sguardo di James ricadde su di esse, su quelle labbra rosee che aveva immaginato per così tanto tempo.
-Oh vaffanculo- sussurrò Lily prima di sporgersi verso di James e posare le labbra sulle sue. James rimase paralizzato, incredulo di quello che stesse succedendo. Lily si allontanò appena, i loro visi erano ancora vicini e le loro labbra si sfiorarono appena. James le posò una mano sulla guancia e l'attirò a sé con forza, baciandola questa volta come si deve. Baciandola per tutte le volte che aveva sognato quel momento, baciandola per tutte le volte in cui l'aveva vista ridere da lontano, per tutte le volte che l'aveva vista in classe concentrata sui suoi appunti, per tutte le volte che l'aveva guardato con sufficienza, per tutte le volte in cui gli aveva urlato contro. Lily si allontanò piano da James che teneva ancora la mano sulla sua guancia e lo guardava come se non l'avesse mai visto. Aveva le farfalle nello stomaco e la sensazione era così forte che quasi le girava la testa, non si era mai sentita così, era come se tutto le dicesse che era giusto così.
-Posso invitarti ad uscire con me domani?- chiese lui e lei sorrise appena.
-Possiamo fare colazione ad Hogsmeade- propose lei con un sorriso imbarazzato, ma James fece un'espressione di sofferenza. -Che c'è?- chiese lei.
-Ho allenamento domani mattina... sai la partita è domenica prossima e ci dobbiamo allenare- disse incerto.
-Certo, non vorrei mai che Grifondoro perdesse ancora per colpa tua- disse lei in tono leggero e James accennò una risata.
-Mi ripetono che devo cercare di non farmi ammazzare nei prossimi giorni- disse lui ridacchiando.
-Mi sembra una buona idea- concordò Lily ridacchiando.
-Però possiamo uscire il pomeriggio!- disse lui entusiasta.
-Io e le ragazze dobbiamo fare il tema di Barlow nel pomeriggio- spiegò lei.
-Il tema di Barlow?- chiese confuso e lei alzò gli occhi al cielo.
-Sì! Quello per mercoledì- disse lei esasperata.
-E lo fate di domenica?- chiese guardandola perplesso.
-Beh è piuttosto lungo- si difese lei.
-Dai non si studia di domenica! È il giorno dedicato al riposo- disse lui in tono scherzoso.
-Beh io devo studiare, devo anche rileggere il capitolo di Trasfigurazione, poi ho una traduzione di Rune da fare e...- cominciò Lily, ma venne bloccata dalle labbra di James che si posarono sulle sue. Tornarono a baciarsi, questa volta più appassionatamente, con le labbra che si divoravano l'un l'altro.
-Domani pomeriggio vengo a cercarti- gli disse James con il respiro pesante, con le labbra ancora attaccate a quelle di lei.
-Non mi troverai- lo sfidò lei tornando a baciarlo.
-Ti troverò-

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