Nessuno

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I giorni passarono e Elektra era ancora più sola. Si sentiva il mondo cadere addosso. Era giovedì e il che voleva dire che era il giorno peggiore della settimana, perché aveva sia allenamento che il corso auror ed era quindi costretta a passare anche tutto il pomeriggio con Willow. Era a pranzo, seduta lontano dai Malandrini con lo sguardo rivolto verso Willow che rideva con la sua nuova fiamma. Sirius l'aveva giustificata dicendo che fosse ferita, ma ad Elektra sembrava tutto il contrario, sembrava che ci godesse nello stare senza di lei e nell'averle mandato tutto all'aria, sembrava contenta di averle rovinato la vita. Sapeva di aver delle colpe, sapeva di aver sbagliato a non dire mai nulla a Remus di Austin, ma soprattutto nascondendo a tutti dell'Aminagus. Se ne pentiva, era piena di rimorsi per questo, ma almeno ci stava provando a fare qualcosa di concreto, qualcosa che potesse veramente aiutare in questa guerra. Perché avrebbe dovuto sprecare il suo potenziale? Non era giusto che lo facesse solo perché James e Remus avevano paura che potesse farsi male. Ma a che prezzo? Aveva perso tutto, tutto quello che prima scintillava nella sua vita ora era coperto di ruggine. Ma dopotutto, nessuno le era venuto ancora a parlarle, nessuno si era accorto di quanto stesse male, magari non importava nemmeno a nessuno che tornasse lei indietro. Il rimorso le legò lo stomaco, quando vide Remus girarsi a guardarla, anche se solo per una frazione di secondo. Anche James le lanciò un breve sguardo, stavano parlando di lei, le era chiaro. Willow si alzò dal tavolo dei Corvonero e si affiancò a James, gli disse qualcosa e lui annuì, anche lei guardò Elektra, per un tempo più lungo rispetto ai ragazzi, ma con uno sguardo decisamente più disprezzante. Incurvò le labbra tinte di rosso verso James e uscì dalla Sala Grande, con il braccio di Austin sulle spalle.

Ad allenamento era come se non esistesse e al corso Auror si sedette in fondo, da sola, per ascoltare la noiosa lezione frontale di quella sera, evitando di alzare lo sguardo per qualsiasi motivo. Quando Malocchio li congedò, tutti si alzarono, ma lei rimase seduta qualche minuto in più, per appuntare un'ultima cosa, e sentì la presenza di qualcuno accanto a lei.
-Stai bene?- chiese la voce di Noah e Elektra fu costretta ad alzare lo sguardo, annuendo. Vide Remus guardarla con sguardo freddo, scuotendo la testa. -Non mi sembra che tu stia molto bene- continuò lui perplesso e Remus uscì dalla stanza.
-No, non sto bene, ma il fatto che vieni a parlarmi non fa che peggiorare la situazione, sinceramente- disse in tono duro, rendendosi conto solo dopo di avere trattato male l'unica persa a cui pareva importare di lei. -Scusa- disse poi, chiudendo i propri appunti.
-È per il tuo ragazzo? Ti ha fatto un'altra scenata per colpa mia?- disse con un che di divertito nella voce.
-No... cioè è anche per lui se sto così, ma non c'entri tu- disse con un sospiro, mettendosi le mani per coprirsi il viso. -Sta andando tutto male- disse con la voce soffocata dalle proprie mani.
-Vuoi... ne vuoi parlare?- chiese lui incerto.
-Sì- ammise lei prendendo un respiro e cercando di contenersi. -Ma tu dovrai andare a casa- continuò.
-No in realtà, ti va una burrobirra?- le chiese e lei lo guardò perplessa.
-Dove?- chiese scettica.
-Nell'ufficio Auror- disse lui con semplicità e lei aggrottò le sopracciglia. -Ci lasciano un ufficio, ma in realtà tutti vanno a casa e non c'è mai nessuno, vieni- disse con un cenno della testa. Elektra lo seguì, pensando che tanto una punizione non avrebbe potuto peggiorare la sua situazione, anzi, le avrebbe tenuto il cervello occupato. Noah entrò in una porta poco più in là, nel corridoio di Difesa Contro le Arti Oscure, dove non c'era nessuno. -Siediti, c'è anche del Whisky se vuoi- disse lui facendole cenno ad uno dei due divani. Lei si sedette su un divano verde in velluto e tirò le gambe al petto, abbracciandosi le ginocchia. Noah le porse un bicchiere di Whisky Incendiario e si sedette davanti a lei, sorseggiandone un po'. -Se vuoi puoi raccontarmi tutto io me ne sto qui in silenzio- le disse tranquillo, bevendo il suo Whisky. Elektra prese un grande sorso dal suo bicchiere, sentendo l'esofago bruciare.
-Immagina che tutte le persone a cui vuoi bene ti odino- disse piano, bevendo un altro sorso. -Willow ha deciso di rovinarmi la vita, rivelando tutti i miei segreti a mio fratello e al mio ragazzo e non contenta si è messa con il mio ex- disse e Noah si lasciò sfuggire una faccia impressionata, prima di nascondersi dietro il bicchiere. -Mio fratello mi odia per avergli nascosto tutte queste cose e a malapena mi parla- disse bevendo un altro sorso. -E Remus... Remus non mi perdonerà mai. E ha ragione, non mi merito il suo perdono. Ho fatto esattamente quello che mi aveva detto di non fare e in più gli ho sempre tenuto nascosto del mio ex... e sai perché?- disse alzando appena la voce. ­-Per James! Perché lui è sempre stato così... protettivo! Ai limiti dell'ossessivo e sapevo che se avesse saputo che a 14 anni avevo un ragazzo non avrebbe fatto altro che rompermi le palle, così l'ho tenuto nascosto da allora e non l'ho mai detto a Remus perché avevo paura che se l'avesse detto a James si sarebbe infuriato... Invece ci ha pensato ben Willow a tutti e due, facendo credere a Remus che non mi fido abbastanza di lui e a James che faccio le cose alle sue spalle perché penso che sia solo bravo a rompere- disse tutto d'un fiato, coi pensieri che fluivano da soli. Prese un'altra grossa sorsata di Whisky, lasciandone solo una lacrima bruna nel bicchiere. -Che poi, James, è un ipocrita. È l'ultimo che può permettersi di giudicarmi visto che ha fatto la stessa cosa a 14/15 anni. Eppure non va bene, perché se una cosa la fa lui allora è sempre logica, è sempre giusta, validata da un sacco di principi intoccabili, se la faccio io sono solo una bambina che vuole dimostrare di essere migliore degli altri. Ma sai una cosa?- disse guardandolo. -Non lascerò che le loro paure mi ingabbiano, devo sfruttare il mio potenziale ed è quello che farò, non mi fermerò per aspettare che loro capiscono, perché capiranno, sono sicura che un giorno capiranno! Se mi facessero parlare avrebbero già potuto capire, almeno Remus, ma no! Non voglio neanche ascoltarmi! Ma un giorno capiranno, magari tra un anno o tra dieci, ma quel giorno sarà troppo tardi, non ho intenzione di sprecare il tempo così, c'è una guerra lì fuori e bisogna agire- disse facendo per bere l'ultimo sorso di Whisky ma si rese conto che il bicchiere era vuoto.
-Ne vuoi ancora?- chiese Noah gentile e lei annuì, così con un colpo di bacchetta il suo bicchiere tornò pieno di Whisky.
-Quella che non capirà mai è Willow- disse bevendo ancora. -Lei è troppo presa da se stessa per capire che c'è qualcosa più importante dei ragazzi. È troppo superficiale e incolpa Sirius per la loro rottura ma in realtà è colpa sua, Sirius non le hai mai raccontato nulla del suo passato perché lei non potrebbe capire, perché non riesce ad andare sotto alla superficie. Non capirà mai perché voglio diventare un animagus, penserà che lo faccio solo per avere un potere in più o cosa ne so, non capirà mai che ne ho bisogno! Che non voglio essere solo quella brava a scuola! Che ho bisogno di sentire di essere veramente utile! Che voglio finire quello che hanno cominciato i miei genitori, che voglio proteggere mio fratello e i miei amici e che, se lo faccio, lo faccio solo perché è necessario, perché se c'è bisogno di me devo esserci. Ma lei no, perde tempo con le varie tonalità di rossetti rossi- sputò tutto senza rendersi conto di quello che stava dicendo, un po' per l'alcol e un po' perché erano giorni che pensava a quelle cose senza mai dar voce ai suoi pensieri.
-Non ho capito bene- disse Noah confuso, sporgendosi verso di lei. -Animagus?- chiese confuso e il viso di Elektra sbiancò. L'aveva detto lei? Come l'aveva capito?
-Cosa?- chiese lei confusa.
-Hai detto "diventare un animagus"- ripeté lui perplesso. Elektra aprì la bocca ma l'alcol le impedì di formulare qualsiasi pensiero intelligente per svignarsela da quel discorso. -Non lo dirò a nessuno se vuoi- continuò.
-Sì, per favore non dirlo a nessuno! Ti prego se sanno che l'ho detto a te... cazzo- disse mettendosi una mano fra i capelli.
-Tranquilla, ha la mia parola- disse lui serio e lei lo guardò, cercando di capire se poteva fidarsi di lui. -Vuoi che troviamo qualcuno per pronunciare il Voto Infrangibile?- le propose.
-No.- disse lei subito. -Mi posso fidare, vero? A nessuno vuol dire a nessuno, neanche a tua sorella o a chiunque altro- disse lei preoccupata.
-So il significato di "nessuno", sì- confermò con un lieve sorriso. -­Ti puoi fidare, hai la mia parola- continuò e lei annuì perplessa. -Quindi il punto è che vuoi diventare un animagus ma non l'hai detto agli altri e si sono arrabbiati?- chiese e lei annuì. -Beh non sembra un grande dramma- disse rilassato.
-Non sembra un grande dramma?! Non so se hai notato che nessuno mi parla più, sono sola!- sbottò lei.
-Essere soli non è sempre un male- disse lui lasciandola perplessa. -Essere soli ti aiuta a riflettere su quello che davvero è importante e su quali sono i tuoi obiettivi nella vita... e ad inseguirli- disse bevendo un altro sorso di Whisky. -Ho passato la maggior parte dei miei anni di scuola da solo, ma ora sono in Accademia Auror, mentre Rabastan Lestrange e il suo gruppetto sono quasi sicuro che siano Mangiamorte, quindi alla fine, ho vinto io- disse accendendosi una sigaretta e espirando il fumo dalle labbra.
-Mi sembra una situazione un po' diversa...- disse lei debolmente.
-Lo è, ma il punto è: sfrutta questo momento per concentrarti sui tuoi obiettivi. Non volevi diventare una Guaritrice? Occupa il tempo che sprecheresti per piangerti addosso a studiare quello-
-Tu hai fatto così?- gli chiese lei curiosa e lui sorrise, abbassando lo sguardo.
-Io andavo da Hagrid e mi facevo dire le novità sulle creature della foresta- disse divertito. -A proposito, dovrai scusarti con lui per avermi trattenuto, dovevo andare da lui stasera- disse con un sorriso sghembo.
-Potevi andare, ti ho detto che potevi andare a casa...- si giustificò lei, ma lui alzò le spalle.
-Ascoltare lui che blatera di draghi o te dei tuoi drammi non cambia tanto- disse facendole fare un sorriso di sufficienza.
-Io non blatero- si difese e Noah sorrise, scrutandola da sopra il bicchiere.
-Se lo dici tu- disse lui rilassato. -Comunque concentrati sul tuo, prima o poi arriverà il momento in cui vorranno ascoltarti- le disse tirando un'altra boccata dalla sigaretta, tenuta vicino al bicchiere.
-E se quel giorno fosse già troppo tardi?- chiese preoccupata.
-Se una persona non è interessata alla tua parte della storia allora quella persona non è veramente interessata a te e, di conseguenza, non merita il tuo interesse- concluse secco e Elektra annuì, perdendosi con lo sguardo nelle sfumature ambrate del Whisky. Aveva rovesciato il suo cuore addosso a Noah, Noah che aveva lo straordinario tempismo di essere lì quando nessun altro era adatto. Non era proprio un amico, non lo conosceva abbastanza per definirlo tale, ma ora come a giugno il suo ruolo era stato fondamentale nella sua vita.

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