Che bella giornata

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Anthea era furiosa, glielo si poteva leggere negli occhi, ma Regulus era rimasto confuso dalla conversazione che lei e uso fratello avevano avuto.
-Anthea...- disse piano.
-Stai. Zitto.- disse in tono deciso.
-Okay- disse lui indietreggiando un po', leggermente spaventato da quel tono.
-Cosa ci facevi con Noah?- gli chiese decisa, senza fermarsi.
-Stavo camminando per i fatti miei quando lui mi ha preso e ha cercato di strangolarmi- disse lui scrutando la sua espressione e Anthea scosse la testa.
-Sta impazzendo, stanno impazzendo tutti qua! Io non sono il loro giocattolino, sono in grado di decidere io cos'è meglio per me ma loro non lo capiscono! Pensano che siccome sia una ragazza e ho fatto un errore ora non sia più capace di intendere e di volere! Sono maschilisti, se una donna sbaglia è finita, è pazza e non è in grado di decidere per se stessa, meglio che si chiuda in casa con un marito, mentre se sbaglia Noah va tutto bene, succede, capita- disse furiosa, battendo i piedi per terra.
-Anthea... fa un respiro- le disse e Anthea obbedì, fermandosi in mezzo al corridoio.
-Non capiscono che non è che se ho sbagliato una volta lo farò di continuo- disse chiudendo gli occhi per calmarsi. Regulus si sentiva tremendamente in colpa, non aveva pensato al fatto che la rottura del fidanzamento infliggesse danni anche su di lei. Le posò una mano sulla spalla, con fare rassicurante e lei non si allontanò.
-È colpa mia, non tua, tu non hai sbagliato niente... se non fosse stato per... per il Marchio avrei potuto risistemare il fidanzamento e tu ora non avresti nessun problema- le disse e Anthea lo scrutò confusa.
-Non mi riferisco a te quando dico di aver sbagliato...- disse piano e Regulus staccò la mano dalla sua spalla, con fare perplesso.
-Ah...- disse e Anthea distolse lo sguardo.
-L'anno scorso ho fatto un casino, il motivo per cui eravamo fidanzati era per rimediare in qualche modo al quel mio casino... o almeno per distrarli dal mio casino- ammise senza guardarlo e lo sguardo di Regulus si accigliò ancora di più. -Lascia stare- disse Anthea sbuffando, tornando a camminare lungo il corridoio.
-No... aspetta- disse Regulus confuso e lei si bloccò per guardarlo.
-Cosa?- sbottò lei alzando appena le braccia per poi farle ricadere sulle gambe.
-Parliamone- insistette lui e lei fece un sorriso malinconico.
-Perché?- gli chiese scuotendo la testa.
-Perché sembri una che ha bisogno di parlarne...- azzardò e lei guardò il soffitto.
-Cambierebbe l'idea che hai di me... la peggiorerebbe- ammise senza guardarlo.
-Beh non può essere peggio dell'idea che hai tu ora di me, no?- le disse e lei sorrise appena, prendendo un respiro.
-Non ora, sono troppo arrabbiata con Noah- gli disse prima di guardarsi intorno. -E soprattutto non qui- disse guardando il corridoio, per quanto vuoto.
-Dimmi quando e dove e io ci sarò- confermò Regulus e Anthea prese un sospiro.
-Ci devo pensare- disse lei invece.
-Domani a mezzanotte in sala comune, ti porto io in un posto dove nessuno potrà sentirci... così hai il tempo per rifletterci- le disse e Anthea scossa appena la testa, prima che Regulus si girasse sul posto e se ne andasse.

Quella mattina i Grifondoro stavano facendo colazione tra l'atmosfera assonnata di un normale mercoledì mattina. Quando arrivarono i gufi con la posta nessuno ci fece troppo caso e ognuno prese le proprie lettere con fare svogliato.
-Ministère des Affaires Magiques de la France?- chiese Willow confusa leggendo l'intestazione di una lettera che le era appena arrivata.
-Cosa?- chiese Elektra confusa.
-Ministero degli Affari Magici della Francia- tradusse Sirius svogliatamente, rubando la Gazzetta del Profeta da James.
-Sì ma... non può essere una lettera dei miei, non vengono mai marchiate dal ministero- disse Willow girando la lettera. -E non mi chiamano Mademoiselle- disse poi aprendo la lettera e distendendo la pergamena con una scrittura che non conosceva, prese un sorso di tè e con gli occhi scorse velocemente la lettera, fino a leggere il nome in fondo alla pergamena. Dallo stupore il tè le andò di traverso e emise forti colpi di tosse.
-Che succede?- chiese Elektra confusa, mentre Willow si riprendeva e James sbirciò nella sua lettera, rendendosi conto che fosse scritta in francese.
-È... no non è possibile- disse avvicinando di più la pergamena agli occhi e Sirius si sporse oltre a James per cercare di sbirciare nella lettera in francese.
-Ma cosa?- chiese Elektra sporgendosi verso di lei.
-È di Ale!- sentenziò Willow con gli occhi pieni di stupore e Elektra aggrottò le sopracciglia.
-Ale? Intendi il bagnino?- chiese confusa mentre i Malandrini si guardarono confusi.
-Alexandre Lacroix, è lui sì- disse Willow cominciando a leggere la lettera.
-Ma chi è?- chiese James curioso.
-Il ragazzo con cui usciva Wake quest'estate- spiegò sbrigativa Elektra.
-E perché siamo tutti così sorpresi?- chiese Sirius svogliatamente.
-Perché lui è un babbano... come ha fatto a scriverti?- chiese Elektra curiosa.
-Questo è il punto- disse Willow alzando gli occhi dalla lettera per guardare l'amica. -Pensavo fosse un babbano, ma non lo è- disse lasciandola sorpresa. -E grazie a te in realtà che ha scoperto che io non sono una babbana- disse Willow tornando poi a leggere la lettere.
-A me?- chiese Elektra sorpresa.
-Sì dice che lavora negli archivi del Ministero e il cognome Potter gli sembrava familiare, così non sa come ha indagato e ha scoperto che i Potter sono una famiglia di maghi e, visto che io e te gli abbiamo detto che andiamo a scuola insieme, ha intuito che anche io fossi una strega e boom! Vuole venirmi a trovare qui in Inghilterra- disse emozionata e anche Elektra spalancò gli occhi entusiasta.
-Fantastico!- disse mentre Willow continuava a leggere la lettera.
-Scusa e perché mai vorrebbe venire in Inghilterra questo?- chiese Sirius svogliato.
-Non è ovvio?- disse Elektra ridacchiando e lanciando un'occhiata all'amica.
-Dai Eve- disse Willow con un sorriso colpevole.
-Mi son perso qualcosa- disse James guardando le due.
-Questo è palesemente cotto di Wake, in Francia non facevano altro che flirtare- disse e Willow alzò una spalla, con un sorriso furbo.
-Ma questo sarebbe uno di quei ragazzi bellissimi che dicevi di cui la Francia è piena?- chiese Remus perplesso.
-Esattamente- confermò lei e il ragazzo prese a guardare Elektra.
-E mentre lei flirtava con questo tu che facevi?- chiese facendola ridere.
-Flirtava un altro- rispose prontamente Willow.
-Wake! No Rem non è vero, figurati- disse Elektra ridendo ma Remus non sembrava convinto.
-Scherzavo! Elektra non flirta con nessuno- chiarì Willow e Remus emise un mugolio di assenso.
-Ci mancherebbe altro- intervenne James. -Comunque quand'è che viene questo? Per il nostro compleanno? Potremmo invitarlo alla festa- propose e Sirius lanciò un'occhiata all'amico.
-Non lo so ancora, glielo chiederò- disse Willow con ancora gli occhi incollati sulla lettera.
-Certo, introduciamo uno sconosciuto francese dentro il castello per una festa, mi sembra un'ottima idea- disse Sirius sarcastico.
-Infatti! Lo possiamo aggiungere alla lista di cose illegali fatte a scuola!- disse James entusiasta facendo ridere Willow.
-Oh la McGranitt sarà entusiasta di sapere che quella lista sta per chiudersi- disse Remus divertito.
-Non è ancora detto!- lo ammonì James. -Potrei farmi assumere qui al castello subito dopo il diploma- disse riflettendoci.
-Questo presumerebbe che tu prenda il diploma- gli ricordò Elektra e lui fece una smorfia.
-Lo prenderò, c'è Lunastorta che veglia su di me- disse facendo un cenno all'amico.
-Modestamente sì, sono l'unico in grado di farli studiare sufficientemente da prendere un diploma- disse Remus con fierezza.
-Io intendevo che avrei copiato da te, ma se vuoi vederla così- disse James facendoli ridere tutti.
-Ahh che bella giornata oggi- disse Willow ripiegando la sua lettera con cura.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora