Noi non scherziamo mai

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Il compleanno di Willow cadeva quel giovedì, il che voleva dire che oltre ad avere allenamento quella sera avevano pure il corso Auror. Elektra e Willow stavano entrando nell'aula del corso quando vennero subito raggiunti da Dorcas con un sorriso smagliante sul viso.
-Willow! Ho saputo che oggi è il tuo compleanno! Tanti auguri- le disse con fare allegro sporgendosi verso di lei per darle due baci sulle guance, mentre Willow guardava un po' confusa l'amica.
-Grazie- disse con un sorriso incerto.
-17 anni sono un compleanno importante, ricordo ancora la mia festa- disse in tono vago, parlando quasi a se stessa più che a loro.
-Ehm... a proposito- cominciò Willow sotto lo sguardo perplesso di Elektra. -Domani sera facciamo una festa e se ti va di venire sei la benvenuta, insomma sei la ragazza di Sirius quindi probabilmente lo sapevi già ma se vuoi ti metto nella lista- le disse con un sorriso educato e Dorcas le sorrise dolcemente.
-Tesoro sei molto gentile e ti ringrazio molto ma per domani sera ho già un impegno, scusami- le disse dolcemente.
-Tranquilla, nessun problema- le rispose Willow annuendo.
-E comunque, non sono la ragazza di Sirius- disse con tono divertito, lasciando le due perplesse.
-Ah no?- chiese Elektra un po' confusa.
-No ma vi pare?- disse ridacchiando, prima di diventare di colpo seria. -Ma... ve l'ha detto lui?- chiese confusa e lei due parvero rifletterci.
-No... in effetti lui non l'ha mai detto, l'abbiamo solo... - cominciò Elektra.
-Dedotto- continuò Willow e Dorcas annuì.
-Beh non stiamo insieme, è giusto per passare il tempo e poi, sinceramente, è piccolo per me! Va ancora a scuola- disse abbassando il tono di voce e facendo un'occhiata di intesa alle due che annuirono. -Comunque ti ringrazio per l'invito, spero vi divertiate- disse con un gran sorriso, lasciando che le ragazze si sedettero al proprio banco.
-Come fa ad essere così dannatamente perfetta? Non riesco neanche a farmela stare antipatica- si lamentò Willow, ma Elektra non fece in tempo a risponderle che Noah arrivò davanti a loro.
-Willow ho sentito che è il tuo compleanno- disse il ragazzo con un sorriso di cortesia e sporgendosi per fare gli auguri alla ragazza, baciandole le guance.
-Grazie... comunque domani sera facciamo una festa, se ti va di venire sei il benvenuto- gli disse con un sorriso.
-La fama delle feste dei Grifondoro non è indifferente quindi vengo volentieri, grazie- le disse educatamente, lanciando un'occhiata ad Elektra, che fingeva di guardare il libro ed ignorare la scena.
-Figurati- disse Willow prima di sedersi di nuovo accanto all'amica, mentre Noah tornava con dagli altri tutor.
-Senza farti notare prova a guardare la faccia di Remus, se riesci- le disse Elektra sottovoce e Willow ridacchiò appena.
-L'ho invitato io alla festa, mica tu- disse l'altra tirando fuori uno specchietto dalla borsa e aprendolo fingendo di sistemarsi il trucco, ma in realtà lo puntò contro il viso di Remus.
-Non penso che questo lo tranquillizzi molto, ce l'ha un po' su con Noah- ammise Elektra cercando di sbirciare nello specchietto della ragazza.
-Sta confabulando con Sirius, sembra tranquillo però- disse Willow richiudendo lo specchietto e Elektra prese un sospiro.
-Speriamo, perché il mio vestito per la festa non è molto... puritano ecco- disse Elektra facendo ridere appena Willow.
-Esagerata- disse ridacchiando. -Poi meglio no? Così Remus sarà distratto e non baderà alla presenza di un biondo figo che gira per la festa- le sussurrò facendola ridere. -Comunque- disse Willow in tono vago sistemando i propri libri. -Ale mi ha scritto una lettera di scuse e di auguri troppo dolce- disse lanciando un'occhiata degna di James Potter all'amica.
-No, Wake, concentrati. Noi siamo arrabbiate con lui per averti illuso- le disse chiaramente Elektra.
-Ma è stato solo un fraintendimento!- lo difese Willow con voce lamentosa.
-Wake- disse ferma Elektra e Willow sbuffò.
-Okay, okay, siamo arrabbiate- disse tornando a guardare i suoi libri.

Venerdì sera la sala comune dei Grifondoro era insolitamente vuota, segno che la maggior parte delle persone sarebbe stata alla festa di compleanno di Willow e James.
Elektra e Remus si avviarono alla Sala delle Necessità mezzora dopo rispetto a Willow e a James, giusto per non arrivare troppo presto.
-È nuovo quel vestito?- chiese Remus osservando la ragazza nel suo vestitino nero ricoperto di decorazioni metalliche, con le spalline sottili e uno scollo profondo, che le fasciava perfettamente il corpo.
-L'abbiamo preso io e Wake in Francia- confermò la ragazza, facendo ticchettare i tacchi sul pavimento in pietra.
-È un po'... aggressivo, per i tuoi standard- disse Remus osservandola e Elektra rise appena, porgendo la mano verso di lui perché l'afferrasse.
-È il compleanno della mia migliore amica, non posso passare inosservata- disse intrecciando la mano con la sua.
-Non penso che passerai inosservata- constatò sottovoce e Elektra rise appena. Quando entrarono la Sala era già piena di gente e al centro c'erano Willow e James che salutavano gli invitati. Willow aveva i capelli lisci che le ricadevano sulla schiena semicoperta dal lungo vestito rosso scuro in raso dalle spalline sottili e con un profondo spacco sulla sinistra, che lasciava intravedere i sandali con il tacco.
-Eccovi!- disse quando vide i due arrivare, sorridendo con le labbra rosse.
-Eve, voi due non scherzate stasera eh- disse James osservando la sorella con sguardo perplesso.
-Noi non scherziamo mai- disse Willow spostandosi i capelli dietro la spalla con fare teatrale. -Comunque, credo che adesso ti abbandonerò ad accogliere gli ospiti da solo Jam, non ho ancora bevuto nulla- disse alzando gli occhi al cielo facendoli ridere.
-Vai, ora che hai diciassette anni ed è legale: ubriacati- le disse James con un gesto della mano, congedandola con Remus e Elektra. Willow però venne fermata poco dopo da altri amici e così Remus e Elektra si avvicinarono al bar, dove Sirius stava bevendo il suo bicchiere di Whisky con fare pensieroso.

Elektra cominciò a bere, perdendo di vista Remus e rimanendo un po' con i compagni di classe, fino a quando non vide Noah avvicinarsi a lei.

-Buonasera- le disse Noah con un sorriso malizioso, appoggiandosi al tavolo dietro Elektra e prendendo un bicchiere.
-Buonasera- rispose lei a tono.
-Stai molto bene con quel vestito- le disse e lei sorrise.
-Grazie, è francese- disse e Noah finse un'espressione stupita.
-Giustamente il vestito doveva essere alla tua altezza, non poteva essere un banale abito comprato a Diagon Alley- le disse e lei rise appena.
-Stai esagerando- disse leggermente imbarazzata.
-Stavo solo cercando di farti un complimento- disse lanciandole un'occhiata obliqua, scrutandola.
-Sì è la cosa un po' mi imbarazza- ammise con un sorriso.
-Ah sì? Pensavo che tu fossi abituata ai complimenti e che ormai non ti toccassero più- disse con un sorriso furbo e lei scosse la testa.
-Vedi? Stai ancora esagerando- gli fece notare e lui sorrise, tornando a guardare la sala.
-Il tuo fidanzato ci sta guardando- le disse mantenendo l'espressione neutra e Elektra si guardò istintivamente in giro, cercando Remus con lo sguardo, che non sembrava avere un'espressione molto felice.
-Già, lo vedo- disse Elektra guardando dentro al suo bicchiere e Noah le si avvicinò, parandosi davanti a lei.
-È geloso di me, non è vero?- chiese con un sorriso divertito e Elektra si trovò in difficoltà sul cosa rispondere.
-Perché dovrebbe?- gli chiese.
-Non hai risposto alla mia domanda- sottolineò Noah con un sorrisino soddisfatto.
-Nemmeno tu- puntualizzò lei e lui accennò una risata.
-Dovrebbe essere geloso di me perché sono una minaccia. Sai, sono un tutor, sono ricco, bello, intelligente, purosangue- cominciò ad elencare e Elektra rise appena.
-E con questo?- gli chiese divertita.
-Potrei essere un buon fidanzato per te, per sistemarti, se capisci che intendo, in più non puoi negare che tra noi c'è una certa chimica- le disse e Elektra bevve dal suo calice, nascondendo il viso dietro al bicchiere. -Ci stai riflettendo su?- le chiese con fare spavaldo.
-Anche io sono ricca, intelligente, purosangue e anche piuttosto carina- gli disse e lui sorrise con fare seducente.
-Sei più che "carina"- le disse ma venne subito spinto via da una mano che la allontanò da Elektra.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora