Amato animo

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Era martedì e il cielo era ricoperto di nuvole scure, che minacciavano pioggia. Elektra era stata tutto il giorno all'erta, aspettando con ansia che piovesse e che quelle nuvole portassero un bel po' di fulmini. Erano da poco passate le cinque e mezza e stava studiando da sola su un tavolino in sala comune, guardando il cielo ad intervalli regolari. Vide una goccia cadere sul vetro e osservò di nuovo le nuvole, ma il buio della sera le impediva di capire chiaramente se avrebbe tuonato. In pochi secondi cominciò a piovere violentemente e nel cielo riuscì a scorgere il bagliore di un fulmine. Si alzò di scatto dalla sedia, con l'adrenalina che cominciava a scorrerle nelle vene. Non fece neanche in tempo a girarsi che vide James e Sirius correre giù dalle scale del dormitorio maschile, già nei loro mantelli scuri.
-Che stai aspettando?- le chiese Sirius camminando svelto verso il buco del ritratto. Lei non perse tempo a recuperare i suoi libri e corse dietro di loro.
-Dov'è la pozione?- chiese James scendendo in fretta le scale insieme agli altri due.
-Nella Stamberga- rispose Sirius guardando il cielo attraverso i vetri delle alte finestre.
-Dobbiamo muoverci. Sei in ansia?- chiese il fratello ad Elektra.
-Non è proprio ansia, è più eccitazione- spiegò lei, scendendo le scale il più veloce possibile.
-Andrà bene, abbiamo fatto tutto bene- la rassicurò Sirius.
-Speriamo- disse James nervoso.
-Vado a prendere la pozione, ci vediamo al cortile sud- disse Sirius prendendo la scala che andava verso l'ingresso, cominciando a correre. James afferrò Eletkra per il braccio e la portò verso un'altra rampa di scale, che conduceva verso sud.
-Perché il cortile sud?- chiese lei, che si era immaginata la sua trasformazione in un posto più nascosto, come la Stamberga Strillante.
-Porta fortuna, in un certo senso, ed è abbastanza nascoso- disse James spostando un arrazzo e entrando in un corridoio nascosto che Elektra non conosceva. ­-E non ci viene mai nessuno- concluse uscendo da una porta nascosta, che li portò dritti all'unico corridoio che portava al piccolo cortile porticato.
-E adesso?- chiese lei agitata.
-Aspettiamo Felpato- disse guardando il cielo, dove i fulmini illuminavano a lampate le nuvole. Sirius arrivò pochi minuti dopo, sotto forma di cane e posò delicatamente sull'erba una fialetta, prima di ritrasformarsi. Elektra la raccolse con le mani tremanti, aveva tanto atteso quel momento, l'aveva aspettato per settimane e settimane e ora era lì, ad un passo dal farcela.
-Andrà bene- ripeté Sirius, più a se stesso che a lei, si sentiva addosso la responsabilità della riuscita della trasformazione.
-Vai sotto la pioggia, bevila tutta, poi punta la bacchetta al cuore e ripeti "Amato Animo Animato Animagus"- le ricordò James e lei annuì, guardando la pioggia che batteva contro le plotte in pietra del cortile. -Vai!- la spronò il fratello. Elektra fece un paio di passi sotto la pioggia fredda, lasciandosi bagnare i capelli e il maglione della divisa. Alzò lo sguardo, osservando la pioggia caderle contro il viso. Quella era l'ultima volta che poteva sognare su cosa sarebbe successo dopo, tra pochi istanti la sua vita sarebbe potuta cambiare completamente, tra pochi istanti avrebbe scoperto se ce l'aveva fatta o se avrebbe fallito. Si figurò per un secondo la scena, lei che diventava un falco, il suo Patronus, Sirius le aveva detto che non sempre il Patronus rispecchiava l'Animagus, ma che la maggior parte delle volte era così e lei ormai si era abituata all'idea di trasformarsi in un falco. Sentì la pioggia scorrerle lungo le guance e i capelli bagnati appiccicarsi al viso. Udì un tuono: era arrivato il momento. Stappò la fialetta dal contenuto verde trasparente e la portò alle labbra, bevendola tutta d'un fiato. Sfoderò la bacchetta e la puntò al cuore, pronunciando chiaramente le parole "Amato Animo Animato Animagus".

-Per te ce la fa? Al primo colpo?- chiese James incerto, osservando la sorella sotto la pioggia, che fissava il cielo.
-È più intelligente di noi e ha fatto tutto per bene- disse Sirius osservandola.
-Daii bevilaa- la incitò James sottovoce, da sotto il porticato.
-Ecco- disse Sirius mentre Elektra si portava la fiala alla bocca.
-L'incantesimooo- sussurrò James nervoso.
-Calmati, cazzo, mi metti ansia- lo rimproverò Sirius. Elektra pronunciò l'incantesimo e la bacchetta si illuminò, poi si girò a guardarli, con fare confuso. -VIENI QUI- le urlò Sirius, per sovrastare il rumore della tempesta. Elektra corse sotto al portico, in mezzo tra James e Sirius.
-E adesso?- chiese spostandosi i capelli dal viso, con evidente nervosismo.
-Ti trasformi!- disse James in tono agitato.
-Come?- chiese lei che non aveva idea di come fare.
-Lo fai e basta, ti concentri e ti trasformi- disse Sirius in tono apparentemente calmo.
-Così? Mi trasformo?- chiese spostando il peso da un piede all'altro per l'agitazione.
-Sì! Concentrati su voler diventare un animagus e basta! Dai!- la spronò il fratello. Elektra strinse gli occhi, concentrandosi sul voler essere un animagus. Ripensò a tutta la fatica che aveva fatto, a tutta la convinzione che ci aveva messo, tante immagini le passarono per la mente, mentre baciava Remus, mentre ballava con Willow a capodanno, lei che stringeva la mano di James in infermeria, quando aveva tenuto le mani dei suoi genitori per l'ultima volta... lasciò in qualche modo andare la tensione ripensando alla pioggia che le aveva accarezzato le guance fino a poco prima, fresca e leggera, ripensò alle carezze di suo padre e ai sorrisi di sua madre, inspirò quell'aria umida e lasciò andare tutto, sentendo un'energia diversa scorrerle nelle vene. Sentì un formicolio lungo tutto il corpo e quando riaprì gli occhi era molto più bassa di prima. James saltò brandendo il pugno in aria e Sirius sorrise soddisfatto, annuendo. Elektra cercò di guardarsi e quando distese il braccio vide chiaramente un'ala con piume grigiastre.
-Beh, presumo tu possa volare ora- disse Sirius senza nascondere il sorriso soddisfatto. Elektra guardò dietro di sé, il cortile inondato di pioggia, non sembravano le condizioni ideali per provare a volare per la prima volta. Guardò il porticato, sembrava abbastanza lungo per poter prendere la rincorsa e volare. Cominciò a correre, con le zampe che però non le davano molta velocità, aprì le braccia, ovvero le ali, e cominciò a sbatterle, spiccando il volo. Era come se l'avesse sempre saputo fare, volare le sembrava la cosa più naturale del mondo. James le fece cenno di venire verso di loro e lei virò sotto il portico, atterrando in mezzo ai due ragazzi.
-Ora devi ritrasformarti- disse entusiasta James.
-Ricordati di tenere i vestiti, per quanto mi piacciano le ragazze nude vorrei evitare davanti al tuo fratellino- le disse in tono ammiccante e James gli tirò un coppino in risposta.
-Concentrati sulla tua forma umana e ritrasformati, coi vestiti- specificò James e Elektra sorrise, ma non era certo che lo potessero vedere. Chiuse gli occhi e sentì di nuovo tutto il corpo formicolare. Quando riaprì gli occhi si guardò, notando che era lei, perfettamente vestita in divisa, anche se bagnata. James le si lanciò ad abbracciarla. -Non ci credo che ce l'hai fatta- le disse senza nascondere la propria felicità, facendola sorridere.
-Grazie per la fiducia- gli disse ridacchiando e James le stampò un bacio sulla guancia bagnata, prima di allontanarsi da lei. Siris la guardava con orgoglio, sorridente.
-Congratulazioni, sei un falco ora- le disse e lei sorrise ancora di più, sentiva la felicità pura pervaderla, non si era mai sentita così soddisfatta di se stessa in tutta la sua vita.
-Bisogna festeggiare! Abbiamo delle bottiglie in camera!- disse circondandole le spalle con un braccio.
-Direi proprio che bisogna festeggiare- disse lei felice.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora