Altre mille volte

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Remus rimase a fissare Peter che respirava pesantemente, con una flebo di quello che sembrava sangue attaccato al braccio. Rimase a fissarlo con un peso nello stomaco fino a quando non entrarono James e Sirius che chiacchieravano in tono allegro.
-Buongiorno! Mangiato bene?- chiese James a voce squillante, svegliando anche Peter, che aveva dormito fino a quel momento.
-Forse volevi dire dormito bene- lo corresse Remus mentre i due si sedevano tra il letto di Remus e di Peter.
-No, intendevo proprio quello che ho detto- disse James allegro, accomodandosi su una sedia.
-Pit? Come stai?- gli chiese Sirius dandogli una pacca sulla spalla.
-Sono stato meglio- disse e il moro gli fece un cenno del capo, sedendosi sulla sedia accanto all'amico, che si massaggiava un polso.
-Cos'è successo?- chiese Remus tirandosi su e ingoiando la saliva con la sensazione di panico che tornava ad impossessarsi del suo stomaco.
-Ah niente di che, hai solo mangiato Peter- disse Sirius con non calanche incrociando le gambe. Remus strabuzzò gli occhi e guardò il ragazzo di fronte a lui, che in risposta gli sorrise e gli mostrò il pollice all'insù.
-State scherzando?- chiese sconvolto, mentre James e Sirius sembravano più interessati al polso del primo.
-No, è stato abbastanza schifoso in effetti, avevi cenato?- gli chiese James ridacchiando, ma la faccia di Remus rimase completamente nel panico.
-Per fortuna che c'era Elektra, madama Chips ha detto che se qualcuno non avesse fermato l'emorragia sarei morto...- disse Peter debolmente.
-Se non ci fosse stata Elektra saresti stato ingoiato- puntualizzò Sirius. -Se non ci fosse stata Elektra che ora è un animagus grazie al mio aiuto- precisò lanciando un'occhiata a Remus, ancora sconvolto.
-Com'è successo esattamente?- chiese facendo dei grandi respiri, cercando di calmarsi.
-Eri piuttosto incazzato ieri sera e evidentemente avevi fame, perché appena Peter ti è passato di fronte l'hai preso, io ti ho incornato la spalla e Elektra invece ha afferrato Peter per la coda, strappandotelo di bocca e poi l'ha portato in infermeria mentre io e Sirius ci occupavamo di un lupetto affamato- scherzò il ragazzo.
-Non c'è niente da ridere, James- lo rimproverò Remus.
-Infatti, non c'è niente da ridere, Peter non si era fatto la doccia- disse Sirius in tono serio, facendo scoppiare a ridere gli altri due e persino Remus accennò un sorriso.
-Comunque è merito di Elektra- continuò Peter, guardando Remus, che piegò appena gli angoli della bocca.
-Già e forse, se sentissi quello che ha da dire, capiresti che sei una testa di cazzo, Lunastorta- gli disse Sirius guardandolo con sufficienza.
-Già- disse James alzandosi dalla sedia. -Andiamo a fare colazione, non tutti qui hanno mangiato- disse lanciando un'occhiataccia a Remus, che lo guardò con sufficienza mentre Sirius e Peter ridevano. I due uscirono dall'infermeria, lasciandola molto più silenziosa di prima. Remus guardò Peter, che gli rivolse un breve sorriso.
-Scusami- disse sinceramente dispiaciuto. -Lo sai che non ho il controllo di me io... mi dispiace da morire- disse debolmente e Peter sorrise, alzando le spalle.
-Non fa niente, sto bene, madama Chips ha detto che forse mi resteranno delle cicatrici sulla pancia, ma quelle non mi dispiacciono, fa più uomo vissuto- disse e Remus gli sorrise. -Ma comunque... penso che dovresti parlare con Elektra...- disse in tono più basso e Remus ingoiò la saliva. -È stata molto carina con me ieri notte, è rimasta qui tutto il tempo e... abbiamo parlato- disse e Remus lo guardò incuriosito.
-Di cosa?- chiese curioso.
-Di te, degli animagus... mi ha spiegato perché non ha voluto rinunciare a diventarlo nonostante sapesse che vi sareste tutti arrabbiati- gli disse e Remus si fece ancora più incuriosito.
-Perché è testarda- disse Remus e Peter scosse la testa.
-Penso tu debba parlarle- concluse e Remus annuì appena, erano passate settimane ormai, forse era il caso di sentire cos'aveva da dire.

Elektra non andò più in infermeria, così Remus non ebbe occasione di parlarle fino a sabato, quando venne dimesso assieme a Peter. Quel weekend c'era l'uscita ad Hogsmeade e quindi quel pomeriggio la sala comune era praticamente vuota, i Grifondoro non vedevano l'ora di uscire dal castello alla prima occasione, così Elektra rimase tranquilla semidistesa sul divano della sala comune, leggendo un libro e beandosi di quella calma innaturale per quella stanza. Remus aveva controllato la Mappa del Malandrino e sapeva benissimo che lei era lì, così subito dopo aver salutato un'entusiasta James, salì in sala comune, sicuro di trovarvi Elektra.

-Allora Evans, dove vuole andare in nostro questo appuntamento?- chiese James sottolineando l'ultima parola, facendo sorridere Lily, che si sistemò la sciarpa ordinata sul collo. La neve ormai si era quasi sciolta del tutto, lasciando solo qualche chiazza nelle zone più ombrose del parco.
-Tu hai organizzato questa uscita, tu decidi- disse lei divertita e James sorrise.
-Ti piace essere dominata, per me va bene- disse con tono perverso e Lily gli lanciò un'occhiataccia.
-Andiamo ai Tre Manici di Scopa.- disse secca e James rise.
-Okay, andiamo ai Tre Manici di Scopa- disse divertito.
-E per la cronaca: non sperare di poter in qualche modo comandare- lo avvertì puntandogli il dito contro e lui alzò le mani al cielo.
-Certo, mia signora- disse in tono ammiccante.
-Tua non lo sarò mai- chiarì e James sorrise ancora di più.
-Vedremo- disse quasi tra sé.

Remus entrò in sala comune, trovando la ragazza sul divano. Si sedette sulla poltrona accanto a lei, senza fare rumore e solo dopo che si fu seduto lei alzò lo sguardo, solo per qualche secondo.
-Ti disturbo?- le chiese. Elektra alzò lo sguardo e lo guardò sorpresa, non si aspettava che le parlasse.
-So che c'eri anche tu l'altra sera- disse senza guardarla, mentre lei lo scrutava.
-Sì, c'ero anche io- confermò.
-E so anche che se Peter è ancora qui è per merito tuo- disse guardandola e lei annuì appena, concedendosi di guadare l'iride dorata di Remus, le sembrava di non vedere i suoi occhi da una vita. -Quindi... presumo di doverti ringraziare- disse debolmente e lei prese un sospiro, sedendosi meglio sul divano.
-In realtà no, non è colpa tua- disse seria e Remus sorrise, abbassando lo sguardo. Faticava a credere che anche dopo tutto quello che era successo tra loro lei riusciva ancora a non incolparlo di tutto.
-Allora presumo di doverti chiedere scusa- disse guardando dritto davanti a sé e Elektra provò l'istinto di sorridere.
-Anche io- disse lei attirando il suo sguardo. -Non mi pento di quello che ho fatto, lo rifarei altre mille volte, ma mi pento di avertelo nascosto, non ho scuse per quello, ma voglio che tu sappia perché ho continuato nonostante tu mi avessi detto di no. Tu probabilmente pensi che l'ho fatto solo per te, per i pleniluni, ma in realtà non è così- disse e Remus la guardò corrugando la fronte, con i capelli castano ramati che gli ricadevano nel viso. -Sai, papà sapeva che James e Sirius sono animaghi, probabilmente lo sapeva anche la mamma, ma mio papà era fiero di loro. Una volta gli disse che questa loro capacità nell'Ordine era una marcia in più, che potevano fare molte cose impossibili agli altri e io... non volevo essere da meno. Voglio dare tutto il mio contributo per quello che posso e... e volevo anche rendere i miei genitori fieri di me, nonostante loro non siano qui io avevo bisogno di farlo, di farlo per loro e per me, per dimostrare a me stessa che ce la posso fare anche senza di loro- concluse abbassando lo sguardo. Remus aveva ascoltato tutto con attenzione, percependo la verità nei suoi occhi. La vide guardarsi le ginocchia tristemente, capiva perfettamente come si sentiva, lui meglio di tutti sapeva cosa voleva dire voler dimostrare quanto si può valere, nonostante gli ostacoli che la vita ti pone. Si alzò dalla sua poltrona e si sedette sul divano accanto a lei, facendo sfiorare le loro cosce.
-Mi dispiace- disse sottovoce e Elektra annuì appena, torturandosi le mani. -Scusa- disse sporgendosi verso di lei e circondandola con le braccia. Elektra lasciò cadere la testa sul suo petto, beandosi del suo profumo, che le riempì il petto. -Scusami- ripetè Remus tra i suoi capelli. -Ha ragione Sirius, sono una testa di cazzo- disse facendola sorridere appena. -Avrei dovuto ascoltarti, invece ero così convinto che tutto c'entrasse con me...- disse con la voce che sfumò.
-Lo so- disse lei sorridendo appena. -Hai la tendenza ad essere melodrammatico- gli disse e Remus sorrise, nonostante gli occhi lucidi, si sentiva un perfetto idiota, uno stupido egocentrico.
-Potrai mai perdonarmi per essere stato così egoista?- le chiese passandole una mano tra i capelli soffici.
-Sì- disse allontanandosi appena da lui, per poterlo guardare negli occhi. Remus poté scorgere con chiarezza uno scintillio negli occhi verdi di lei, quel scintillio che in quelle settimane aveva rischiato di dimenticare, la rabbia gli aveva fatto dimenticare come potesse essere meraviglioso stare con lei, di come si sentiva pieno e felice. Le accarezzò la guancia con il pollice, fino a sfiorarle le labbra color pesca. Elektra sorrise appena, nel notare che Remus le stava guardando le labbra e si sporse appena verso di lui, ricongiungendosi alla sua bocca. Così era come tutto sarebbe dovuto andare, loro due dovevano stare insieme.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora