È solo un'ipotesi

158 9 0
                                    

Dopo quella serata la scuola sembrò cambiare radicalmente: i professori avevano dovuto ammettere quello che era successo e la scuola aveva di conseguenza aumentato la sorveglianza. Molti genitori si erano indignati di come la scuola non fosse stata capace di proteggere i propri figli dai Mangiamorte, con la conseguenza che molti studenti erano stati portati via, a concludere l'anno a casa. La differenza con la mancanza di studenti era netta: le classi erano più vuote, i tavoli meno affollati e sembrava che il chiasso allegro che normalmente alleggiava in Sala Grande durante i pasti fosse stato abbassato di forza, come se ogni studente fosse stato ovattato e fossero ormai incapaci di essere allegri come prima. L'ultimo anno era stato quello a subire meno perdite, a causa della vicinanza con gli esami, ma questo non bastava a restituire la tipica allegria alla scuola. A causa di quel clima lugubre Willow e Sirius non avevano detto niente del loro patto di "ricominciare", era anche vero che, dopo quella sera, non si era più visti da soli e quindi non era successo nient'altro, non si erano mai detti di non dire niente agli altri, ma un po' per abitudine e un po' perché nessuno dei due voleva ancora esporsi troppo erano stati in silenzio.
-Ah Wake, questa notte ho il turno, quindi domani mattina all'allenamento...- cominciò James, accennando all'allenamento di Quidditch della domenica mattina.
-Tranquillo, non c'è bisogno che tu venga- le disse tranquilla.
-Nel caso nel pomeriggio...- azzardò James.
-Nel pomeriggio dove devi studiare per il mega test di due ore di Trasfigurazione lunedì su tutto il programma?- gli ricordò Remus.
-Dai Lunastorta! Sono crocette!- si difese James.
-Sì, delle crocette della McGranitt però- gli fece notare l'altro e James sbuffò.
-Ma non era la settimana prossima quel test?- chiese Sirius tenendo un tono vago e Remus si passò una mano sul viso con fare esasperato.
-No, lunedì 1 maggio, dopodomani- disse scuotendo la testa. -Non so più cosa fare con voi due- disse con fare rassegnato facendo ridere appena Elektra.
-Ah non mi ero reso conto che fossimo già a maggio- disse Sirius in tono tranquillo.
-Come fai ad essere così tranquillo se il test è dopodomani e tu non hai ancora studiato?- gli chiese Willow con un'espressione divertita e Sirius sorrise malizioso.
-Chi ha detto che non ho ancora studiato?!- chiese con fare di superiorità.
-Io- intervenne Remus.
-Due giorni sono un sacco di tempo- disse Sirius tranquillo.
-Posso ricordarti che è sera? Hai poco più di 24 ore- gli fece notare Elektra e James si mise le mani nei capelli.
-Non ce la farò mai se stanotte sono con l'Ordine- disse in un momento di sconforto.
-Che melodrammatico- lo liquidò Sirius. -La tua ragazza non è tipo la prima della classe?- gli chiese con ovvietà.
-Sì ma non mi lascia i suoi appunti, penso che qualcuno le abbia suggerito di non passarmeli- disse James lanciando un'occhiata a Remus, che finse di essere particolarmente interessato al soffitto.
-Comprale un altro gatto e ti fai dare i suoi appunti, così per domani siamo a posto- disse Sirius con semplicità.
-Scusa cosa significa siamo?- chiese lanciando un'occhiata anche al ragazzo accanto a lui.
-Come minimo sono 3 galeoni- intervenne Remus e Willow e Elektra scoppiarono a ridere.
-Ma voi due non avete da studiare, per esempio?- chiese loro Sirius.
-Sì-
-No- risposero prima Elektra e poi Willow in coro. -Cioè, un po'- si corresse Willow. -Comunque la mia priorità è vincere la coppa del Quidditch- chiarì poi.
-Ben detto- concordò James con un gran sorriso, contento di essere su un altro argomento rispetto allo studio.
-James tu torna a deprimerti sull'essere indietro con lo studio, per favore- gli disse Elektra e lui sbuffò, tornando ad appoggiare la guancia contro la mano.

Quella sera a Willow era preso un po' il panico per l'ultima partita di Quidditch, anche se mancavano tre settimane, fatto sta che dopo cena, si vestì con la divisa da Quidditch e si avviò verso il campo, decisa a provare i nuovi schemi di attacco.
-Wake, non pensavo dicessi seriamente quando hai detto che dovevi provare gli schemi- le disse Elektra in tono dolce.
-Ci metto poco, devo solo visualizzare la cosa sul campo- tagliò corto lei, rallentando vicino ai divani dov'erano seduti Elektra, Remus e Sirius.
-Wake- cercò di dirle di nuovo l'amica, sperando che il suo tono fosse sufficiente a far capire all'amica che stava un tantino esagerando.
-Massimo un'ora e torno- promise l'altra, uscendo dalla Sala Comune. Passarono solo un paio di minuti prima che Sirius chiuse il libro di Trasfigurazione su cui lui e Remus stavano ripassando e si alzò dalla poltrona.
-Dove vai? Siamo appena al capitolo 13!- lo rimproverò Remus.
-A farmi un giro- tagliò corto Sirius, uscendo dalla Sala Comune lasciando il libro sulla poltrona. Elektra guardò Remus con sguardo sospetto.
-Che stai pensando?- le chiese il ragazzo e lei sorrise.
-Non lo so, Willow esce, Sirius esce un paio di minuti dopo...- disse in tono vago e Remus aggrottò le sopracciglia.
-Willow è al campo da Quidditch e Sirius... cioè e Dorcas? Non mi ha detto che si sono lasciati- disse Remus perplesso.
-Non stavano insieme, me l'ha detto Dorcas- disse lei e lui annuì, riflettendoci su.
-Credi che siano tornati ad incontrarsi di notte nei corridoi come con le ronde?- le chiese e Elektra alzò le spalle.
-È solo un'ipotesi- disse vaga.

Sirius accelerò il passò fino al campo da Quidditch, dove il crepuscolo stava oscurando il cielo. Willow era in cima alla sua scopa, a pochi metri da terra, che volava soprappensiero da destra a sinistra, con delle pergamene in mano e indicando talvolta il campo.
-Sembri pazza così!- le urlò Sirius dall'entrata del campo e lei sobbalzò appena per lo spavento.
-Non puoi piombare così dal nulla!- lo rimproverò lei, avvicinandoglisi, ma senza toccare terra con la scopa.
-La prossima volta porterò un primino per farmi annunciare- le disse e lei accennò una risata.
-Molto meglio- disse lei con un sorriso imbarazzato.
-Scendi da lì e vieni via con me?- le propose con un sorriso malizioso.
-Dove?- chiese lei che però si abbassò fino a toccare terra.
-Questo lo definiamo tra poco- le disse prendendole gli schemi dalle mani e piegandoglieli, mentre camminavano già verso il dentro del castello.
-Mi devo cambiare?- chiese lei e lui la osservò.
-Beh...- disse alzando le sopracciglia e lei porse la scopa in malo modo.
-Mettila nell'armadio dei Grifondoro- gli disse con voce esplicativa.
-Sì, capitano- le disse divertito, lasciando che lei entrasse in spogliatoio.
-Non è che ho molti vestiti qui- disse mentre si infilava dei jeans con gli strappi sulle ginocchia.
-Per me stai bene anche così- disse lui spuntando dalla porta dello spogliatoio, mentre Willow era in reggiseno.
-Non puoi entrare qui dentro, solo la squadra può- disse lei, ma senza particolari convinzioni.
-Ma voi vi spogliate sempre qui? Cioè maschi e femmine insieme?- disse perplesso e Willow trattenne una risata, mentre si infilava un maglioncino.
-Sì, non trovi che sia sconcertante?- gli disse in tono ironico, riponendo la divisa sul suo armadietto.
-Quindi quei ragazzini ti hanno visto semi nuda più di quanto non abbia fatto io?- le disse facendola ridere, mentre si infilava di nuovo le scarpe da ginnastica.
-Di solito quando siamo qui sono più occupati ad abbassare la testa e ad ammettere i propri errori che a guardare me- disse raggiungendolo. -Sono un capitano esigente-
-Anche piuttosto rompi balle- disse prendendola per un fianco e attirandola a sé, guardandola dritta negli occhi.
-Solo il necessario per tirare fuori il meglio da loro- disse con un sorriso, dovuto alla sua vicinanza più che al discutere della sua squadra.
-Quando James era tra la vita e la morte la ragazzina tornava in sala comune quasi sempre piangendo- le fece notare.
-Sì, ma non perché fossi cattiva con lei, perché ero esigente ed era quello che necessitava lei- spiegò e Sirius alzò gli occhi al cielo. -È vero! Poi Olive è molto migliorata ora, grazie ai miei allenamenti- disse con fare di superiorità.
-Sì, sì andiamo- tagliò corto lui, lasciandole i fianchi e cominciando a camminare lungo il corridoio.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora