Quante cose abbiamo in comune

169 9 8
                                    

Elektra vagò per il castello per ore, ma non trovò Remus da nessuna parte, vagò fino a quando non era troppo stanca anche per camminare. La consapevolezza di aver fatto un disastro le stava piombando addosso: aveva rovinato il suo rapporto con Remus e quello con suo fratello e tutto per colpa di Willow che non voleva farsi gli affari suoi. Doveva sempre mettersi in mezzo ed essere al centro di tutto, ma questa volta le aveva rovinato tutto. Era così arrabbiata con lei che non riusciva neanche a capacitarsi come avrebbero potuto essere nella stessa classe il giorno dopo, o come avrebbero potuto allenarsi insieme, era fuori di sé per la rabbia che provava contro di lei. Erano le nove meno dieci quando in dormitorio entrò Willow, non la guardò neanche di striscio, prese dei vestiti e uscì dal dormitorio. Quello era un chiaro segno che non avrebbe dormito lì e Elektra ne era solo che felice. Chiuse le tende del letto e si mise a letto, ma appena chiudeva gli occhi rivedeva solo la faccia delusa di Remus e la sua voce glaciale. Voleva parlargli, voleva disperatamente spiegargli che non lo faceva solo per lui, perché era certa che lui pensava che fosse per colpa sua, che lei si stesse mettendo in pericolo per colpa sua. Non dormì nulla quella notte, si alzò alle prima luci dell'alba, così poteva fare colazione senza la presenza di Willow o dei Malandrini. Andò subito in aula di Difesa, che era la prima lezione del giorno, era così presto che alle 7 e mezza il professor Barlow scese dal suo ufficio per fare colazione. Alle 9 meno qualche minuto l'aula era quasi piena, Willow entrò in classe e ignorò completamente Elektra, sedendosi accanto ad Austin Writingham. Elektra gli osservò sorpresa, Willow e Austin non si erano mai stati antipatici, ma non erano nemmeno mai stati amici, ma probabilmente Willow si era seduta lì perché il banco era lontano da quello di Elektra, questo fu quello che pensò, fino a quando Willow diede un veloce bacio sulle labbra a Austin, che le sorrise.

-Il tuo amico Writingham sta con la Anderson?- chiese Regulus perplesso, mentre entrava in aula accanto ad Anthea.
-Non lo sapevo- disse lei perplessa. -Dev'essere una cosa recente- continuò lei con leggerezza, sedendosi accanto a Leah.
-Non avremmo mai i suoi schemi di allenamento ora che sta con la sanguemarcio- disse Regulus sottovoce a Justin.
-Già- confermò lui.

-Non ci credo- sussurrò Elektra scuotendo la testa.
-Guarda i piccioncini!- disse Alex ridacchiando, dal banco di fronte ad Elektra, cosa che la fece irritare ancora di più.
-Cominciamo- sentenziò Barlow con il suo solito tono autoritario e così Elektra fu costretta a rinunciare a chiedere ad Alex cosa sapeva di questa nuova trovata di Willow, mettersi con il suo ex. Con un solo ragazzo era stata prima di Remus, uno solo, e tra tutti quelli che c'erano ad Hogwarts lei aveva ben pensato di scegliere lui. La lezione fu disastrosa e Barlow finì di spiegare in ritardo, così dovette correre verso l'aula di Aritmanzia, senza avere la possibilità di chiedere qualcosa ad Alex.

La lezione di Trasfigurazione era la prima della mattinata che i Malandrini avevano insieme. James era arrabbiato con Sirius e non aveva ancora avuto occasione di parlare con Remus, visto che si era alzato prima per andare a lezione di Rune Antiche, mentre James aveva avuto la prima ora buca e aveva dormito. Quando entrò in aula con Peter, Sirius era seduto al solito posto e lo stesso valeva per Remus, che avevo lo sguardo perso e ferito.
-Coda, ti da fastidio sederti accanto a quello?- chiese James indicando Sirius con la testa.
-No...- disse Peter perplesso.
-Oh andiamo, sei arrabbiato con me?- gli chiese Sirius con fare spavaldo.
-Sì- disse secco James sedendosi accanto a Remus e dandogli una pacca sulla spalla, come per dirgli che lui c'era.
-È tutta colpa mia...- disse Remus sottovoce.
-Non dire stronzate, Lunastorta, non c'entri niente tu. È lei che ha la testa dura e quello stronzo del nostro amico che non mi dice un cazzo- disse infastidito.
-Ti sento- gli disse Sirius.
-Bene- rispose James indifferente.
-Che succede? Cos'hai Rem?- chiese Lily sedendosi sul banco davanti a loro.
-Abbiamo litigato con Elektra- spiegò James aprendo il suo libro.
-Tutti e due?- chiese lei confusa.
-Sì- disse Remus tristemente. -Per colpa mia- continuò il ragazzo.
-Smettila di fare la vittima- lo rimproverò James.
-Ma non capisci? Se non fosse stato per me, se stesse con un ragazzo normale non ci avrebbe neanche mai pensato- disse lui tristemente.
-Rem, tu sei un ragazzo normale- disse Lily con dolcezza.
-Sì e in più stai dicendo un sacco di stronzate, lo sai che sono suo fratello? Lo sai che la stessa cosa l'ho fatta anche io? Certo che le sarebbe venuto in mente comunque- ribatté James.
-Ecco, non dovevo neanche essere vostro amico- disse Remus tristemente.
-Remus, smettila di fare il melodrammatico! Non è sempre colpa tua- lo rimproverò James.
-Non lo fa per te- intervenne Sirius con voce indifferente.
-Tu ne vuoi stare fuori!?- sbottò James e Sirius alzò una mano in segno di scuse.
-Non ho capito cosa stia succedendo ma concordo con James, non è sempre colpa tua Remus- intervenne Lily con un sorriso dolce.
-Non sempre, ma è colpa tua se oggi non ho i compiti della McGranitt- disse James in tono indifferente e Remus sorrise appena.
-Non hai fatto le domande?- gli chiese Lily guardandolo come si guarda un bambino capriccioso.
-Le ho fatte, solo che non le ho finite- disse come se stesse spiegando un teorema.
-Allora non le hai fatte, le hai solo cominciate- gli fece notare Remus.
-Tieni- disse Lily passandogli la sua pergamena.
-Oh Merlino, ma sei la donna perfetta?- chiese James prendendo la pergamena e Lily sorrise, scuotendo la testa.
-Non so cosa riuscirai a copiare in cinque minuti- gli disse lei osservandolo scrivere velocemente con la piuma.
-Non preoccuparti Evans, ho sette anni di allenamento alle spalle- disse facendola ridere.
-Comunque, Rem, sono sicura che si sistemerà tutto, tu e Elektra siete fatti l'uno per l'altra- gli disse con un sorriso dolce, che lui ricambiò forzatamente.
-Anche perché sei il suo primo ragazzo e l'unico che ho intenzione di approvare, le tocca tornare indietro da te strisciando o rimarrà zitella per sempre- disse James copiando i compiti di Lily.
-Sentito Rem? Con la benedizione di James Potter non hai nulla da temere- gli disse Lily in tono giocoso.
-Me la sono sudata quella benedizione- disse lui alzando appena la testa, guardando Lily. -Posso parlarti dopo scuola?- gli chiese e lei sorrise.
-Certo- disse gentile e James li scrutò con la coda dell'occhio.
-Evans, posso parlarti anche io dopo scuola? Ma non oggi, oggi ho allenamento- si affrettò a dire.
-Okay, domani?- propose lei e James rimase stupito.
-Davvero stai accettando di uscire con me?- chiese confuso.
-Sì- disse lei tranquilla e James spalancò la bocca, indicando Remus con la piuma.
-Tu mi avevi detto di non fare niente!- disse contro Remus e Lily rise appena.
-Non te la prendere con il mio migliore amico o ritiro la mia conferma- lo avvertì Lily e James passò un braccio attorno alle spalle di Remus.
-Ma io adoro Remus, Remus è anche il mio migliore amico, pensa quante cose abbiamo in comune, assurdo- disse James fingendosi sorpreso e Lily rise.
-Buongiorno a tutti- disse la McGranitt entrando e James guardò il suo foglio con le domande, gliene mancavano ancora due.
-Cazzo...- sussurrò.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora