-Non avevo scelta...- disse Regulus debolmente.
-C'è sempre una scelta- disse Sirius in tono pesante.
-Ormai non ne ho più- disse torturandosi la manica del mantello. -Se non sto al loro gioco mi uccidono, devo fare quello che mi dicono- disse piano.
-Lo so- disse Sirius con un sospiro, mettendosi più dritto.-Riguardo alla Fawley però puoi ancora sistemare le cose- disse e Regulus lo guardò di colpo.
-Ma non vuole parlarmi...- disse lui piano, osservando il profilo di Sirius che guardava dritto davanti a sé.
-Tu obbligala a farlo, prendila e chiudila dentro ad una stanza e costringila ad ascoltarti- gli disse con fare sicuro.
-E funziona?- gli chiese e Sirius sorrise appena.
-Secondo la mia esperienza sì- disse tornando con la mente a quando era stato costretto a chiudere Willow in uno sgabuzzino per parlarle, anche se quella volta poi non era andata poi così bene.
-E cosa le dico?- chiese Regulus teso.
-Dipende, è vero che la ami o l'hai detto solo per tenertela vicina?- gli chiese e Regulus tornò a fissare il planetario, mordendosi il labbro.
-Non lo so perché l'ho detto... ma di sicuro sapevo che dirlo l'avrebbe solo allontanata da me... mi è sfuggito, non ho neanche pensato di dirlo è solo... capitato- disse lui, incapace di spiegarsi.
-Allora la ami- concluse Sirius e Regulus lo guardò perplesso.
-Come ne sei così sicuro? Ti ho detto che non lo so- si difese lui.
-Ci sono passato anche io e anche io ho avuto un periodo in cui non capivo... o in cui non lo volevo ammettere, comunque poi capirai che la ami, quindi tanto vale che accetti la cosa- gli disse in tono duro e Regulus aveva come la sensazione che stesse parlando più di sé stesso che con lui.
-Okay...- disse debolmente.
-Alle donne piacciono le parole, dille che ti manca o altre stronzate simili, cerca di essere convincente però, ma dille tutto quello che provi- gli disse e Regulus annuì, mordendosi il labbro.
-Probabilmente funzionerebbe se non fosse per il Marchio...- disse debolmente e Sirius scosse la testa.
-Quando ti sei fatto mettere quel coso sul braccio dovevi sapere che saresti rimasto solo, che non avresti potuto avere un'adolescenza normale e che ti saresti messo a rischio- gli disse Sirius guardando verso il basso, oltre il parapetto.
-Lo sapevo ma sai, all'epoca non mi importava. A nessuno cambia che io sia vivo o morto, a nessuno è mai importato veramente che io fossi felice o meno e non mi è mai importato di avere una ragazza... pensavo che con il Marchio sarei diventato qualcuno, che quelli più grandi mi avrebbero rispettato, che avrei cominciato ad avere importanza... ma non è andata così- disse sentendo gli occhi pizzicare.
-A me importa che tu sia vivo o morto- disse Sirius sottovoce, in tono così basso che Regulus non era sicuro di averlo sentito veramente. -Ti sei fatto mangiare dalla mania di grandezza dei nostri genitori che hanno sempre detto che per essere felici dovevi fare grandi cose- disse alzando lo sguardo. -Ma la verità è che rimani triste e solo come prima, non importa cosa tu faccia- disse e Regulus annuì.
-Però tu non sei solo- gli fece notare il fratello e Sirius sorrise appena.
-No... non del tutto almeno, ma si può sempre fare di meglio- disse senza guardarlo.
-Anthea non mi perdonerà mai- disse Regulus in tono duro. -Lei è sempre così perfetta, non capirà mai cosa vuol dire fare delle scelte sbagliate, non sbaglia mai in nulla... - disse struggendosi.
-Ha sbagliato a farsi sentire da Kreacher nel parlare bene dei babbani- gli fece notare Sirius e Regulus aggrottò la fronte.
-Kreacher?- chiese confuso.
-La controlla dall'inizio della scuola, non lo sapevi?- gli chiese confuso e Regulus scosse la testa.
-No...- disse debolmente. -Tu come lo sai?- gli chiese e Sirius alzò le spalle.
-Ho parlato con Kreacher- disse semplicemente. -Ma a te non lo dirà, gli ordini della mamma sono più forti dei tuoi- continuò e Regulus annuì.
-Avrei dovuto immaginarlo- disse amareggiato e il fratello annuì.
-Forse sì... comunque nessuno è perfetto, anche se lo sembra... magari potrebbe non capirti ma dopotutto che alternative ha? Sposare Rabastan Lestrange?- gli disse e Regulus sorrise appena.
-Beh è ricco- disse Regulus incerto.
-Non come te, in più è una testa di cazzo- disse Sirius facendo sorridere il fratello.
-L'hai detto anche di me poco fa- gli fece notare.
-Sì, ma tu un po' meno di lui- disse girandosi verso di lui. -Poi è meglio avere Bella come cugina acquisita che come cognata- gli fece notare e Regulus accennò una risata.
-Questa mi sembra una buona motivazione- gli disse e Sirius gli diede una pacca sulla spalla.
-Ce la farai- gli disse avviandosi lentamente verso l'uscita della torre e Regulus lo affiancò, sentendosi decisamente meglio.
-Grazie, Sir- gli disse sinceramente e Sirius alzò le spalle, mettendosi le mani in tasca.
-Mi fa piacere che tu abbia trovato qualcosa di più interessante dei Mangiamorte a cui pensare, finalmente- gli disse facendolo sorridere.
-Comunque...- disse incerto. -Prima la Anderson ha fatto una battutina su tu che ti scopi le tutor...- disse vago e Sirius alzò gli occhi al cielo.
-Sì, mi scopo la tutor del corso pre-Auror – disse Sirius infastidito.
-Beh ecco... non sono affari miei...- disse mettendo le mani avanti.
-Infatti- concordò Sirius.
-Ma mi sembrava un tantino infastidita dalla cosa...- disse scrutando il fratello.
-Sbaglio o hai detto che non sono affari tuoi?- ribatté Sirius e Regulus sorrise appena.
-È un po' che non la vedo più con Writingham- aggiunse Regulus.
-Sai anche il suo nome?- chiese Sirius stupito.
-Sì beh... è nella squadra di Quidditch, oltre che in classe mia- si difese lui e Sirius alzò le sopracciglia con disprezzo.
-Cosa stai cercando di dirmi?- gli chiese Sirius bloccandosi sulle scale incrociando le braccia.
-No bhe...- cercò di dire Regulus imbarazzato. -Volevo ricambiare il favore- disse guardando Sirius.
-Facendo cosa?- gli chiese ancora.
-Dicendoti che secondo me tu e la Anderson dovreste tornare insieme...- disse abbassando lo sguardo e Sirius fece una risata amara.
-Non so come ti vengano in mente certe stronzate a volte- disse tornando a camminare, ma solo per qualche passo. -Poi perché mi dici una cosa del genere? Voi due vi odiate- gli chiese alzando il tono.
-Lei mi odia- lo corresse lui.
-Questo è certo- concordò Sirius.
-Ma io non è che la odio, non mi sta molto simpatica ecco- concluse e Sirius scosse la testa.
-Perché mi dici che dovremmo tornare insieme, allora?- gli chiese ancora e Regulus alzò le spalle.
-Per quel poco che ne so, mi sembrava che con lei fossi felice- disse e Sirius sbuffò.
-Diciamo che non ne sai proprio niente- disse spingendolo appena verso le scale, per farlo continuare a camminare.Il giorno dopo Regulus si svegliò deciso a parlare con Anthea, a colazione lei era seduta al tavolo dei Serpeverde, che sfogliava il giornale accanto a Leah. Le si avvicinò deciso e appoggiò la mano nel tavolo tra lei e Leah.
-Anthea, possiamo parlare?- le chiese deciso.
-No- rispose secca lei.
-Per favore- insistette lui.
-No- ripeté lei. Regulus chiuse gli occhi un secondo, Sirius gli aveva detto di insistere, di obbligarla.
-Okay, l'hai voluto tu- disse prendendola per il polso e tirandola fuori dalla Sala Grande. Con sua sorpresa Anthea non fece resistenza, ma si fece trascinare fino all'aula vuota tra la Sala Grande e l'Ingresso, dove Regulus chiuse la porta con la bacchetta.
-Addirittura mi chiudi dentro?- disse lei con un farlo tono stupito.
-Sì... perché voglio che mi ascolti- disse poco convinto e Anthea incrociò le braccia.
-Sentiamo, voglio proprio vedere come fai a giustificare l'essere un Mangiamorte e non avermelo mai detto- disse decisa e Regulus si sentì colpire.
-Beh... non voglio dire di aver ragione, perché tu hai tutto il diritto di essere furiosa con me- disse e Anthea annuì con convinzione. -Però... magari potresti provare a capirmi...- disse debolmente, il discorso che si era ripetuto per tutta la notte era sparito nel nulla e ora non gli veniva in mente nulla. -Io... non ho avuto scelta. Dopo che mio fratello se ne andato i miei sono andati nel panico e per paura che la reputazione dei Black andasse in rovina hanno accelerato tutti i progetti che avevano per la mia vita, cercando di... non so, di rendermi rispettabile davanti alle altre famiglie di purosangue?- disse riflettendoci.
-Ah perché essere un Mangiamorte ti rende rispettabile?- gli chiese in tono tagliente.
-Sì, davanti ai Malfoy, ai Lestrange, ai Carrow, ai Rosier, ai Nott...- cominciò ad elencare.
-Non serve che mi fai l'elenco- tagliò corto lei e lui sospirò.
-Okay, di fronte a loro essere diventato Mangiamorte subito dopo aver compiuto sedici anni ti eleva socialmente, addirittura più che sposarsi- le disse guardandola e lei scosse la testa. -E non ho avuto scelta, non potevo ribellarmi ai miei e ho fatto quello che tutti si aspettavano da me... non è facile essere l'ultimo erede maschio dei Black, c'è molta pressione e non posso sbagliare, devo eseguire quello che è stato predefinito per me- le spiegò lui. -Non ho avuto scelta...- disse debolmente.
-E perché non me l'hai detto subito?- chiese lei ancora.
-Perché avrei dovuto rischiare di arrivare al punto in cui siamo ora senza nemmeno provare ad andare d'accordo?- disse con ovvietà.
-L'hai fatto per non rischiare di rompere il fidanzamento, vero? Perché sennò la tua reputazione con le altre famiglie puriste sarebbe scesa di nuovo?- lo aggredì lei, alzando la voce.
-L'ho fatto perché mi vergognavo!- ribatté alzando la voce e con le lacrime che gli pizzicavano appena gli occhi. -Mi vergognavo e me ne vergogno ancora! E in più avevo paura che si rompesse il fidanzamento subito, sì, ma non per le altre famiglie, ma perché volevo almeno conoscerti- disse ormai alzando la voce. Anthea non l'aveva mai visto stare così male, neanche lontanamente, e i suoi occhi grigi sembravano ancora più profondi ora che erano velati dalle lacrime.
-Mi hai deluso- disse Anthea prima di andarsene, lasciando Regulus da solo, con il respiro pesante e le lacrime che minacciavano di scendere.
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1978
FanfictionÉ il 1978. L'ultimo anno. L'anno della svolta. L'anno che ha segnato la fine dell'era dei Malandrini ad Hogwarts. L'anno delle scelte che cambiano il futuro. L'anno dell' "ora o mai più". L'anno del cosa è giusto o cosa e facile. L'anno dei segreti...