Il buio non è una novità per me
Nasconditi, dicevano
Perché non vogliamo i tuoi pezzi rotti
Ho imparato a vergognarmi di tutte le mie cicatrici
Scappa via, dicevano
Nessuno ti amerà per ciò che seiMa io non lascerò che mi riducano in polvere
Io so che c'è un posto per noi
Noi che siamo gloriosi(The greatest Showman – this is me)
Cork, Irlanda, 22 Aprile 1926
IVY
Dopo aver detto addio a Brian, Ivy era ritornata al suo giaciglio, silenziosamente. Si era lasciata alle spalle quello strano ragazzo, ma non aveva più smesso di pensare a lui, ai suoi occhi curiosi e alla biblioteca di cui le aveva parlato. Era davvero felice di averlo conosciuto: sembrava un tipo impulsivo, certo, ma anche gentile e coraggioso, onesto come un libro aperto. Putroppo, però, dubitava di poterlo rivedere ancora. Non gli aveva nemmeno chiesto quale fosse il suo cognome. Aveva detto che si sarebbero rivisti, ma come? Presto sarebbe andata a vivere da tutt'altra parte, e l'Irlanda non era poi così piccola.
Passò la notte stretta tra la strada e un muretto, con pochi centimetri di tetto a farle da riparo dalla pioggia, immersa nei suoi pensieri. Quando si svegliò, avvertì i muscoli doloranti come non mai, ma si mise comunque in piedi, con parecchio sforzo.
Quella mattina, la città era fredda e grigia. Le nubi si erano addensate agli angoli di un cielo d'acciaio, scure e minacciose.
Si preparò in fretta, non perdendo nemmeno un minuto. Non poteva permettersi di distrarsi: aveva girovagato da una parte all'altra dell'Irlanda, perso una casa e un impiego, ma ora aveva ottenuto una possibilità di lavoro, e di certo non l'avrebbe sprecata poltrendo a terra.
La carrozza che avrebbe condotto lei e sua madre alla villa di Mr. Rosenfer sarebbe giunta in città nel giro di mezz'ora, così si sistemò in fretta, districando con le dita i nodi che le increspavano i riccioli chiari.
Per quanto riguardava l'abito, Ivy si era ormai arresa ai buchi e alle macchie che lo deturpavano. D'altro canto, non aveva nemmeno nulla con cui sistemarlo.
In fondo, che importava? Mr. Rosenfer l'aveva assunta, o per lo meno, voleva verificare che fosse idonea ad essere assunta, per le sue capacità, non per la sua eleganza o ricchezza. Lui sapeva bene, quando l'aveva vista trafficare con i vasi e il terriccio del mercato, ed elargire consigli ai fiorai, che lei non aveva che pochi spiccioli in tasca.
Sebbene il pensiero di andare ad abitare presso una famiglia tanto ricca e distante dalla città la rendesse inquieta, Ivy aveva ugualmente accettato l'incarico di giardiniera che le era stato proposto. Le era sembrato, tuttavia, piuttosto strano che un uomo tanto importante in città chiedesse proprio a lei, una ragazzina di quindici anni, di occuparsi delle piante della villa, quando avrebbe potuto trovare qualcuno con più esperienza.
"Perché so fare cose assurde in questo campo. Le mie capacità non sono normali, non più, e anche un uomo comune come quel Mr Rosenfer se n'è accorto. Beh, naturalmente non ha notato i poteri, e ci mancherebbe altro, sarebbe un disastro". Quando Ivy veniva assalita dai dubbi, sentiva spesso la necessità di fermarsi e ragionare sulle proprie condizioni, quasi perdendosi tra i propri pensieri. Lo fece anche in quel momento, riflettendo sulla questione.
"La mia affinità con le piante, a quanto pare, è percepibile anche quando trattengo i poteri. Ma comunque,.sto qua a preoccuparmi di un lavoro, ma come la mettiamo, con i miei poteri? E' forse normale far crescere le piante con un solo tocco? Che cosa..che cosa sto diventando?"
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SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)
ФэнтезиAll'alba dell'Universo, sono i crudeli Incantatori, abitanti del pianeta errante Pangram, a dominare ogni cosa. Ma l'ultima battaglia contro la Terra li annienta completamente, e le loro tracce si perdono nel nulla. Irlanda, 1929 Brian Rosenfe...