3: Spada e corona

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Reggia di Cambria, contea di Istmil, Terre di Alaron

FAOLAN

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Capitolo terzo

Rocca della contea di Istmil, Terre di Alaron
FAOLAN

-Faolan! Faolan, mi senti?-

La voce di Grevor lo raggiunse mentre era ancora disteso sul pavimento, facendosi strada in mezzo al suo sogno confuso e ovattato.
Era svenuto soltanto da cinque minuti, eppure gli sembrava fosse passata un'eternità : una volta sbattuta la testa sul pavimento, le sue visioni non erano cessate nel sonno. La voce che gli aveva parlato si era dileguata, lasciando spazio alle immagini lontane di quella che probabilmente era la Terra, il luogo di origine dei suoi concittadini.

I contorni della villa di campagna che la voce aveva deciso di mostrargli si erano fatti più nitidi e definiti, il volto del ragazzo terrestre un po' più chiaro: aveva circa quattordici anni, gli occhi verdi e i capelli arruffati, e Faolan non aveva la più pallida idea di chi fosse. Lo aveva seguito nei suoi spostamenti per tutta la durata del sogno, quasi abitando nella sua testa, e anche se non era riuscito a cogliere una sola parola dei suoi dialoghi, aveva avvertito le sue sensazioni con la stessa forza di un pugno in faccia. Il senso di angoscia al suo risveglio, la paura per l'uomo dai capelli argentei che viveva nella sua casa erano solo due delle emozioni che rammentó alla perfezione non appena Grevor gli fece riaprire gli occhi, afferrandolo per un lembo della maglia e scrollandolo.

-Ma che cosa ti è preso? Mi farai arrivare in ritardo alla festa!- sbottó Grevor, tradendo per un istante la sfaccettatura più affilata del suo carattere, quella parte che tentava disperatamente di nascondere dietro ai sorrisi falsi e bendisposti. Faolan non si stupì neppure del fatto che non si stesse minimamente preoccupando per lui o per il modo in cui era svenuto senza alcun motivo apparente: ci era talmente abituato che si limitó a sbattere le palpebre per scacciare il senso di stordimento. Provò a cercare la voce misteriosa dentro alla propria testa, per assicurarsi che fosse sparita, e si trattenne a stento dal sospirare di sollievo quando non la trovò. Forse si era immaginato tutto, forse quelle allucinazioni erano soltanto la brutta conseguenza di un momento di stanchezza, eppure la loro nitidezza gli aveva messo i brividi. Non gli era mai capitato di avere un'esperienza simile, ed era spaventato da come la propria mente aveva reagito. Chi era quel ragazzo, Brian? Perché lo aveva visto, e perché non era riuscito a comunicare con lui in alcun modo? Purtroppo in quel momento non aveva tempo di riflettere sulla questione, non con Grevor che lo fissava stranito. Ci avrebbe ripensato nella quiete del suo accampamento, senza occhi indiscreti ad osservarlo.

-Mi è girata la testa per un attimo. Forse ho perso troppo sangue combattendo. – mentì rapidamente Faolan, cercando di rimettersi a sedere. L'impatto col pavimento gli aveva fatto prendere una brutta botta, tanto da fargli sentire un dolore lancinante alla testa. Il braccio sinistro gli doleva parecchio, ma per lo meno aveva risparmiato al resto del corpo l'urto della caduta. Non aveva ancora idea di come ritrovare le forze per andare alla festa in quel condizioni, ma di una cosa era certo: non avrebbe rivelato nulla della voce misteriosa al fratellastro.
Anche se gli avrebbe creduto, non sarebbe stato di certo felice di essere oggetto di un complotto di un'entità invisibile. Il ricordo di quelle parole lontane fece rabbrividire Faolan: la voce misteriosa gli aveva promesso di mandare via Grevor in cambio della sua alleanza, ma poteva davvero fidarsi di qualcuno che non poteva neppure conoscere? Quale sarebbe stato il prezzo da pagare per realizzare quel desiderio? E soprattutto, ciò che aveva sentito era reale, o soltanto il frutto della sua stanchezza e nervosismo?

Si alzò in piedi a fatica, cercando di evitare lo sguardo del fratellastro, quando quel suono lontano tornò a farlo sobbalzare, ripresentandosi senza preavviso.

SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora