53: L'allenamento

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Erik strinse la settima spada della giornata tra le mani, sperando di non carbonizzarla come le sei precedenti.
Era portato per i combattimenti, o almeno, così Faolan gli aveva detto durante gli allenamenti, ma aveva un pessimo controllo dei propri poteri: il fuoco aveva distrutto un'arma dietro l'altra proprio nella fase finale del percorso, quando doveva combattere contro i Mostri.

Fin quando si trattava di combattere contro Faolan non c'erano troppi problemi: la spada, almeno la maggior parte delle volte, funzionava correttamente. Erano i Mostri a deteriorarla del tutto.
Le funzioni che i pulsanti attivavano avevano iniziato a essere familiari per lui. Le armi che gli erano state assegnate erano semplici e basilari, con solo quattro pulsanti: il giallo che riscaldava la lama, il rosso che la rendeva infuocata, il bianco che la raffreddava e il blu che la ghiacciava.

La spada che Faolan usava durante il lavoro aveva venticinque pulsanti, ma per allenarlo ne stava usando una da quattro, mettendosi allo stesso livello di Erik.

Il Capo dei Cavalieri schioccò le dita e lanciò ad Erik un'occhiata severa, attendendo di vederlo ripartire.

-Avanti, riprova-, lo esortò l'uomo.

La prima fase dell'allenamento consisteva nel duellare contro il Cavaliere.
Non doveva sconfiggerlo, perché subito dopo doveva percorrere un sentiero di lava e combattere contro i Mostri. Faolan sosteneva che quell'allenamento, vario nei suoi passaggi, era l'ideale per introdurre i principianti -o "marmocchi novellini", come li chiamava lui- nell'ambiente di battaglia, che di certo non era ordinato e ripetitivo.

Di rado era necessario combattere con un proprio simile, nelle terre di Alaron: l'importante era riuscire a battere i Mostri. Ma nonostante ciò, era importante anche sapersi difendere in un duello di spade per ogni evenienza.

Faolan colpì la spada di Erik con un affondo preciso e micidiale. L'elsa della sua arma si scontrò contro la lama di Erik, producendo un suono secco e fastidioso. Le mani del ragazzo tremarono sotto a quel colpo, e dovette stringere saldamente la presa per non lasciarsi sfuggire la spada di mano.

Ma quel breve istante di esitazione non gli diede il tempo di premere i pulsanti.

Faolan, con un colpo ben assestato, premette il pulsante del fuoco, e la lama di Erik si ridusse ad una lastra bruciacchiata. Faolan scosse il capo, strappò ciò che restava della spada dalle mani di Erik e la gettò a terra, pestandola con lo stivale.

-Non ci siamo ... riprova!-

Nonostante gli sbagli di Erik, Faolan non si era mai messo ad urlare o imprecare, né era sembrato arrabbiato. Ma era esigente, e non aveva lasciato al ragazzo un attimo di tregua: erano ormai tre ore che si stavano allenando, ed Erik stava celando la stanchezza a stento.

Erik era stato, un paio di volte, sul punto di crollare, eppure si era trattenuto, non avendo nessuna voglia di arrendersi. Il lavoro di Faolan poteva aiutarlo a mitigare la battaglia tra acqua e fuoco che imperversava nel suo corpo, a renderlo più forte e utile nella missione. Doveva imparare a essere tanto paziente quanto determinato ... fine della discussione.

Strinse i denti e decise di riprovarci.

Faolan si gettò di nuovo all'attacco, instancabile.
Ma Erik, questa volta, era più preparato: alzò la spada, e, descrivendo in aria un semicerchio preciso, colpì la punta dell'arma dell'altro.

Sapeva che Faolan, con lui o qualunque altro principiante, utilizzava sola una parte della sua forza, volendo far progredire i suoi alunni gradualmente. Ma Erik si sentì ugualmente soddisfatto della propria mossa.

SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora