50: Una nuova permanenza

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Contea di Istmil- Accampamento

ERIK

-Erik! Erik, speravo che fossi soltanto un bravo attore! Svegliati!-

Erik si rigirò sul sedile scomodo del trottavolo, ormai fermo da qualche minuto, e cercò di mettere a fuoco le immagini dinanzi a sé. Era rimasto svenuto per tutta la durata del viaggio? Stava decisamente peggiorando!

Faolan sembrava insolitamente preoccupato, e lo liberò dalle corde con cui lui stesso l'aveva legato, scuotendolo leggermente per le spalle. Erik si sentiva stordito, e non solo per il malessere di poco prima: le azioni di Faolan gli sembravano a dir poco insensate. Che senso aveva legarlo, rapirlo, e ora liberarlo e preoccuparsi di lui?

-Oh, grazie al Cosmo, sei vivo!- Faolan tirò un sospiro di sollievo, vedendolo finalmente cosciente, e con una mano aprì una portiera del trottavolo, porgendogli l'altra per aiutarlo a sollevarsi. Erik lo ignorò, lanciandogli un'occhiataccia: di certo non si fidava dello stesso uomo che gli aveva puntato un coltello alla gola non troppi minuti prima.

Preferì, piuttosto, guardarsi intorno: riconobbe all'istante l'ambiente della propria Contea, la folta vegetazione e gli alberi che la popolavano, il profilo dei monti che si stagliava netto contro al cielo.

Ma lo spiazzo in cui Faolan era atterrato era nuovo ai suoi occhi: numerose casupole erano disseminate senza un preciso ordine tra una strada e l'altra, ampi campi si alternavano ad attrezzi per l'allenamento, arbusti ed edifici.

Sembrava un Accampamento, e la sua testa dolorante gli rammentò le parole che Faolan gli aveva detto prima di trascinarlo via: "Devi venire all'Accampamento dei Cavalieri con me.". Lo aveva portato a casa sua. Ma per quale motivo? E perché, improvvisamente, sembrava non volergli più fare del male?

-Beh, presumo che tu sia parecchio confuso...-, esclamò Faolan di fronte al silenzio di Erik. -Non ti si può biasimare. Ma se scendi da questo aggeggio proverò a spiegarti tutto quanto, promesso.-

-Non mi sembri molto affidabile, sai? Mi hai minacciato di morte qualcosa come mezz'ora fa. Hai detto che è stato Grevor ad ordinare il mio rapimento. E a Blez hai rivelato che Grevor è malvagio. Ci hai forse presi in giro, collabori con tuo fratello? Non vedo che cosa dovresti spiegarmi. Hai qualche problema?-

-La questione è molto più complicata di così, Erik, ma IO non ti ho rapito per consegnarti a Grevor.-

Erik aggottò la fronte. -Ah no? E perché prima mi hai detto il contrario, allora? Quale sarebbe il "vero" motivo del mio rapimento? A me sembra che tu ti stia soltanto arrampicando sugli specchi.-


Faolan scosse il capo e gli fece cenno di scendere dal trottavolo. Erik saltò giù ed ebbe i riflessi abbastanza pronti da non cadere, ma non fece in tempo a protestare, perché Faolan lo anticipò.

-Va bene, proverò a spiegarti qualcosa mentre raggiungiamo il campo principale.- Erik era tutto orecchi. Faolan iniziò a parlare, mentre si incamminava per un sentiero sassoso ed impervio. La sua espressione era nervosa, le labbra torte in una smorfia, gli occhi parzialmente celati da qualche ciocca ribelle.

-Grevor, come a quanto pare sai già, è malvagio-, cominciò Faolan. -Sta cospirando ai danni di tutta l'isola, organizzando un esercito di Mostri, e ha alleati pericolosi. Vuole rapire due ragazzi chiamati Ivy e Brian e consegnarli a qualcuno di molto potente. Non sappiamo molto altro, questo è tutto ciò che sono riuscito a capire.-

-Sì, Blez mi ha detto esattamente le stesse cose-, confermò Erik. Si chiese se Faolan sapesse che LUI era Brian, se qualcuno glielo aveva detto, e se il suo rapimento c'entrasse con quella sua misteriosa identità. Decise di non chiederglielo, non senza aver ottenuto ulteriori spiegazioni. La precauzione non era mai troppa.

SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora