33: Collaborazioni

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Terre di Alaron, Contea di Istmil

DARFEL

Darfel gironzolava inquieto per il castello di Cambria, a disagio in un ambiente tanto prestigioso. I mobili elaborati e le pareti coperte da trofei e non rispecchiavano affatto i suoi gusti. Si sentiva quasi soffocare, tra quelle quattro mura. L'unico elemento che lo rallegrò fu un quadro di Fel, l'eroina leggendaria dell'isola, che sembrava sorridergli con dolcezza. La rappresentavano come una donna dai capelli argentati e gli occhi rossi, ma nonostante i colori inusuali, aveva sempre un volto amichevole, che gli suggeriva simpatia, nonostante non si sapesse quasi nulla di lei.

Darfel si fermò di fronte ad uno specchio, osservando il proprio riflesso con una smorfia. I capelli erano più arruffati che mai, la divisa da Cavaliere sporca di terra e rovinata da strappi.

Aveva fatto di tutto, pur di distrarsi dal pensiero costante di Faolan in pericolo. Si era allenato fino a non reggersi più in piedi, era andato a fare una passeggiata con Nevaeh e, ovviamente, aveva bisticciato con Shalenya, ma non c'era stato nulla da fare: era rimasto fisso sulla convinzione che a Faolan qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Così, senza quasi pensarci, si era avviato di nascosto verso la reggia di Grevor, per scoprire qualcosa di più.

Dal canto suo, invece, Faolan era ormai arrivato al castello da parecchio tempo, deciso ad origliare ancora i piani di Grevor. Voleva approfittare di quel giorno libero per parlare con l'unica persona che, a quanto aveva capito, era coinvoltanella faccenda: Blez, la contessa di Nevis.

"Stando ai racconti di Grevor, anche Blez è incaricata di portare i due ragazzi da Iskender. Spero di riuscire a convincerla a non collaborare con Grevor. Chissà cosa potrebbe farle.", riflettè il cavaliere, tra sé e sé.

Voleva rivelarle le nuove scoperte, e fermare tutto quanto, finché erano in tempo. Sempre che riuscisse a farsi credere.

Grevor era molto abile a mostrare una maschera gentile, e solo a Faolan sembrava di scorgere cosa celasse sotto di essa. Lui non poteva essere ingannato: sapeva fin troppe cose che nessun altro poteva conoscere o comprendere. Per questo, si sentiva in dovere di agire e cambiare le cose, prima che fosse troppo tardi. Prima che la sua terra ne risentisse.

In ogni caso, Faolan non ebbe più molto tempo per meditare un piano: Grevor sbucò fuori da una stanza dopo qualche minuto, chiedendogli il motivo della sua presenza al castello.

-La parata dei cavalieri ha bisogno dell'approvazione della contea di Nevis.- rispose Faolan, imperturbabile. –Devo parlare con la contessa Blez.-

-Ma certo, capisco.- osservò Grevor, con aria comprensiva. –Vuoi fermarti anche per cena? Sei da solo?-

-Sì, sono da solo.- asserì Faolan.

-Dov'è il tuo solito amichetto?- lo interrogò l'altro, con aria pensierosa.

-A lavorare.- tagliò corto Faolan. Meno parlava di Darfel con Grevor, meglio era. Sapeva bene quanto fosse pericoloso nominarlo in sua presenza.

-Meglio così.- ridacchiò Grevor, conciliante. –Inizia a liberarti delle compagnie insulse. Dopo cena, dobbiamo parlare ancora di ciò che ci ha chiesto Evan. C'è ancora tanto su cui lavorare.-

Faolan aveva una gran voglia di mandarlo a quel paese, ma si limitò ad annuire, voltando i tacchi per andare in cortile.

Preso dai propri pensieri com'era, quasi non si accorse di Darfel, che gli si parò di fronte senza alcun preavviso, mentre svoltava per un corridoio.

-Darfel?!- sbottò Faolan, pur premurandosi di tenere basso il tono di voce. Sul suo volto apparve un'espressione sconvolta: cosa ci faceva lì? Era l'ultima persona che avrebbe voluto nei paraggi, vicina a Grevor.

SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora