14: In taverna

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Terre di Alaron - Contea di Istmil
FAOLAN

-Chi arriva ultimo paga!- propose Darfel, riprendendo fiato dopo gli allenamenti. –Facciamo un'ultima corsa e vediamo come va!-
Faolan lo scrutò rapidamente, cercando di capire se fosse ancora nelle condizioni di sforzarsi.

Darfel aveva le ginocchia sbucciate e le mani indolenzite, a furia di provare i vari tipi di armi, ma sembrava ancora pieno di energia. Faolan, dunque, annuì, battendo il pugno contro il suo.
Non lo avrebbe ammesso troppo facilmente, ma Darfel si era dimostrato un apprendista incredibilmente bravo, in quegli ultimi due anni: lavorava senza mai lamentarsi, stringendo i denti fino a quando non otteneva ciò che voleva.

La mattina presto faceva sempre un po' fatica a svegliarlo, e doveva incoraggiarlo con ingenti quantità di cibo per tirarlo giù dal letto, ma per il resto, stava ottenendo il massimo dei risultati. Quel pomeriggio avevano addirittura provato a sconfiggere un branco di mostri di lava, di quelli che emergevano dai vulcani vicino all'Accampamento e rischiavano di bruciarti come legna da ardere. Darfel aveva tutti i capelli biondi pieni di fuliggine, ma sorrideva colmo di soddisfazione, canticchiando allegramente.

Più passava il tempo, più sembrava essersi ripreso dai tristi avventimenti dal passato. Sfoggiava costantemente un'espressione allegra e non stava fermo un minuto. Trovava ogni scusa possibile per mettersi in moto, non restando quasi mai all'Accampamento. Si spostava in varie città non appena aveva un giorno libero, chiedendo spesso a Faolan di poterlo accompagnare in missione, o chiacchierando con alcuni dei compagni guerrieri.

Faolan, spesso, si sentiva rassicurato nel vederlo tanto allegro. Ma altre volte, iniziava ad aver paura che i comportamenti di Darfel fossero soprattutto uno scudo, una corazza per non ripensare al dolore.

Non gli era capitato di rado di trovarlo solo, in piena notte, in mezzo al giardino dell'Accampamento, con la testa tra le mani e gli occhi fissi verso il cielo, verso chissà quali pensieri spiacevoli.

Per questo, cercava di impegnarsi ogni istante per distrarlo.

Avevano passato parecchio tempo insieme, negli ultimi due anni, tanto che Darfel aveva preso a trattarlo esattamente come un suo pari, e viceversa. Faolan, in un primo momento, aveva creduto che Darfel, giunto all'Accampamento, lo avrebbe perso di vista, preso dai nuovi allenamenti. O peggio ancora, che lo avrebbe trattato con timore e rispetto, come qualunque altro suo dipendente.

Ma così non era stato: Darfel, contrariamente alle sue aspettative, lo aveva cercato spesso, prendendosi sempre più confidenza, divertendosi addirittura a prenderlo in giro o a sfidarlo, per nulla impaurito. Il suo carattere cupo non sembrava turbarlo, quanto più incentivarlo a escogitare metodi per scioglierlo un po', per farlo divertire.

Faolan, quasi senza rendersene conto, aveva finito per assecondare i tentativi di Darfel, smettendo un poco alla volta di chiudersi in armeria e restare solo con i propri pensieri.

Spesso si ritrovava a crogiolarsi in quel piccolo spazio in cui Darfel era riuscito a trascinarlo, uno spazio in cui lui non era più un'autorità, una persona da tenere distante, bensì un coetaneo, un amico, una persona con dei pregi, con cui era addirittura piacevole passare del tempo.

A volte, una parte di lui non poteva ancora fare a meno di pensare che, forse, stava commettendo un errore. Che non era opportuno, lasciare che un'altra persona influenzasse a quel modo il suo umore.

Ma poi si diceva che, se per una volta stava andando tutto bene, forse avrebbe dovuto semplicemente lasciare che le cose seguissero il loro corso.

Anche la voce misteriosa che lo aveva perseguitato qualche tempo prima era svanita, insieme alle strane visioni sul pianeta rotondo e sui due ragazzi.

SILVER SOUL 1 (Gli incantatori)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora