Capitolo 36

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CAN
Sono arrivato a casa nostra, mi guardò intorno, in ogni angolo ci siamo noi, insieme abbiamo scelto ogni dettaglio di questa casa, doveva essere il nostro nido d'amore, doveva essere il nostro porto sicuro, qui dovevamo crescere i nostri figli, invece cosa mi ritrovo? Qui da solo, oggi con quelle parole mi ha davvero ferito, come poteva pensare una cosa del genere? Non riesco ancora a capire.
Sono seduto al buio sul divano, sto cercando di calmarmi di metabolizzare tutto quello che è successo. L'unica cosa positiva di questi giorni è stata la chiacchierata con Leyla, non ci avevo mai parlato così apertamente, ho scoperto alcuni lati del suo carattere che non avevo mai notato prima, sa ascoltare, è molto dolce, comprensiva e sopratutto è una donna che sa assumersi le responsabilità degli errori che ha fatto.

Sento aprire la porta, sento piangere, conosco molto bene questo suono, è Sanem, rimango fermo lì immobile, ora non volevo discutere di nuovo con lei, vorrei scappare senza farmi vedere, ma è impossibile.
Accende la luce e si spaventa quando si accorge che non è sola, avevo parcheggiato la mia auto nel garage proprio per evitare che passando la vedeva in giardino, quindi so per certo che non è venuta qui per me. < Can, che ci fai qui? Poi al buio..> senza nemmeno guardarla < fino a prova contraria è anche casa mia questa, ero al buio per riflettere, ma non preoccuparti sto andando via!> mi alzo prendo le chiavi e mi incammino verso la porta, lei mi ferma
< aspetta un momento per favore> la guardo alzando un sopracciglio < che c'è ti sei dimenticata di accusarmi di qualcos'altro? Non so magari ti è sfuggito qualche sotterfugio riguardo questa casa? > si mette le mani in faccia < Can, smettila, senti forse ho esagerato oggi> sgranò gli occhi < forse Sanem? Ti rendi conto di quello che mi hai detto? > cerca di avvicinarsi a me ma io indietreggio < Can, ero molto arrabbiata e io...> scuoto la testa < Sanem questa mattina volevo portarti a pranzo per chiarire, ma ho pensato che prima fosse giusto scusarmi con tua sorella, volevo dimostrarti che le mie scuse con lei erano sincere e non solo per far piacere a te, ma tu...Lasciano stare non ho più voglia di parlare di questo Sanem > mi guarda < quindi, non hai più voglia di parlare e chiudiamo tutto così?> faccio spallucce, lei interviene di nuovo < ok, Can facciamo come vuoi, chiudiamo tutto così, anzi sai cosa ti dico? Stasera dirò hai nostri genitori che il matrimonio non si fa più, oppure se preferisci fallo tu, sei più bravo ad annunciare certe cose> la guardo scioccato < io Sanem, ogni volta che ci siano lasciati è stato perché tu hai messo in dubbio i tuoi sentimenti, oggi sei arrivata ad accusarmi di aver utilizzato tua sorella per non sposarmi più, ora vieni qui e mi dici che forse hai esagerato forse Sanem? Ancora una volta non hai chiarezza dentro di te, io sono stanco di questo> mi guarda e piange < ho sbagliato in passato e ho pagato a caro costo le conseguenze, ma...> capisco che con la mia frase l'ho ferita o meglio le ho fatto ricordare Metin è quello che è successo, ma non era mia intenzione, quella situazione era troppo dolorosa e delicata per lei non l'avrei mai usata per ferirla, mi avvicino e la tiro con forza contro di me, sta piangendo la stringo < Sanem mi dispiace non volevo alludere a quello...> mi stringe forte < Can, io non mi perdonerò mai per quello che è successo, so che è stata colpa mia, ma è un mio problema> prendo il suo viso con le mani
< Sanem ascoltami bene, qualsiasi cosa succede tra noi, voglio che tu sappia questo è voglio che te lo ricordi sempre, non è stata colpa tua, quell'uomo è un maiale uno stronzo schifoso e sta pagando per questo, tu non centri nulla non è colpa tua se lui è così ok?> annuisce con la testa. Suona il mio telefono e quasi in contemporanea il suo, guardo e mio fratello, rispondo mio fratello mi dice di andare a casa di Nihat perché tra meno di mezz'ora i nostri genitori ci faranno una videochiamata per dirci qualcosa di importante. Attacco il telefono e guardo Sanem credo che Leyla le abbia detto la stessa cosa. Prima di uscire guardo Sanem < hai detto di voler dire a tutti del matrimonio, credi sia il caso di farlo ora?> mi guarda e fa spallucce < magari prima sentiamo cosa vogliono dirci, poi decidiamo se è il caso di aspettare il loro ritorno oppure dirlo per videochiamata > annuisco con la testa, la penso esattamente come lei. Usciamo e ognuno con la propria auto raggiungiamo casa di Nihat.

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