Restammo per un po' di tempo abbracciati, avevo bisogno di sentire l'affetto di qualcuno, anche solo per un istante, poi probabilmente tutto sarebbe tornato come prima, ma a me in quel momento non importava. Mi bastava avere un appiglio a cui appoggiarmi, e le sue braccia sembravano la cosa che più mi ricordava casa. Aveva un odore famigliare, uno di quegli odori che appena li senti ti rendono felice, uno di quelli che riesci subito a riconoscere, come quando si fa una torta in cucina e rimane la scia di profumo per tutta casa che ti rallegra. L'idea che tutto ciò che pensavo di conoscere era un'immensa bugia che piano piano incominciava ad allargarsi sempre di più mi faceva perdere la testa. E quella piccola data scritta male su un libro che sembrava essere così importante per chi l'aveva scritta, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, mi chiedevo cosa ci facessi veramente in quel posto, se l'idea che avevo avuto fosse stata giusta, partire con un intero gruppo di uomini adulti che potrebbero non avere buone intenzioni, sconosciuti, alla ricerca di qualcuno che nemmeno mi conosceva, ma sapeva della mia esistenza, sapeva la mia data di nascita, e questo forse doveva bastarmi per far andare avanti il mio viaggio. Ma non ne avevo nessuna certezza, niente più lo era per me, tutto sembrava offuscato da quella sottile nebbia che divide ciò in cui ho sempre creduto dalla realtà, ma mi ci stavo abituando, stavo iniziando a capire che tutto ciò che non vedevo con i miei occhi poteva essere una bugia, stavo diventando impassibile da questo lato. Ma era difficile stare lì a migliaia di chilometri distante dalle persone da cui non ero mai stata così a lungo lontana, le stesse dalla quale però avrei voluto scappare, forse per la rabbia forse per lo stupore. Mi venne in mente mia sorella, lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere, era la figlia perfetta, sapeva cucinare, cucire, suonare il piano, scrivere canzoni e sicuramente sarebbe stata una buona moglie, tutto ciò in cui io risultavo incapace e diversa, una stupida ragazzina che seguiva solo il suo istinto. E in quell'istante pensai che per colpa di quel mio ottuso istinto le avevo anche rovinato l'organizzazione del matrimonio, avevo spostato l'attenzione su di me in un momento che sarebbe dovuto essere solo e unicamente suo, forse ero solo una stupida egoista che avrebbe fatto meglio a stare in quel mondo di bugie e soffrire piuttosto che far soffrire le persone che aveva intorno. Se veramente avevo conosciuto quelle persone che mi avevano cresciuto almeno per un poco, sapevo che loro erano preoccupate per me e non poco.
Dopo che ci staccammo da quell'infinito abbraccio mi asciugò le lacrime con i pollici e mi diede un ultimo bacio sulla fronte, poi si alzò e in silenzio mi porse una mano. La afferrai e andammo della stanza affianco a cenare. Decidemmo di provare insieme del rum che avevamo trovato sul tavolo in una bottiglia aperta e chiudemmo la porta a chiave per far sì che nessuno ci infastidisse. Dopo poco tempo iniziammo a ridere, non avevamo bevuto chissà quanto ma l'alcool si sentiva, e ci rendeva più felici del solito, e in quel momento ne avevamo bisogno. Iniziammo a ricordare i vecchi tempi, a quando scappavamo dalle signore che nella parte est della città ci inseguivano con le scope per aver fatto troppo chiasso, e anche quella volta in cui entrammo nella parte ovest, non era stata una bella avventura. Finimmo con il parlare dei tempi in cui lui era arrivato nella mia scuola, ed eravamo diventati amici, insieme ad Emilie.
"Ah si mi ricordo quella volta che Jaques ti aveva fatto cadere facendoti uno sgambetto. Ti erano volati libri ovunque e i tuoi occhiali si erano anche rotti" dissi ridendo come una matta a quel ricordo.
"Si esatto, beh era stato abbastanza terribile come primo approcio in una nuova scuola" disse lui con un sorrisetto imbarazzato mentre giocava con le mani rovinate dal duro lavoro degli ultimi giorni e dagli anni passati a lavorare in macelleria.
"Già ma poi siamo arrivate io e Emilie" dissi io appoggiandogli la mano sulle sue per farlo smettere di torturarsi le dita e per far sì che mi guardasse negli occhi. Non volevo che fosse imbarazzato con me, non doveva, erano solo ricordi e lui era totalmente diverso dalla persona di allora, a parte la gentilezza, quella era sempre presente nel suo essere se stesso.
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I'll find you - |Ti troverò|
AdventureLucy scopre di aver vissuto in un mondo di segreti, e che tutto ciò a cui aveva creduto prima era una bugia. Non comunemente a tutte le altre, lei è una ragazza forte e determinata ma fragile per il suo passato e specialmente per l'amore che ha pers...