17° Capitolo: Il duello

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Finalmente eravamo partiti, lo capii quando iniziai a vedere tutti i piatti e le bottiglie che iniziarono a spostarsi sul tavolo, si era oramai fatta sera e io stavo mangiando con Jack nel luogo dove si trovavano tutte le amache dei pirati. Non c'era nessun altro se non noi, parlando con Walter avevamo capito che per il momento sarebbe stato meglio se io e Jack avessimo mangiato da soli, non a tutti ancora andava giù la storia dell'essere la figlia di John. Qualcuno non voleva nemmeno ripartire per cercarlo, qualcuno, invece, lasciò direttamente la barca andandosene a cercare qualche altra ciurma a cui unirsi. Sapevo il vero motivo della loro decisione, non era solo perché da anni andavano avanti a qualche spicciolo spendendo tutto per le ricerche, ma anche per colpa mia. Non accettavano che una donna entrasse nella ciurma, o per lo meno che fosse nella nave.

C'era chi mi odiava in quel posto e c'era chi invece sembrava non vedesse una donna da anni, questo li rendeva delle terribili cozze pervertite a cui era meglio stare lontano. Jack aveva capito le mie paure e non mi lasciava sola un attimo. Anche se sapevo di potercela fare e volevo dimostraglielo decisi di non respingerlo, non volevo rimanere sola, già mi sentivo fin troppo confusa e abbandonata da tutte le notizie degli ultimi due giorni.

"A che pensi?" mi disse Jack con aria interrogatoria seduto dall'altra parte del tavolo. Probabilmente vide che non avevo toccato cibo ma continuavo a giocare con la forchetta con quel poco che c'era nel piatto. La stiva non era molto piena, erano rimaste poche cose mangiabili e delle bottiglie di rum, ma aspettare a partire non era la scelta saggia, era già strano che le guardie reali ancora non avessero capito che fossimo lì, perciò ci saremmo fermati in un posto più vicino nei giorni a seguire.

"Nulla" dissi io mentendo, "forza sputa il rospo" mi incitò allora lui.

"Niente è solo che è tutto così strano" esordii io scuotendo la testa afflitta. "Già, strano e terrificante" rispose lui guardandosi intorno. Lo feci anche io. "Comunque non vorrei essere in te, dormire qua stanotte sarà una pena" dissi io sorridendo con fare scherzoso."Si probabilmente andrò a dormire fuori" disse lui mettendosi a ridere.

"Mi dispiace, ti ho portato al centro di un casino. Non dovevi sentirti obbligato a partire" dissi io sincera. Era vero, mi dispiaceva averlo portato con me, era stata una cosa immatura. "Io non mi sono sentito obbligato per niente, anzi, in un certo senso solo felice di essere qui, ho scoperto molte cose che prima non sapevo e questo non è male" rispose lui.

"Ad esempio?" chiesi poi alzando lo sguardo dal piatto e piegando leggermente la testa lateralmente sorpresa delle sue parole. "Ad esempio come fare dei nodi resistenti o come sistemare le vele" disse lui e io feci un cenno di assenso come per fargli capire che comprendevo.

"E poi ho anche scoperto che sei una gran testarda ma hai dei lati buoni" disse lui guardandomi sogghignando. Lo guardai stupita per un attimo e poi mi misi a ridere. "Wow quindi ti sembravo così terribile?" dissi ridendo. "Diciamo non una delle persone migliori che io abbia mai incontrato. Mi stavi per tirare un pugno in faccia dopotutto, che ti dovrei dire" disse lui ridendo.

"Hai ragione" annui io "ma se non la smetti te lo tiro veramente un pugno, o peggio, ti chiudo nelle celle di questa nave. Sai, ho scoperto dove sono, e dopotutto sono la figlia del comandante quindi per potere ereditario posso fare quello che voglio" dissi ridendo come una matta e alzandomi un attimo con fare da finta superiore, inchinandomi leggermente come una principessa farebbe, ma poi finendo col pulirmi le mani sporche sui grossi pantaloni che indossavo, un gesto tutt'altro che principesco. Vidi il suo sguardo abbassarsi per un attimo e le sue guance tingersi di rosso, nonostante quei pantaloni mi stessero larghissimi erano pur sempre pantaloni, e oltre ad avermi vista solo con quello scomodissimo vestito si poteva tratte le conclusioni che poche volte quel ragazzo avesse visto una donna in pantaloni, ma non c'era da stupirsi, lui frequentava solo brava gente. Mi risedetti tornando a guardare il cibo nel piatto, si era creato un silenzio imbarazzante.

Dopo aver finito di mangiare salimmo dalle ripide scale e arrivammo all'esterno, la prima cosa che sentii fu il vento che passava tra i pochi capelli che mi cadevano sulle spalle, poi sentii l'odore del mare. Non quello che riesci a sentire a riva, no. Un odore di sale e brezza marina che mi faceva sentire come a casa, come se fossi nata in quel posto. I miei sogni svanirono quando aprii gli occhi e trovai davanti a me una lite. Walter stava discutendo con l'uomo che all'inizio non voleva farci salire sulla barca ma che poi ci aveva lanciato le corde, avevo sentito che si chiamasse Frank.

A passi pesanti e incerti arrivai fino al cerchio di persone che si era formato. "Che sta succedendo qui?" dissi io cercando di mettermi al centro cercando di separarli, poi sentii l'aria muoversi velocemente dietro di me e dopo un attimo vidi August in mezzo ai due, li stava separando, teneva le mani sui loro petti distanziandoli.

"Ripeto, che sta succedendo qui?" dissi io. Frank si girò con un mezzo ghigno schifato sulla faccia verso di me. "Io non ci credo alle tue balle, non credo che tu sia la figlia di Jhon e poi non voglio una donna a bordo, non ne sei degna" disse sputando a terra "E per di più sei una bambina, se ti fai male cosa succede? Chiami la mammina piangendo? Io non voglio farti da balia, non ci guadagno nulla" continuò lui "A meno che tu non decida di..." concluse guardandomi con uno sguardo pervertito che mi fece rabbrividire fino alla punta dei piedi.

"Basta Frank" urlò in quel momento Walter interrompendolo. "La ragazza rimane con noi, il discorso è chiuso. E poi non sei il capitano"annunciò con sguardo torvo. "Nemmeno tu se è per quello" rispose lui. Ricominciarono a litigare fino a quando la mia pazienza e il mio istinto non mi fecero urlare "Zitti. Tutti. Ora" accentuando parola per parola.

Frank si girò e si iniziò ad avvicinare pericolosamente alla mia faccia "nemmeno tu sei il mio capitano" disse poi ad un centimetro dal mio viso. Potevo sentire il suo fiato sulla mia pelle e la sua troppa vicinanza mi metteva soggezione, ma questo non l'avrei mai ammesso. "Io non accetto tutto questo senza nemmeno una sfida o un duello" disse poi voltandosi.

Presi allora tutto il coraggio che avevo. "Bene allora lottiamo" dissi con la testa alta. Tutti si girarono verso di me stupiti, forse perché credevano che non ce l'avrei fatta, sinceramente neanche io ne ero certa, ma in quel momento avrei fatto di tutto per trovare mio padre, persino ferire uno dei pirati del suo equipaggio. Non avevo mai provato a tenere in mano una spada e per quanto, come avevo detto, provavo sempre con mia cugina con i bastoni di legno da piccola, non era la stessa cosa. Io di duelli non ne sapevo niente se non quello che avevo letto nei libri, ma non credo la teoria fosse importante in queste situazioni. Jack aveva ragione. In quel momento iniziai ad odiare il mio istinto, dovevo ragionarci prima, non potevo continuare a mettermi in queste situazioni rischiose dalla quale non sapevo come uscirne

Sentii in quell'attimo prendermi il braccio e girarmi. Dietro di me si trovava un Jack preoccupato "Cosa credi di fare, non hai mai provato a duellare e lui è un pirata, sa come si fanno queste cose" "beh c'è sempre una prima volta per tutti" dissi convinta.

Poi mi girai verso Frank "Se vinco io rimango e il capitano..." dissi poi girandomi verso Walter " diventerà ufficialmente lui" dissi io. Quella non era una delle scelte sbagliate prese d'istinto, si vedeva che Walter aveva la stoffa per fare il capitano, era bravo a dare comandi, ma soprattutto era l'unico che per il momento aveva appoggiato la mia scelta.

"Okay bambina, se vinco io invece tu e le tue stupide idee ve ne andrete, ma prima passerete a salutarmi" disse poi facendomi l'occhiolino. Trattenni la rabbia dentro per usarla durante il combattimento, sentii Jack sbuffare dietro di me palesemente irritato. Ma non era l'unico ad esserlo, sentii gli occhi di qualcun altro addosso, gli occhi di August. Sembrava furioso e preoccupato allo stesso momento, ancora non capivo che cosa volesse da me e come mai sembrasse così familiare.  "Vedremo se ci sai fare come tuo padre, oppure se perderai e mi supplicherai in ginocchio di risparmiarti" disse poi Frank allontanandosi a prendere la spada migliore. "Questo mai" dissi decisa io.


- spazio autrice -

Siamo arrivati a 100 letture, e per me è già tanto haha, spero vi stia piacendo questa storia, vorrei molto sapere le vostre opinioni e i vostri consigli.

Vi piace il carattere di Lucy? Vi ci ritrovate oppure siete più tranquilli come Jack? cosa succederà ora? Lucy vincerà il duello o dovrà scendere dalla nave e trovare un altro modo per continuare questa avventura?

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