11° Capitolo: Buio

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"Dove potrebbe trovarsi l'entrata?" mi disse Jack guardandomi.

"Non lo so, se tu fossi un'entrata segreta dove ti troveresti ora?" dissi guardandolo seria ma ironica. Lui mi guardò male per la brutta battuta che avevo appena fatto, così decise di andare di testa sua, probabilmente seguendo l'istinto.

Continuammo a cercare per tutta la stanza e non trovando niente andammo anche nelle stanze delle celle a guardare. Non trovammo nessun passaggio così tornammo all'entrata principale. Mentre camminavamo però verso la porta per uscire, oramai desolati, io inciampai nel tappeto, o meglio in qualcosa che c'era sotto il tappeto. "E' imbarazzante che tu non riesca nemmeno a stare in piedi" disse Jack alzando gli occhi al cielo e porgendomi una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi. Non era affatto giusto che lui mi prendesse in giro, di solito era il contrario, lui era quello goffo, è sempre stato così. Il fatto che adesso fosse più alto e più grosso di me lo rendeva più propenso a stare in equilibrio. Guardai i miei piedi, avevo rovinato le scarpette di mia sorella, non che mi importasse ma ringraziai di averlo fatto perchè esattamente sotto la mia ombra vidi che il pavimento cambiava colore, passai avanti e indietro almeno tre volte. "Ma si può sapere che cosa stai facendo?". Non lo ascoltai, piuttosto allungai l'orecchio attenta allo scricchiolio delle assi sotto i miei piedi. "Aiutami ad alzare il tappeto" enunciai poi.

Guardai Jack e lui non proferì parola limitandosi ad aiutami, lo alzammo e trovammo una botola. Perché non ci avevamo pensato prima?

"Lucy, tu sei un genio" disse lui guardandomi "ma non dire a nessuno che te l'ho detto" continuò poi velocemente. La aprimmo, sembrava esserci una scala, ma era buio e non si riusciva a distinguere niente, così mi abbassai e non molto felice di questa cosa, strappai un pezzo di stoffa alla fine della parte interna del mio vestitino rosa. Presi poi il bastone di legno che avevo appoggiato precedentemente su un tavolo che c'era all'entrata, attorcigliai intorno la stoffa, ci misi sopra un po' dell'olio presente nella candela che illuminava la stanza e successivamente lo infiammai con il fuoco di questa. Non ero certa che sarebbe durata molto quella fonte di luce che avevo creato ma era meglio di niente. La candela non sarebbe bastata, il luogo prometteva essere grande. In tutto questo Jack era rimasto a guardare ogni mio movimento.

"Mossa furba" disse lui stupito. Era già il secondo complimento in meno di 10 minuti, mi sarei dovuta appuntare tutto.

"Lo so" risposi con fare altezzoso superandolo e fermandomi davanti alla botola. Inizialmente dubitai un po' per il buio, ma poi mi girai lasciandogli in mano la torcia per dimostrargli che contrariamente a come pensava lui io sapevo arrangiarmi. Lui sogghignò e illuminò l'entrata dal quale poco dopo io mi infilai e iniziai a scendere le scale. Erano sporche, c'erano ragnatele ovunque e non volevo immaginare tutti gli insetti che ci abitavano. Il vestito e le scarpette di certo non mi aiutavano, ogni volta che appoggiavo il piede dubitavo e avevo paura di cadere. Arrivai alla fine, misi i piedi a terra e aspettai in ansia e nel buio, che Jack scendesse.

Finalmente arrivò con la torcia in mano, me la passò quando fu sugli ultimi gradini. Un brivido mi pervase la schiena. Faceva freddo ed era buio. Una delle poche cose di cui avevo paura era proprio il buio, potevo rivederci tutti i miei incubi in questo.

Sentii una mano sulla spalla e sobbalzai dallo spavento. Va bene essere coraggiosa ma in quel momento chiunque avrebbe avuto paura.

"Tutto bene? Ti sei spaventata" disse lui sogghignando nuovamente. Cosa era successo? Non era lui quello pauroso? Ci eravamo invertiti i ruoli per caso?

"Sì e non mi sono spaventata, non ho paura " mentii io con rabbia.

"Io invece ho paura" disse lui allora. Decisi, comunque, di non mostrarmi fragile e iniziai a camminare. Oltre al rumore dei nostri passi e all'eco di questi si sentiva il rumore di una goccia che tassativamente cadeva ogni venti secondi in una pozzanghera.

Arrivammo ad un punto in cui iniziammo a vedere della luce, aumentammo il passo e uscimmo da quella galleria trovandoci davanti ad una costa. Cercai con lo sguardo la nave finché non la vidi, ci avvicinammo, era enorme e non ne avevo mai vista una così da vicino. Era fatta tutta di quello che sembrava legno scuro, aveva tre alberi e su quello centrale vi era una torretta e una bandiera con il simbolo dei pirati: un teschio. Non so quanto avessimo camminato dentro quel tunnel ma ora alle nostre spalle si innalzavano gradualmente delle rocce che portavano al bosco, intorno a noi non si sentiva più il rumore della città, lo scalpitare dei cavalli e il brusio dato dalla vicinanza del mercato al porto. Come avrebbero fatto i pirati ad arrivare fino a quel punto senza passare dal tunnel o rompersi una gamba?

La prua non si riusciva a vedere bene dalla nostra posizione, ma sembrava esserci una statua, anche essa in legno, nella parte finale della barca. Sul retro, invece, c'era come una targa con scritto "El mundo". Quella era proprio la barca che stavamo cercando.

Mentre stavo guardando intensamente quella scritta immersa nei miei pensieri, Jack mi diede una leggera spinta col gomito indicandomi qualcosa o meglio qualcuno che era sulla nave.

"Saliamo" dissi poi guardandolo.

"Tu sei matta. E se ci aggrediscono? Se ci beccano le guardie reali?" esclamò lui con gli occhi fuori dalle orbite. Effettivamente se io fossi stata una guardia reale non avrei mai lasciato incustodito qualcosa di così tanto valore. 

"Io non vedo guardie in giro" risposi allora io muovendomi a passo svelto verso la barca. Invece le vidi, erano solo in due, stramazzati a terra. Mi avvicinai di qualche passo a loro ma non troppo, i loro petti si muovevano ancora, non erano stati uccisi, erano solo svenuti. Questo simboleggiava il passaggio di qualcuno, dei pirati. Allungai il passo verso la nave, con Jack attaccato alle mie spalle. "Lucy, sei sicura di volerti avvicinare?" "Si"

Avvicinandomi iniziai a capire chi fosse l'uomo visto poco prima, era Walter.

Una volta sotto la barca, lui si affacciò dall'alto. Come facevano ad aver trovato la barca e ad esserci arrivati senza essere inseguiti dalle guardie reali, nessuno lo sapeva. Trovavo strano che nessuno controllasse quella barca e si fosse reso conto dei loro compagni svenuti, non dovevano esserci cambi di turno? Forse pensavano che fosse nascosta troppo bene per essere trovata e che due sole guardie sarebbero bastate eppure era successo sia con noi che con i pirati.

"Che ci fai qui, bambina?" disse Walter con la sua solita faccia schifata.

"Facci salire Walter" annunciai, non era una domanda. " Mai" "E perché no?"

"Le donne non salgono a bordo" disse un altro pirata avvicinandosi a lui. Era più giovane e prima d'ora non lo avevo notato. Aveva i capelli neri come la pece e la pelle chiara, gli occhi non li riuscivo a distinguere essendo lui in controluce.

"Ho una cosa da dirvi" risposi trattenendo la rabbia che cresceva dentro di me.

"Non ricominciare con la storia che il nostro capitano è tuo padre" disse lui sbuffando e tamburellando con un dito il legno su cui si era appoggiato a braccia incrociate.

"Se ci fate salire potremmo spiegarvelo" disse allora Jack.

"No" rispose il pirata affianco a Walter.

"Bene, allora, andrò a informare le guardie reali del fatto che voi vi trovate su questa nave, così che in poco tempo sarete circondati" dissi io.

"Ricordati che cercano anche te, bambina" annunciò lui. Voleva giocare al mio stesso gioco, era furbo. Più di quanto pensassi.

"Ma essendo io una bambina" dissi sottolineando l'aggettivo con la quale lui mi continuava a chiamare "sono facilmente manipolabile, soprattutto se obbligata da pirati. Potrei dire questo alle guardie reali, non pensi?"

I due si guardarono spaventati ma poi sentii Walter sussurrare "Facciamoli salire" al compagno che inizialmente fu contrario ma che poi gettò una corda per farci salire.

- spazio autrice -

Cosa ne pensate di Walter? Cosa succederà ora che saliranno sulla nave? Sono curiosa di sapere se qualcuno riesce ad indovinare dove si trova Jhon Jackson.

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