8° Capitolo: Troppe domande

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Mi svegliai improvvisamente, con una sensazione strana, non ricordavo molto di ciò che era successo poco prima che io fossi svenuta. Mi guardai intorno, vidi i pezzi di legno rimanenti del fuoco che Jack aveva acceso, una delle poche cose che ricordavo, ma non vidi lui e nemmeno i pirati. Uscii da quel mulino, e sentii la mia pancia brontolare, non mangiavo dal giorno prima e avevo assolutamente bisogno di cibo se non volevo svenire per una terza volta. Prima però dovevo cercare gli altri. Appena misi piede fuori da quelle mura, la forte luce del un sole di prima mattina mi accecò quasi, quando però riuscii a vedere qualcosa notai Jack ad una delle finestre rotte della casa del vecchio Frederich. Che ci faceva lì dentro?

Decisi di andare a controllare. Entrai nella casa e lo vidi cercare qualcosa tra gli scaffali di quella che una volta era la cucina. Mi ricordai di esserci entrata una volta, la casa era tenuta tutta pulita e ordinata dalla moglie di Frederich, una signora abbastanza anziana che tutte le volte che venivamo in casa sua cucinava biscotti al cioccolato, erano fin troppo gentili con noi quella coppia di signori. La casa rispetto ad allora nella disposizione non era cambiata, i mobili erano gli stessi, ma regnava il disordine e la sporcizia. Qualcuno doveva essere per forza entrato lì dentro e sono convinta che Jack non avrebbe trovato niente, che i ladri avessero avuto già rubato tutto ciò che poteva essere utile o commestibile.

"Non penso troverai qualcosa dentro quegli scaffali" gli dissi, notando che non mi aveva ancora visto.

Si girò quasi spaventato. "Lucy" disse come sorpreso, poi si rigirò verso gli scaffali e chiuse. "I ladri sono passati sicuramente da queste parti e non penso ci possano essere cose mangiabili che loro non abbiano preso" "Già lo sapevo, ma volevo comunque controllare". "Come stai?" disse lui voltandosi e andandosi a sedere a testa bassa su una sedia davanti al tavolo che era al centro della cucina. "Meglio" sussurrai io, notando che lui era abbastanza giù di morale. Che si fosse già stancato? Mi sentii improvvisamente in colpa.

"Mi dispiace" dissi allora andando a sedermi su una sedia davanti alla sua.

"Che cosa?" disse alzando finalmente il suo sguardo sul mio. Non avevo mai notato quanto fossero particolari i suoi occhi. Non erano semplici occhi castani, nella parte più interna erano di colore scuro tendente al marrone, appunto, e poi, mentre andavano verso l'esterno diventavano di un verde particolare, ritornando poi infine castani. Alla luce del sole che proveniva dalla finestra alle mie spalle riuscivo a vederli perfettamente. In quel momento fui io quella che abbassò lo sguardo.

"Mi spiace averti coinvolto in questa faccenda, ora probabilmente le guardie reali ci stanno cercano, ti ho messo in molti guai che non ti meriti" dissi allora.

"Ma è stata una mia decisione venire e poi mi piace la sensazione di adrenalina che si sente in corpo durante una fuga" disse accennando un sorriso. Che stesse diventando un criminale? Sorrisi all'idea malsana che mi era venuta in mente, lui era certamente uno dei ragazzi più gentili che avessi mai conosciuto, anche da piccolo era sempre disponibile ad aiutare tutti, per quello forse non è mai riuscito a dire a suo padre che non avrebbe voluto lavorare con lui ma avrebbe preferito continuare gli studi, ma quando il denaro scarseggia ci si deve arrangiare come si può e lui, anche se troppo piccolo, aveva deciso di dare il suo contributo così.

"E allora perché stai così?" chiesi allora io cercando il suo sguardo.

"Per i pirati" disse lui. Mi ricordai allora di non aver ancora visto i pirati, iniziai a pensare che Jack fosse coinvolto nella loro sparizione.

"Dove sono i pirati, Jack?" dissi alzando leggermente la voce e scendendo dalla sedia.

"Sono..." disse fermandosi per un secondo "sono scomparsi" continuò.

"Cosa?!" urlai quasi. "Questa mattina, verso il presto mentre tu ancora non ti eri svegliata, mi sono addormentato, per un attimo, e loro sono scomparsi. Mi spiace, mi sento così in colpa, solo che ero veramente stanco, ti avevo controllato per tutta la notte e avevo cercato di svegliarti più volte, continuavi a chiamare tuo padre poi ho chiuso gli occhi per un istante e loro erano scappati."

Mi misi le mani tra i capelli mentre la mia pancia borbottò nuovamente.

"Ho pensato però, che non possono essere andati tanto lontano, probabilmente credono di riprendersi la barca. Ieri sera, Walter, il loro nuovo capo, ti ha sentito nominare tuo padre, ha detto che non ci credeva alla storia e mi ha chiesto se noi fossimo dei truffatori. Probabilmente non si è fidato abbastanza della mia risposta" disse "Ha anche detto che per molti anni hanno cercato tuo padre, ma che non sono mai riusciti a trovarlo. Dovevo immaginarmi che loro volessero scappare. Scusami" disse nuovamente lui. Lui aveva cercato di convincere Walter che fossi la figlia del loro capitano, questo dimostrava solo una cosa, lui credeva in me e questo mi bastava. Alla fine non dovevo essere arrabbiata con lui, era da solo contro una ciurma di pirati professionisti, anche se non si fosse addormentato avrebbero trovato un altro modo per liberarsi, senza usare le chiavi che molto probabilmente gli avevano rubato nel sonno.

"Non devi scusarti, eri stanco. Non è colpa di nessuno. Ora però dobbiamo trovare un modo per andare da loro, dobbiamo convincerli a continuare le ricerche su mio padre e io ne voglio farne parte"

"Ti voglio aiutare, però ti prego non esagerare, quel colpo preso alla testa mi preoccupa e non voglio più vederti svenire davanti ai miei occhi" mi disse prendendomi la mano. Rimasi perplessa per poco da quel gesto, era da tanto che una persona non fosse così gentile nei miei confronti. Soprattutto ero sorpresa da lui, era tantissimo che non passavamo così tanto tempo insieme e questa improvvisa vicinanza mi sorprendeva, mi metteva nostalgia e mi spaventava contemporaneamente. Sorrisi e tolsi leggermente la mano dalla sua.

"Però prima andiamo a trovare del cibo da mettere sotto i denti " dissi iniziando ad uscire dalla casa.

"Potremmo passare dal bar di mio fratello" disse lui mentre ci stavamo incamminando verso la città. Non ricordavo che lui ne avesse uno. Mi venne in mente mia sorella, probabilmente doveva essere preoccupata per me, siamo sempre state così differenti io e lei. Lei era premurosa e ragionevole, non aveva mai pensato a nostro padre, sembrava non soffrirci della cosa. Molte volte avevo pensato che non fossimo figlie dello stesso padre e molte volte ho provato a chiederlo a qualcuno, ma la risposta era sempre la stessa: "Ma che ti salta in mente?". La sua preoccupazione però era sempre minima nei confronti di Jhon, non ha mai chiesto o parlato di lui, infondo lei lo aveva anche conosciuto e magari sarebbero stati anche molto legati, se solo lui non se ne fosse ancora andato quando lei era bambina. Perché se ne andò allora proprio quando seppe di me? Che fossi io quella sbagliata?

"Ci scoprirebbero" "Mio fratello è uno che tiene la bocca chiusa, mi appoggia spesso in quello che faccio, capisce che ciò che mi obbliga a fare mio padre non è quello che vorrei diventare" disse lui "Lui aveva iniziato come me , ma poi ha aperto questo bar per poter fare ciò che gli piaceva di più. Odiava fare il macellaio, come lo odio io" aggiunse quasi con disprezzo.

"Come mai odi così tanto questo lavoro?" chiesi curiosa.

"Non odio essere un macellaio, ma non è il lavoro che vorrei fare e soprattutto avrei preferito non essere stato obbligato, sia a farlo che a lasciare la scuola, mi piaceva quel posto" continuò. Anche se era stato obbligato, non si era mai lamentato, si capiva.

"Cosa saresti voluto diventare allora?" chiesi accennando un sorriso.

"Un astronomo" ammise lui guardando per terra.

Continuammo a camminare fino a quando non arrivammo a quel bar. Quando entrammo un odore di alcool mi pervase le narici. Pensai che quello non fosse stato il lavoro dei sogni del fratello di Jack, ma più che altro un modo per liberarsi del padre. Ma questo non lo avrei detto a lui, ero sicura che lui lo avesse già capito.


- spazio autrice -

Jack si sta aprendo sempre di più nei confronti di Lucy. Nascerà una buona amicizia o non c'è da fidarsi? Cosa succederà ora che hanno perso la ciurma, unico punto di aggancio a Jhon Jackson?

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