13° Capitolo: Le è successo qualcosa?

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"Di che cosa si tratta? Ti servono soldi?" disse lui, e in quel momento vidi nel suo volto passare un briciolo di preoccupazione che non era certo nei miei confronti.

"Dovresti seguirmi una persona" dissi io poi sfilandomi la mantella che avevo indosso.

"No" disse lui allora voltandomi le spalle e entrando in quella che pensai fosse la cucina.

"No?" "No" disse allora fissandomi negli occhi mentre prendeva del latte "Non voglio far parte di questa cosa, io non seguo le persone, non sono un maniaco. Se hai dei problemi risolviteli" disse poi versando il latte in un bicchiere.

"Ti offro una ricompensa" dissi allora io di fretta pensando che lui sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto aiutarmi a poco prezzo, più che per interesse che per denaro.

"Non ho bisogno del tuo denaro, tienilo per le cose importanti e non perseguitare quel poveretto, cos'è vuoi rovinare un'altra famiglia?" disse lui con disprezzo iniziando a bere il suo latte.

"Non sono stata io a rovinare la tua" dissi io quasi urlando.

A quel punto lui arrabbiato, come avevo previsto uscì dalla stanza e iniziò a salire le scale tornandosene probabilmente da dove era venuto. Gli corsi allora incontro "Aspetta" dissi vedendo che il suo passo era più veloce del mio ma lui alle mie parole si fermò a pochi gradini più in su di me. "Josefine vai a casa dalle tue figlie" disse allora rivoltandosi le spalle intento a salire ma proprio in quel momento io dissi "Si tratta di Lucy"

A quel punto lui al sentire del suo nome si girò e scese velocemente i gradini arrivando al mio livello con occhi preoccupati. "Lucy? Le è successo qualcosa?" esclamò lui.

"No ma potrebbe se tu non mi aiutassi" annunciai poi cercando di sembrare calma e convincente. "È lei che devo seguire?" chiese poi aggrottando le sopracciglia in fare stranito.

"Si, ha deciso di partire per cercare suo padre senza dir nulla" dissi e vidi il suo viso diventar pallido. "Chi gli ha detto la verità?" esclamò poi dopo un attimo di esitazione.
"Sua nonna" " Accetto, ma solo per lei" disse allora tirandomi una spallata e scendendo le scale nuovamente, quel ragazzo era veramente lunatico.

Pov's Lucy

Riuscimmo a salire sulla nave nonostante avessimo paura che da un momento all'altro avrebbero staccato la corda che ci teneva attaccati in aria.

Quando finalmente riuscimmo a salire vidimo tutti i pirati raggruppati a semicerchio che aspettavano il nostro arrivo.

"Seguitemi" disse poi Walter iniziando a camminare. LA nave una vola saliti sembrava ancora più grossa e lui entrò in una stanza, l'unica probabilmente che si trovava esternamente alla barca, da cui si entrava attraverso una porta. Ci ritrovammo in quello che sembrava essere uno studio, cosa che mi sorprese molto. Al centro della stanza c'era un scrivania disordinata sulla quale vi era una cartina che occupava quasi tutto lo spazio, a destra c'era una libreria, seconda cosa che i sorprese poiché non pensavo che i pirati fossero così amanti dei libri, ma ovviamente quelli non erano classici libri, ma erano scritture sulle tecniche di difesa, attacco e su varie leggende marine delle quali non feci in tempo a leggere i titoli. A destra invece c'era una struttura somigliante ad una teca al cui interno vi era una spada con il manico di materiale che sembrava argento con pietre e gemme incastonate.

"Ditemi" disse poi Walter sedendosi ad una sedia da una parte della scrivania. Notai solo in quel momento che dietro di lui vi era un quadro che rappresentava la barca sulla quale ci trovavamo in mare.

"Mio padre è John Jackson" dissi io convinta, ma non so a quanto possa essere servita quella mia frase poiché cercai di dirla con convinzione, ma dopo tutte le bugie che mi erano state dette non sapevo neanche io quale fosse la verità.

"E io come faccio ad esserne certo?"

"Non lo so neanche io ne sono certa di questo, ma quello che so è che voglio ritrovare quell'uomo e poterlo conoscere. Quali erano i vostri piani?" " Abbiamo deciso di smetterla con le ricerche dopo che i borghesi ci hanno beccato ad un'isoletta qua vicina a chiedere informazioni. Oramai siamo stanchi e abbiamo perso le speranze, non abbiamo basi per trovarlo" disse poi guardando la cartina, su di essa vi erano segnati grossi cerchi rossi.

"Questi segnati sono i luoghi dove avete provato a cercarlo?" "Esatto" rispose lui

"E come mai sono segnate tutte tranne questa?" disse poi Jack che stava scrutando attentamente la cartina, indicando un'isola non cerchiata di rosso.

"Su quell'isola non ci va nessuno, nessuno sa cosa c'è, vecchie leggende marine dicono che in quelle acque si trovino dei mostri. Alcuni non osano andarci mentre altri che ci hanno provato... vi lascio immaginare" disse allora lui. Io mi avvicinai allora alla scrivania e mi chinai poggiando entrambe le mani su di essa per vedere meglio altri luoghi in cui potrebbe essere stato mio padre.

"Chi te l'ha data quella?" chiese Walter ad un certo punto.

"Quella cosa?" "La collana che hai indosso. Chi te l'ha data?" disse lui guardando la collana di mio padre che pendeva dal mio collo con faccia sorpresa. La avevo messa appena uscita di casa e non so per quale motivo non avevo minimamente pensato di fargliela vedere come prova di essere la figlia del suo capitano.

"Mia nonna, nonché madre di mio padre, nonché madre di Jhon. Questa collana era del vostro capitano" "Oh questo lo so bene. La riconoscerei tra mille, vedi, la spada che è rappresentata è quella che c'è in questa teca" disse indicandola con la testa " invece il calice e la stella sono simboli dei navigatori" disse poi venendomi affianco " Quindi sei veramente sua figlia...non credevo ne avesse una" disse poi guardandomi in volto come se cercasse tutte le caratteristiche che io e mio padre avremmo potuto avere in comune "Ora che ti guardo meglio, hai i suoi stessi occhi" disse poi accennando quello che sembrava poter essere un sorriso. Lo sapevo che i miei occhi li avevo presi da lui, non ne avevo dubbio, azzurri come il mare e limpidi come l'acqua. Ero felice in quel momento, finalmente Walter mi credeva e il prossimo passo sarebbe stato convincere tutta la ciurma a ricominciare le ricerche su mio padre, ma non era solo quello, ero felice anche del fatto di sapere che il mio principe aveva veramente gli occhi celesti proprio come lo avevo sognato io, questo mi spinse a pensare che forse non mi ero allontanata di tanto con la fantasia da ciò che era effettivamente la realtà.


- spazio autrice -

Come ve lo immaginate questo nuovo personaggio? Magari bello e affascinante? hahah

Però non si riesce ancora a comprendere molte cose, forse riusciremo a capirle nei prossimi capitoli...oppure no haha

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